redazione il torinese

Grande Festa in onore del drammaturgo siciliano Pirandello

L’XI edizione del Festival Nazionale Luigi Pirandello celebra i 150 anni dalla nascita del drammaturgo siciliano con una ricca kermesse e una mostra virtuale dall’8 giugno al 13 luglio

Si è aperto ieri al Circolo dei lettori il Festival Nazionale Luigi Pirandello. Alla sua XI edizione festeggia i 150 anni dalla nascita del grande drammaturgo siciliano con spettacoli di prosa, incontri e una mostra multimediale creata ad hoc per celebrare questo speciale compleanno e il legame tra Pirandello e il Piemonte. La kermesse, diretta dal regista torinese Giulio Graglia, prende il là da un curioso aneddoto che forse non tutti conoscono. Nel 1901 il premio Nobel per la letteratura trascorse un soggiorno estivo a Coazze, in Val Sangone, presso la sorella Lina. Di quella villeggiatura che precede la sua fama rimane un taccuino di appunti dove Pirandello annotò una serie di spunti e personaggi utilizzati nelle sue opere e il motto che campeggia sul campanile della cattedrale di Coazze “Ognuno a suo modo” che sarebbe stato poi ripreso per il titolo dell’opera “Ciascuno a suo modo”. Torino e Coazze sono i luoghi eletti ad ospitare spettacoli teatrali, incontri, dibattiti. Il Circolo dei lettori ospita il primo incontro dal titolo “Carteggio Pirandello/De Filippo” con Alessandra Comazzi e Sergio Martin. Grande attesa per gli spettacoli “Il fu Mattia Pascal” allestito da Giulio Graglia, per l’adattamento di Bruno Quaranta e interpretato da Giovanni Mongiano, e per “Uno, nessuno, centomila” con Enrico Lo Verso, che si terranno rispettivamente il 27 e il 30 giugno al Gobetti. Altro appuntamento interessante, a cura di Rai Teche e Linguadoc, lunedì 26 alle 18 alla Mediateca Rai di via Verdi 31 dove si potrà assistere al documentario “Per mosse d’anima, frammenti di Pirandello” diretto e interpretato da Enzo Vetrano e Stefano Randisi. Quest’anno la rassegna è supportata da una collaborazione d’eccezione, il Teatro Stabile di Torino, che per l’occasione ha ideato e curato una mostra virtuale, una story map, sul sito www.150pirandelloinpiemonte.it , che ripercorre quei luoghi e quegli eventi che hanno legato Pirandello al territorio piemontese. Grazie alle risorse fornite dal Centro Studi del Teatro Stabile e di alcuni enti partner quali RAI, Ecomuseo della Resistenza di Coazze, Polo bibliotecario di Scienze Umanistiche, è possibile tramite una mappa interattiva esplorare nel dettaglio aneddoti e informazioni curiose. Ad esempio è possibile scoprire che proprio a Torino si tennero le prime di spettacoli come “Il piacere dell’onestà” al Carignano e “Questa sera si recita a soggetto” al Teatro di Torino. L’intenzione del direttore artistico è quella di cercare di fare arrivare le tematiche di Pirandello, che sono ancora molto attuali ai giorni nostri, in modo non tradizionale, svecchiandole. A tale scopo, per attirare anche il pubblico più giovane, sul sito della mostra è possibile pubblicare su Instagram tutti gli scatti con hashtag #pirandello. Supportato da istituzioni pubbliche, da Fondazioni bancarie e in parte dai privati, il festival non dimentica la terra natìa di Pirandello ed è infatti sostenuto da attive collaborazioni con la città di Agrigento e di Porto Empedocle. Le dieci edizioni precedenti hanno consolidato sul territorio piemontese questa manifestazione culturale grazie anche alla presenza di compagnie teatrali ed ospiti eccellenti come Corrado Tedeschi, Leo Gullotta, Sebastiano Lo Monaco, Gipo Farassino, Mario Brusa, Diego Mingolla, Vetrano e Randisi, Riccardo Forte, Giovanni Moretti, Giovanni Mongiano e Mariella Lo Giudice, Carlo Simoni, Il Teatro delle Dieci.

Giuliana Prestipino

Un’azienda a cento all’ora. La storia della torinese Chiribiri

L’inventore dal 1912 al 1913, al tramonto della Belle Époque, di monoplani ne costruì ben quindici per poi dedicarsi,definitivamente alle autovetture. Nel 1914, quando ormai i bagliori del conflitto erano alle porte, il conte Gustavo Brunetta d’Usseaux, desideroso di entrare nella nascente industria automobilistica, propose a Chiribiri una società per realizzare la Siva, un’automobile economica da produrre in cento esemplari, ribattezzandola con il nome della divinità indiana

Prova d’ingegno e di coraggio, accompagnata da una capacità di guardare al futuro quasi visionaria. Così si potrebbe definire la storia della Chiribiri. Fondata nel quartiere operaio di Borgo San Paolo a Torino verso la fine di settembre del 1911 dall’ingegnoso veneziano Antonio Chiribiri insieme al pilota collaudatore Maurizio Ramassotto ed all’ingegnere Gaudenzio Verga, la Fabbrica Torinese Velivoli Chiribiri & C., s’impegnò da principio nella produzione di pezzi di ricambio per l’industria aeronautica. Un esordio positivo, al punto da raggiungere in breve tempo una notevole espansione grazie all’affidabilità ed alle prestazioni dei propulsori che era in grado di produrre su licenza della società francese “Gnome et Rhône” che, negli anni della Grande guerra, le valsero importanti commesse militari per la manutenzione dei motori aeronautici. Ma, negli anni precedenti l’attentato di Sarajevo, la Chiribiri aveva mostrato una notevole intraprendenza, ideando e costruendo un prototipo d’aereo monoplano. Non una cosa qualunque, ma una vera e propria “prova d’ardimento”, visto che si trattava del primo aeroplano interamente costruito in Italia e per di più da una sola azienda. Fu lo stesso Antonio Chiribiri, che in precedenza mai aveva pilotato un aereo, a voler collaudare il monoplano che, però, si schiantò al suolo al suo primo decollo.

Testardo e per nulla incline alla resa, il temerario inventore veneziano rimase incolume e, qualche mese più tardi, decise di realizzare un aereo a decollo verticale che,doppiando l’insuccesso , subì la medesima sorte dell’altro prototipo. Altri avrebbero gettato la spugna ma non Chiribiri che, dal 1912 al 1913, al tramonto della Belle Époque, di monoplani ne costruì ben quindici per poi dedicarsi,definitivamente alle autovetture. Nel 1914, quando ormai i bagliori del conflitto erano alle porte, il conte Gustavo Brunetta d’Usseaux, desideroso di entrare nella nascente industria automobilistica, propose a Chiribiri una società per realizzare la Siva, un’automobile economica da produrre in cento esemplari, ribattezzandola con il nome della divinità indiana. Non fu una scelta fortunata poiché, quando stavano per essere ultimati i lavori del prototipo Siva 8-10 HP, il conte torinese venne travolto dai debiti di gioco e si ritirò dall’impresa. Chiribiri strinse i denti e per non dissipare l’enorme lavoro svolto, decise di rilevare la società e proseguire da solo nello sviluppo dell’automobile, investendo nella nuova attività tutti i profitti ottenuti dalle commesse belliche. Sulla base di quel prototipo, ne fu approntato un secondo, il “Tipo II”, prodotto e venduto per tutta la durata del conflitto, in pochi esemplari continuamente evoluti. Servivano altre risorse, però, che puntualmente vennero introitate grazie con la vendita all’ingegnere Alfredo Gallanzi dei diritti per produrre su licenza quest’auto.

Dall’ accordo nacque la casa automobilistica milanese Ardita. Al Salone di Parigi del 1919, venne in seguito presentata la vetturetta “12 HP” che riscosse un buon successo e rimase in produzione fino al 1922. Gli anni venti, per Chiribiri, furono il tempo della costruzione di vetture sportive e delle gare. Con la “Roma 5000” e la “Monza Tipo Spinto”, la casa automobilistica torinese conseguì importanti risultati, stabilendo vari record di velocità e strappando prestigiose vittorie in competizioni come la Cuneo – Colle della Maddalena, la Aosta – Gran San Bernardo, il “Gran Premio Vetturette” che si svolse al nuovo Autodromo di Monza e la Susa – Moncenisio del 1922, dove le quattro vetture schierate dalla Chiribiri conquistano le prime quattro posizioni, dominando la corsa. La squadra corse era piuttosto “casalinga”, essendo composta dal collaudatore Ramassotto e da Ada e Deo Chiribiri, figli del fondatore. Gelosa dei propri segreti tecnici, laChiribiri era piuttosto restìa ad ingaggiare piloti estranei all’azienda, con la sola eccezione di un giovane pilota destinato a diventare il più grande di tutti i tempi, Tazio Nuvolari, il mitico “ Nivola” che gareggiò per la casa torinese nelle stagioni 1923 e 1924.

Ci furono anche episodi entrati a buon diritto nella leggenda, come la sofferta conquista del prestigioso record di velocità sul chilometro lanciato. La prova per battere il primato per la categoria fino a 1.500 cm³ venne fissata a Milano , sul lungo rettilineo in direzione di Monza, con lo scopo di dimostrare le prestazioni del nuovo modello d’auto. Era l’8 febbraio del 1923 e Deo Chiribiri, ottimo pilota, si presentò alla guida della “Tipo Ada”, così denominata per sfruttare la fama che la sorella si era conquistata sulla stampa sportiva. Le condizioni atmosferiche erano ottimali e la vettura in perfetto assetto, così da far sperare al giovane Chiribiri di ottenere, davanti ai cronometristi ufficiali, l’agognato record. Le cose andarono diversamente, smorzando gli entusiasmi: i cronometri misurarono velocità poco sotto i 150 km orari, di gran lunga inferiori alle aspettative. Così, dopo ripetuti tentativi, la prova venne conclusa con un insuccesso. Antonio Chiribiri, piuttosto incredulo e alquanto scettico, rimase a lungo sul luogo della prova e, a notte inoltrata, decise di misurare il tratto cronometrato, scoprendo che i testimoni erano stati erroneamente posti ad una distanza di 1100 metri. Così, denunciato l’inghippo, richiamati i cronometristi, il giorno seguente il record venne omologato alla strabiliante velocità di 162,963 km orari. Per avere un riferimento, circa l’eccezionalità del risultato, occorre dire che negli stessi giorni anche le Alfa Romeo e Diatto, rispettivamente pilotate da Alberto Ascari e Alfieri Maserati, avevano tentato di battere il record sul chilometro lanciato, per la categoria fino a 3.000 cm³, ottenendo però velocità inferiori ai 157 km all’ora. L’eccezionalità del risultato e l’enorme eco che ebbe sulla stampa, fece decidere Antonio Chiribiri di mutare la denominazione del nuovo modello “Tipo Ada” in “Tipo Monza”.

A metà degli anni ’20, guadagnatosi il prestigio sul campo, l’azienda allargò la produzione a modelli non solo sportivi che potessero interessare una clientela più vasta e meno esigente. Nacque il modello “Milano” e nel 1925, nacque la Società Anonima Autocostruzioni Chiribiri. Innovazione, coraggio e grinta nelle corse davano prestigio ma questo non bastò a “tenere il mercato”, dove le quote minime di produzione, determinanti per la sopravvivenza, erano decise dalla capacità di industrializzazione, dal prezzo e dall’adeguata promozione pubblicitaria del prodotto. Così, a poco a poco, le armi migliori della Chiribiri (le originali e costose innovazioni tecnologiche delle sue automobili) non furono sufficienti per competere. La Milano non riscosse il successo sperato ed i forti investimenti per ampliare gli opifici e assumere nuove maestranze, gravarono pesantemente sul bilancio della piccola azienda. Nonostante ripetuti e generosi tentativi, la crisi industriale del 1927, che precedette di un biennio la grande depressione innescata dal giovedì nero di Wall Street, diedero il colpo di grazia alla Chiribiri. L’azienda torinese che nell’anno precedente produceva a pieno ritmo, dando lavoro a più di duecento persone, si vide costretta a chiudere i battenti. Era il 3 settembre 1928.

Gli stabilimenti furono poi rilevati dalla Lancia e l’archivio tecnico della Chiribiri fu preso in custodia dall’ultimo socio,Gaudenzio Verga. Meno di tre mesi dopo la morte di Antonio Chiribiri, avvenuta il 19 aprile 1943, nella notte tra il 12 e il 13 luglio, Torino subì un terribile bombardamento. La città venne colpita da una delle più violente incursioni aeree portate avanti dall’aviazione inglese. Sulla Torino caddero 763 tonnellate di bombe, che provocarono la morte di quasi ottocento persone e ingenti danni a edifici, infrastrutture e stabilimenti industriali. Quel bombardamento rase al suolo anche la residenza di Verga, distruggendo completamente l’archivio aziendale della Chiribiri. La memoria di una delle più brillanti storie dell’industria piemontese finì distrutta e sepolta sotto quelle bombe.

Marco Travaglini

Torino al verde: pochi soldi per tagliare l’erba. Ma lo sfalcio è partito

Sul tema dell’erba alta nei giardini di Torino, con un post di qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook, la sindaca Chiara Appendino propone la clip con la quale “l ‘Assessora all’ambiente Stefania Giannuzzi e il Presidente della 6^ Commissione Federico Mensio ci danno alcune informazioni sui prossimi interventi, e personalmente colgo l’occasione per scusarci dei disagi che questa situazione ha creato e per ringraziare i cittadini per le segnalazioni fatte e la pazienza dimostrata in queste settimane”. La polemica sulle indecenti condizioni del verde pubblico sotto la Mole era infuriata sui social. La prima cittadina ha replicato:  “Il mese scorso “è scaduto l’appalto per gli sfalci del verde e abbiamo subito provveduto a indire una nuova gara. Purtroppo individuare i fondi necessari non è stato immediato ma alla fine ne siamo venuti a capo”. Ma non è convinto il presidente della Circoscrizione 4, Claudio Cerrato:”L’appalto è scaduto il 31 dicembre 2016, non il mese scorso. Il ritardo di questi ultimi giorni nella partenza è dovuto alla scelta di finanziarla con gli oneri di urbanizzazione. I fondi sono stati sbloccati, ma bastano solo per fare il primo sfalcio”. Anche sulla pagina Facebook del “Torinese” sono stati molti i commenti sulle condizioni pietose delle aree verdi. Ve ne riproponiamo alcuni.

Patrizia Camero

Patrizia Camero

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Il Torinese

 

Laura Steffan
Laura Steffan Direi che dovunque si guardi si vede degrado, immondizia sparsa fuori dai cassonetti , mozziconi di sigaretta, siringhe e molto altro . Aree verdi dove dovrebbero anche giocare i bambini , sono impraticabili . Il problema non è SOLO l’erba alta, ma tutto il contesto, purtroppo. Povera Torino, così bella ma così malridotta dalla maleducazione di certi abitanti e dall’incuria e menefreghismo del Comune

 

Michele Sobrino
Michele Sobrino tutte le aree verdi cittadine, tenute a prato, parchi, aiole, spartitraffico, ecc. devono essere irrigate e rasate 1 volta a settimana. Cosí riescono a fare nei paesi civili.
Non rasata per i cani, che queste aree non sono cacatoi, bensí rasate e tenute pulite per il decoro e la bellezza delle cittá.
Noi abbiamo i giardinieri, ma la loro opera non si vede.

 

Patrizia Camero
Patrizia Camero Ogni anno mi tocca portare il cane dal veterinario….spese su spese. Le spighe sono pericolosissime. Entrano nel naso del cane e si conficcano nelle Zampe.
Chi mi risarcisce il costo del veterinario?

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Carmen Russo
Carmen Russo Na vergogna, borgo San Paolo, corso Racconigi , pieno di “forasacchi” pericolosi X i cani , che annusano e di infilano nel
naso o nelle orecchie , le spese veterinarie le mandiamo poi al comune?? Mai successa una cosa del genere ,SINDACA sveglia!!!

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Beppe Cavallera
Beppe Cavallera Parchetto di via San Paolo corso Rossella
Vergognoso erba ed erbacce alte Un metro e mezzo
I bambini non possono più giocare
Infatti il parco e malinconicamente vuoto
Giunta di Torino….. Vergognatevi

 

Ettore Paolino
Ettore Paolino Al parco Dora zona area Michelin la scalinata x scendere lungo le sponde del fiume e’impraticabile x le erbacce,i rovi e le spine!

 

Modesto Comes
Modesto Comes Mira fiori in particolare il giardino in strada del portone c’é la Jungla

 

Rolando Correzzola

Rolando Correzzola Scusa Laura ti sei dimenticata le merde dei cani (anche questo fa parte del degrado)

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Nadia Trevisan
Nadia Trevisan Giardini di fronte all’ospedale Martini erba alta cartacce e lattine ovunque .

 

Maria Bonifacio
Maria Bonifacio Dove sono gli spazzini?….. A.dimenticato ci sono a prendere il caffè a chiacchierare ore.per.poi finire il.loro.tempo.e andarsene.senza svuotare i cestini ……questa gente.qua.da chi.e.controllata . perché se farebbero il loro.lavoro non si arriverebbe.cosi. ….’! .se ne fregano. E.noi paghiamo

 

Armanda Francone
Armanda Francone Giardini della crocetta erba ed erbacce alte forapani pericolosi per i cani degrado totale

 

Carlo Perino
Carlo Perino ritengo che non occorrano documentazioni fotografiche per segnalare il degrado di tutti i parchi di Torino eccetto alcune aree verdi del centro e pre-collinari. Occorrerebbe che gli enti preposti al controllo verificassero lo stato in cui si trovano certi parchi e soprattutto occuparsi della loro manutenzione
e di concludere i lavori. Abito nei pressi del Parco Dora, è vergognoso lo stato attuale di questo sito. Più controllo, più sensibilizzazione all’ordine e rispetto delle beni comuni.

 

Franco Iossetti
Franco Iossetti A proposito di quel ponte. Possibile che non sia dovuto essere verniciato ? Cara Chiara Appendino puoi verificare sul capitolato per cortesia Grazie

 

Pablo Ricardo Visentin
Pablo Ricardo Visentin A Torino Nord, corso Giulio oggi taglia erba a tutta forza

 

Odessa Sei

Odessa Sei Erba alta ne abbiamo

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Lubica Zacharova

Lubica Zacharova

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Carlo Quaranta
Carlo Quaranta Corso Cincinnato

 

Tony Caferro
Tony Caferro Assumete operai il problema si risolve

 

Marco Merlo
Marco Merlo È uno schifo. …

 

Nikka Giardino
Nikka Giardino Ma nn doveva riqualificare le periferie 😤
Rolando Correzzola
Rolando Correzzola Lasciamo perdere

 

Emergenza caldo: il bando della Città

La Città di Torino, con Deliberazione della Giunta Comunale  ha approvato nelle scorse settimane il bando per la selezione di progetti diretti a contrastare gli effetti negativi sugli anziani fragili in relazione agli eventi climatici, “Emergenza Caldo”, da realizzarsi in riferimento alle linee guida ministeriali e al programma regionale di cui alla D.G.R. n. 2-5947 del 2007 “Promozione degli interventi mirati a prevenire i danni alla salute provocati da eccessi di temperatura ambientale”.  (Possono rispondere all’avviso e beneficiare del rimborso delle spese effettivamente sostenute,  ai sensi dell’art. 7 della Legge 266/1991 e sue successive modifiche e dell’art. 9 della L.R. 38/1994, le associazioni di volontariato che abbiano sede e che svolgano la loro attività sul territorio comunale e che siano iscritte nell’apposito registro regionale, singole o in partnership tra loro.)

L’istanza e la documentazione allegata dovrà pervenire in busta chiusa e riportante in esterno la dicitura “Contiene domanda di partecipazione per il Progetto “Emergenza Caldo” Periodo 1 luglio 2017 – 30 settembre 2017”, a Città di Torino Direzione Politiche sociali e Rapporti con le Aziende Sanitarie, Servizio Anziani e Tutele, Ufficio Protocollo, Via Bruino n. 4, 10138 TORINO, entro e non oltre le ore 12:00 del 12 giugno 2017.

Porte aperte alla moschea di via Chivasso

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In occasione del mese di Ramadan e nell’ambito dell’iniziativa Moschee_Aperte – Spazio per tutt@, promossa dalla Città di Torino e dal Coordinamento dei Centri Musulmani, la Moschea Taiba di via Chivasso apre le sue porte domenica 11 giugno 2017 dalle 19 alle 22 a tutta la cittadinanza torinese con visite guidate, mostre e dibattiti e al calar del sole condivideremo il pasto della rottura del digiuno di Ramadan all’aperto nella via Chivasso, chiusa al traffico per l’occasione.

 

I musulmani torinesi sono parte integrante della nostra città e le loro moschee sono un patrimonio di spiritualità, di cultura e di dialogo a disposizione di tutti i torinesi.  Con questa iniziativa vorremmo farvi conoscere questi spazi e condividere con voi uno dei momenti più solenni della nostra giornata di digiuno in questo sacro mese di Ramadan, il pasto di rottura del digiuno (#Iftar).  L’evento sarà un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca e costruire insieme una città plurale e aperta al contributo di tutte le sue cittadine e i suoi cittadini. 

 

All’evento sono stati invitati in particolare tutti i vicini della moschea attraverso una lettera personalizzata e i rifugiati ospitati dal Centro Fenoglio di Settimo, per l’occasione ci aspettiamo circa un migliaio di visitatrici e visitatori. La giornata è organizzata in virtù del “Patto di condivisione” firmato nel 2016 tra la Città di Torino e i rappresentanti delle moschee torinesi. 

Qui il testo del Patto: https://goo.gl/iJXVVY/

Brahim Baya | Portavoce Associazione Islamica delle Alpi

Il 10 e 11 giugno debutta a Torino il format Open House

Il 10 e 11 giugno debutta a Torino Open House, un format internazionale che per un solo weekend all’anno apre al pubblico spazi urbani generalmente inaccessibili. I numeri di questo debutto torinese sono promettenti: saranno aperti ben 111 luoghi tra palazzi storici, appartamenti privati, laboratori, uffici, ex fabbriche riqualificate o in attesa di nuove vocazioni, parchi e giardini, fondazioni e edifici alti. Oltre 300 volontari, che sono stati appositamente formati, assisteranno i visitatori. Sono numeri che nessun’altra prima edizione di Open House ha raggiunto.

Come funziona Open House Torino? 

Ci si può procurare una delle 15.000 mappe in distribuzione in città oppure dal sito web si può scaricare la mappa in pdf  o ancora si possono visualizzare tutti i luoghi su Googlemaps o su TimeMapper. Le informazioni su orari di apertura e eventuali prenotazioni necessarie sono sul sito alla sezione Edifici.

Che cosa visitare? 

La scelta è completamente libera. Il visitatore può decidere di concentrarsi su singoli spazi oppure costruire personali itinerari geografici, ad esempio per quartieri, ma anche tematici, concentrandosi sul verde di parchi e giardini, su innovativi spazi educativi, sui villini e appartamenti del primo Novecento o sugli interni di design, oppure girovagando tra loft e antiche fabbriche ristrutturate, per scoprire i nuovi modi dell’abitare o gli spazi di lavoro più creativi.

Come condividere?

Durante la manifestazione i visitatori sono invitati a condividere la propria esperienza attraverso l’hashtag #OpenHouseTorino.

MADE IN PIEMONTE, GIANNA GANCIA (LEGA): «LA REGIONE SOSTENGA LE PMI PIEMONTESI»

Sollecitata da un’interrogazione di Gianna Gancia, presidente del gruppo Lega Nord in Consiglio regionale, l’assessora alle Attività produttive del Piemonte, Giuseppina De Santis, ha assicurato l’impegno della Regione sulle misure a sostegno della promozione delle Piccole e medie imprese piemontesi (Pmi) e dei Distretti del Made in Piemonte, illustrando in particolare le iniziative sul fronte del commercio estero e dell’eccellenza enogastronomica piemontese.«Nonostante un quadro internazionale instabile – osserva Gianna Gancia – l’export continua a rappresentare una prospettiva praticabile e fattibile su molti mercati emergenti e in via di sviluppo, con una domanda di beni e servizi legata al made in Italy e quindi in Piemonte. L’enorme potenziale delle nostre Pmi deve però potersi esprimere con strumenti adeguati, come avviene in altre Regioni italiane, di vario orientamento politico, attraverso misure di autentica politica industriale, con benefici economici e lavorativi diretti e indiretti».

Libri e film a Mirafiori

Pomeriggio tra film e libri Un’occasione per chiacchierare intorno a un film, parlare di cinema, scambiarsi libri, leggere in compagnia, ma anche per stare insieme, incontrare persone nuove e trascorrere un pomeriggio diverso dal solito alla Casa del Quartiere di Mirafiori sud. Il film verrà scelto dai partecipanti. Lunedì 12 giugno dalle 15.00 alle 17.00 La Casa nel Parco, via Panetti 1 angolo via Artom Per persone di 65 anni o più residenti a Mirafiori sud Partecipazione libera e gratuita Informazioni: cell. 331 3899523. Iniziativa in collaborazione con la circoscrizione.

MOVIMENTO ANIMALISTA, SONDAGGIO “LIBERO”: PIACE E CONQUISTA VOTI

 ON.BRAMBILLA, “VOGLIAMO RAPPRESENTARE IL CUORE DELL’ITALIA”

 

Se domani vi fossero le elezioni, il 15,3 per cento degli elettori prenderebbe “probabilmente,” in considerazione Il Movimento animalista fondato e presieduto da Michela Vittoria Brambilla, il 2,3 per cento lo farebbe “sicuramente”, il 35 per cento è convinto che l’ex ministro del Turismo voglia “veramente fare qualcosa in più per gli animali”. Sono i principali risultati di un sondaggio realizzato dalla Ferrari Nasi Consulenze su un campione rappresentativo di 800 casi, tra il 29 e il 31 maggio, e pubblicato sul quotidiano “Libero” nei giorni scorsi.

Secondo l’indagine, inoltre, il 54 per cento degli interpellati considera “importante” che il prossimo governo faccia una legge sui diritti degli animali. Di questa opinione sono il 66,1 per cento degli elettori che si considerano di sinistra, il 70,9 per cento di quelli che si considerano di destra, il 56,1 di quelli di centrodestra, il 52,2 per cento di centrosinistra e soprattutto il 59,7 per cento di chi dichiara di non andare a votare. La proposta dell’on. Brambilla è considerata “seria” anche dal 34,2 per cento degli elettori grillini.

“Il dato che conferma una volta di più quello che abbiamo sempre sostenuto – afferma la presidente del Movimento animalista – è la nettissima maggioranza di italiani che ritengono “importante” che il prossimo governo– dopo storiche emergenze come sicurezza, lavoro e casa – si occupi anche dei diritti degli animali. Una maggioranza nettissima a destra, a sinistra, nel centrodestra e nel centrosinistra e, soprattutto, nell’attuale area del non voto. Segno che il tema sta effettivamente a cuore agli italiani ed è davvero trasversale, come tutte le grandi battaglie di civiltà. Il secondo elemento importante, che ci conforta e allo stesso tempo carica tutti noi di grande responsabilità, è l’elevato grado di fiducia dei cittadini nel nostro impegno in difesa di tutti gli animali e dei loro diritti. Noi ci candidiamo a rappresentare il cuore dell’Italia: milioni di persone generose, che convivono con i nostri piccoli amici e in ogni caso vogliono vederli rispettati. Alle loro istanze noi intendiamo dare risposte concrete”, conclude l’on. Brambilla.

Il piccolo tifoso Kelvin esce dalla rianimazione

Migliorano anche le condizioni delle due donne ferite gravemente sabato sera a causa degli avvenimenti di Piazza San Carlo

Continuano fortunatamente a migliorare le condizioni di salute di Kelvin, il bambino di 7 anni di origine cinese che sabato scorso è stato travolto e calpestato dalla folla in Piazza San Carlo a Torino, davanti al maxischermo allestito in occasione della finalissima di Champions League. Il bambino, ricoverato all’ospedale Regina Margherita di Torino per un trauma cranico e toracico, oggi è stato trasferito dal reparto di rianimazione a quello di degenza. A detta dei medici che lo hanno in cura, i tempi di guarigioni per il piccolo Kelvin saranno ancora molto lunghi ma fortunatamente adesso è del tutto fuori pericolo. Lievi miglioramenti si sono avuti anche per Francesca M. la ragazza di 26 anni ricoverata all’ospedale Molinette di Torino per trauma toracico. La ragazza, che resta ancora in prognosi riservata, si trovava in piazza con il fidanzato quando è stata completamente travolta e calpestata dalla calca di persone spaventate e in fuga per cause ancora da chiarire ed accertare e sulle quali, è in corso un’inchiesta. Stessa sorte anche per Erika P. la 38enne di Verbania anche lei travolta e schiacciata dalla folla di tifosi presi dal panico. Soltanto tra una decina di giorni si potrà capire quali conseguenze ha riportato a causa dell’arresto cardiaco avuto.