redazione il torinese

APRE LA QUARTA SEZIONE ALLA SCUOLA “GIROTONDO” DI PASTA

Dal prossimo anno scolastico sarà possibile accogliere i 23 bambini in lista d’attesa

 

Una buona novità dalla Regione Piemonte. È di qualche giorno fa la notizia che la Giunta Regionale, su proposta dell’assessore all’istruzione Gianna Pentenero, ha concesso alla scuola dell’infanzia “Girotondo” di Pasta a Rivalta  l’apertura di una quarta sezione. Sarà così possibile accogliere nella scuola del quartiere i 23 bambini in lista d’attesa. Si tratta di una ri-assegnazione, dopo che nell’anno scolastico 2016-2017 le sezioni si erano ridotte a tre. «Siamo molto soddisfatti. Una notizia che rallegra l’Amministrazione ma soprattutto le famiglie che fino a qualche giorno fa non sapevano quale scuola i loro figli avrebbero dovuto frequentare – dichiara l’assessore all’istruzione del Comune di Rivalta Agnese Orlandini. «Questo risultato – continua ancora l’Assessore Orlandini – è frutto del lavoro e della tenacia con cui gli uffici hanno seguito la vicenda e hanno saputo motivare la necessità di riaprire la quarta sezione a Pasta e della proficua collaborazione che abbiamo avuto con l’assessorato regionale che ringraziamo per aver colto questa nostra necessità».

Disperso in montagna, ricerche in corso

AGGIORNAMENTO   Il soccorso alpino ha individuato l’uomo, vivo,  in un bosco lontano dal sentiero che scende verso il centro abitato

Attive da stamane le ricerche di un escursionista tedesco di 45 anni disperso oltre Locana, in Valle Orco. Si trovava con  una comitiva di connazionali che  si è divisa nel corso della discesa dal bivacco Blessent, nel pomeriggio di ieri. Il soccorso alpino, intorno alle 23, è salito a piedi ripercorrendo il sentiero senza però trovare alcuna traccia. Questa mattina le ricerche si avvalgono dell’elicottero.

Dalla Città di Alassio benemerenza a Quaglieni

Il Sindaco di Alassio Canepa  ha insignito il prof.  Pier Franco Quaglieni con una speciale benemerenza per i cinquant’anni del Centro Pannunzio e per il suo impegno culturale e civile nel corso dei decenni “all’insegna dell’indipendenza  e del porsi al  servizio in tante occasioni della cultura italiana,internazionale e  alassina”. Il prof. Quaglieni e’ alassino d’oro dal 2007 e ,sempre nello stesso, anno firmo ‘ la piastrella sul Muretto di Alassio. Quaglieni ha ringraziato il Sindaco per questa distinzione di cui si sente molto onorato. Al professor Quaglieni, che i nostri lettori conoscono per gli articoli di spessore culturale che scrive per il “Torinese”, ad incominciare dalla seguitissima “Rubrica della domenica”, le congratulazioni della redazione.

La Pinacoteca Agnelli: storia di uno «scrigno» ricco di tesori

La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino è uno di quei musei che almeno una volta nella vita bisogna visitare non solo perché custodisce una collezione di dipinti e sculture tanto piccola quanto preziosa, ma anche perché rispecchia alla perfezione la trasformazione da centro industriale a polo culturale che ha caratterizzato gli ultimi decenni di vita della città. Il museo, che il mese prossimo festeggerà il quindicesimo anno dall’apertura, rappresenta infatti l’ultimo tassello del processo di conversione del Lingotto da dismesso stabilimento della Fiat a spazio di vita culturale e sociale che, aprendosi alla collettività, ha comunque preservato l’identità storica, senza rinnegare le proprie origini di cui è volutamente testimone anche la Pinacoteca. Nello specifico, quest’ultima, che ha sede nello «scrigno» progettato da Renzo Piano sul tetto del Lingotto per stare in sospensione tra terra e cielo, è completamente circondata dalla pista lunga un chilometro, in passato impiegata per la prova e il collaudo delle automobili, che oggi permette ai visitatori di osservare la città dall’alto e a trecentosessanta gradi.

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Se gli esterni del museo consentono di godere di una vista mozzafiato su Torino, le opere d’arte conservate al suo interno ne costituiscono un inestimabile tesoro frutto dell’appassionato collezionismo dell’avvocato Agnelli e della moglie Marella e della loro volontà di condividere la gioia e il benessere derivanti dall’osservazione di dipinti e sculture con i concittadini torinesi e i turisti in visita in città.  Osservando i ventitré dipinti su tela e le due sculture della collezione permanente della Pinacoteca si compie un vero e proprio viaggio nella storia dell’arte degli ultimi tre secoli. Il Settecento è rappresentato dall’Alabardiere in un paesaggio di Giambattista Tiepolo e dalle straordinarie vedute di Canaletto e Bernardo Bellotto, mentre a raccontare la pittura del Novecento sono le opere dei futuristi Giacomo Balla e Gino Severini, di Picasso, Amedeo Modigliani e soprattutto di Matisse, di cui il museo conserva sette tele che costituiscono una raccolta unica in Italia e che dimostrano la passione evidente degli Agnelli nei confronti del maestro del colore. L’Ottocento è infine rappresentato dai gessi bianchi delle due eleganti ed eteree Danzatrici di Antonio Canova e dalle due tele degli impressionisti Manet e Renoir, rispettivamente La Négresse La Baigneuse blonde. Quest’ultimo dipinto, oltre che per le dense pennellate di colore, colpisce per la straordinaria storia che porta con sé. La bagnante dai lunghi capelli biondi ritratta con alle spalle il Vesuvio fumante è la giovane Aline Charigot, promessa sposa di Renoir: «Siccome non aveva i soldi per acquistare un anello di fidanzamento, l’artista decide di realizzare il ritratto della donna rappresentatola con una fede all’anulare cosicché la tela diviene il suo pegno d’amore», spiega Ginevra Elkann, presidente della Pinacoteca Agnelli e nipote Giovanni e Marella, nel contributo dedicato al dipinto cui è possibile accedere durante la visita utilizzando la tecnologia dei QR code.  L’impiego di tale tecnologia è solo una delle prove evidenti del fatto che il museo si aggiorna e evolve continuamente con l’obiettivo di stare il più possibile al passo con i tempi.

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La partecipazione della Pinacoteca al progetto Google Art, la collaborazione con Eataly e con le altre realtà commerciali del Lingotto, le visite tematiche della domenica e quelle guidate all’ora della pausa pranzo, le attività dal dipartimento educazione destinate alle famiglie, alle scuole e ai centri estivi, le conversazioni sul collezionismo e le mostre temporanee curate nei minimi dettagli – come quella ora in corso, Il viaggio dell’eroe. Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all’immagine che propone una selezione di ceramiche provenienti dalla collezione Intesa Sanpaolo – raccontano di un museo che nei suoi primi quindici anni di vita ha saputo costruire un solido rapporto con il territorio e che si propone di offrire al pubblico, costituito da circa cinquantamila visitatori all’anno, stimoli sempre nuovi per non tradire la missione con cui è nato: dare l’opportunità di fare ogni volta dei viaggi diversi e entusiasmanti in mondi sconosciuti.

 

Giulia Amedeo

In piazza contro l’atomica e con uno sguardo al Venezuela

In piazza Carignano il 5 agosto con  la presenza un centinaio di partecipanti attivi e molti passanti che si sono fermati a chiedere spiegazioni si è tenuta la manifestazione promossa da “Casa umanista”, insieme al “coordinamento di cittadini, associazioni ed enti contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi” e con il patrocinio del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte. Fra le personalità pubbliche presenti hanno anche preso la parola Silvio Magliano, capo gruppo dei Moderati in Comune, Fabio Gosetto, consigliere comunale dei 5 stelle, Mauro Carmagnola presidente del Movimento Cristiano Lavoratori e Marco Brunazzi del centro studi Salvemini. A seguire persone in rappresentanza di associazioni o singole.Dopo i saluti del Presidente della Regione Piemonte Chiamparino, tramite Giorgio Ardito e del Presidente del Consiglio Regionale Mauro Laus attraverso Gian Piero Leo (che ha portato, in maniera più informale ma sempre pubblica, i saluti e l’adesione di Davide Gariglio, del sen. Mauro Marino, dell’on. Osvaldo Napoli e del consigliere regionale 5 stelle Andrissi), a nome del Presidente Laus e dello stesso coordinamento di cittadini contro l’atomica lo stesso Leo ha  annunciato i prossimi due appuntamenti ufficiali: nella seconda metà di settembre un incontro in consiglio regionale con tutti i parlamentari (senatori e deputati) Piemontesi, su invito ufficiale del succitato coordinamento e del Presidente Laus. Poi l’inaugurazione, il 2 ottobre della grande mostra “Senzatomica” realizzata dalla Soka Gakai, condivisa e promossa dal movimento interconfessionale “Noi siamo con voi” e approvata ufficialmente e sostenuta (anche economicamente) dal comitato per i diritti umani della Regione Piemonte. “Tutta la manifestazione è durata circa un’ora e mezza – spiega Leo, vicepresidente del Comitato regionale Diritti Umani – e si è svolta in un clima di grande serenità, tolleranza, rispetto e simpatia. Anche due o tre interventi un po’ più estremi (uno di Rifondazione Comunista, che chiedeva l’uscita dalla Nato e dal nucleare; altri due di cittadini uno storico e un ingegnere – contrari al disarmo atomico e, ovviamente favorevoli alle centrali nucleari) sono stati accolti e ascoltati con attenzione e senza alcuna manifestazione di dissenso”. All’appello contro le atomiche si è aggiunto, su proposta di Mauro Carmagnola e di Leo, anche un altrettanto forte appello a favore del popolo Venezuelano e contro la dittatura di Maduro, richiamando, in particolare l’appello del Santo Padre.

I sindacati dei vigili del fuoco: esposto in procura su presunte inefficienze del numero unico 112

“Il call center, che si trova nella palazzina del centralino 118 a Grugliasco  non permette una gestione unitaria dell’intervento”

I sindacati dei vigili del fuoco hanno annunciato un loro  esposto in Procura per denunciare quelle che definiscono, come riporta l’Ansa, ” le inadempienze, le mancate attivazioni e i ritardi nei servizi di soccorso causati dal nuovo Numero Unico di Emergenza” (Nue). Non siamo contro il numero unico  ma critichiamo l’organizzazione del soccorso, che non è ‘laica’ e non permette interventi tempestivi”.
In conferenza stampa i rappresentanti dei vigli del fuoco hanno chiesto “la creazione di una sala interforze, il rispetto dei protocolli già stipulati e la giusta attribuzione delle chiamate di soccorso”. “Il call center, che si trova nella palazzina del centralino 118 a Grugliasco  non permette una gestione unitaria dell’intervento”. Secondo i sindacati i problemi sono diversi, come l’ingerenza del soccorso alpino nella gestione, talvolta esclusiva, del soccorso tecnico urgente anche in ambienti che non hanno nulla a che fare con territori montani.

Tante medaglie per gli arcieri piemontesi a Cantalupa

16 titoli individuali e 3 a squadre sono stati assegnati ieri a Cantalupa nella seconda e conclusiva giornata dei Campionati Italiani 3D. Evento giunto all’11esima edizione, per la prima volta accolto nel Comune di Cantalupa anche se già disputato qualche stagione fa nel territorio pinerolese. Un’edizione dei Campionati particolarmente importante in quanto ultimo dei tre test event in vista della convocazioni per i Mondiali 3D che si disputeranno a Robion (Francia) dal 19 al 24 settembre prossimi. L’organizzazione è stata curata da un team di società del torinese guidate dagli Arcieri delle Alpi sotto l’egida della Federazione Italiana Tiro con l’Arco e del Comitato Regionale FITARCO Piemonte. La manifestazione ha inoltre ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte e della Città Metropolitana di Torino, dei Comuni di Cantalupa, Cumiana, Pinerolo e Frossasco.

Le medaglie a squadre

Le prime finali hanno visto impegnate le squadre, che ieri sera avevano disputato i primi scontri diretti. Nella gara Senior maschile sono saliti sul gradino più alto del podio gli Arcieri Tigullio (De Ponti, Dondi, Noceti), che nell’ultimo atto del torneo hanno sconfitto 93-92 gli Arcieri Città di Pescia (Fantozzi, Gallo, Giannini), campioni uscenti. Il bronzo è andato agli Arcieri Fivizzano (Bellotti, Gallo, Potremolesi), che nella finale per il terzo posto hanno superato 94-90 gli Arcieri delle Rupe (Cocchi, Morara, Torricelli).

In campo femminile titolo tricolore per le atlete degli Arcieri Città di Pescia (Crocioni, Marchionni, Sacchetti), vittoriose 70-61 in finale contro il team degli Arcieri della Rupe (Bassi, Marcaccini, Rizzi). Terza piazza per gli Arcieri delle Alpi (Franchini, Pavan, Tesio), a segno con lo score di 76-65 contro le campionesse uscenti degli Arcieri Tigullio (Finessi, Forni, Noziglia).

Gli Arcieri Tigullio (De Ponti, Gaggero, Scotti) si sono laureati campioni italiani anche a livello Junior (maschile) bissando il titolo 2016, superando 79-71 in finale gli Arcieri dell’Airone (Luglio, Pauselli, Tironi). La medaglia di bronzo è andata agli Arcieri Torres Sassari (Fozzi, Maresu, Milia), in seguito al successo 56-42 contro gli Arcieri Langhe e Roero (Gerace, Massarone, Russo).

Le medaglie individuali Junior

Nel compound si sono imposti David Junior Vigliengo (Arcieri Alpignano) e Paola Natale (Arcieri di Malpaga B. Colleoni). Vigliengo ha sconfitto 15-8 Michael Tomelleri (Arcieri dell’Ortica); Paola Natale ha invece piegato 39-37 Giulia Cavagnera (Arcieri sul Serio). A conquistare le medaglie di bronzo sono invece stati Luca Toppio (Arcieri di Malpaga B. Colleoni) e Martina Del Duca (Sardara Achery Team), vittoriosi rispettivamente 33-31 contro Riccardo Bergesio (Arclub I Falchi Bra) e 20-18 contro Beatrice Sabia (Arcieri Lucani Potenza).

Nell’arco istintivo la finale maschile ha visto il successo di Michea Godano (Arclub I Falchi Bra), 18-10 contro Massimiliano Rosaci (Sirio Arco Club). Terzo gradino del podio per Emanuele Ari (Annuagras Arcieri Nurachi), che non ha lasciato scampo a Eddie Pozzoli (Arcieri Torrevilla) imponendosi 26-0. In campo femminile sono salite sul podio – nell’ordine dalla prima alla terza – Agnese Mangiarulo (Arcieri delle Sei Rose), Asia Genovese (Arco Sport Roma) e Alessia Depietri (Arcieri della Rupe). 10-8 il punteggio della finale per l’oro.

L’arco nudo ha premiato con il metallo più prezioso Alessandro Carassai (Arcieri Medio Chienti) e Gaia Borghi (Ypsilon Arco Club). Carassai ha battuto 31-18 David Bianchi (Arcieri Seri Art Cremona); Gaia Borghi si è aggiudicata l’oro 34-20 contro Eleonora Aquilanti (DLF Viterbo). Nelle finali per il bronzo Nicolò Bruna (Arcieri San Bartolomeo) e Cecilia Bermond (AGA) hanno avuto la meglio su Samuele Tironi (Arcieri dell’Airone) e Valeria Avetta (Comp. degli Etruschi), con il punteggio rispettivamente di 34-33 e 29-26.

Doppio titolo sardo nel longbow, con i successi di Salvatore Alessio Maresu (Arcieri Torres Sassari) e Carlotta Maccioni (Arcieri Uras). Il primo ha superato Simone Figliola (Arcieri dell’Ortica) 20-15, mentre Carlotta si è imposta 18-13 su Marta Del Casale (Polisportiva Cucciago ’80). Andrea Scotti (Arcieri Tigullio) e Martina Peserini (Tibur Archery Team) si sono aggiudicati il bronzo, battendo rispettivamente Stefano Russo (20-5) e Marta Vacchetti (29-21), entrambi tesserati per gli Arcieri Langhe e Roero.

Le medaglie individuali Senior

Giuseppe Marco Abagnale (Vercelli Archery Team) e Maddalena Marcaccini (Arcieri della Rupe) sono i nuovi tricolori compound, dopo le finali vinte contro il vicecampione europeo in carica Giuseppe Seimandi (Fiamme Azzurre) e Elisa Baldo (Arcieri Decumanus Maximus) con gli score di 42-41 e 36-35. Raffaele Gallo (Arcieri Fivizzano) ha vinto il bronzo maschile 38-37 contro Gianni Giuseppin (Arcieri Maniago). La vicecampionessa europea 2016 Monica Finessi (Fiamme Azzurre) ha conquistato quello femminile, 40-37 contro Simona Mazzali (Arcieri del Forte).

Nell’arco istintivo l’oro maschile è del campione europeo in carica Fabio Pittaluga (AGA), vincitore 28-23 nella finale-derby contro l’altro ligure Davide Vicini (Arcieri Tigullio); la medaglia di bronzo è di Enzo Lazzaroni (Arcieri delle Alpi), capace di aggiudicarsi 35-20 il derby piemontese contro Eros Lo Giudice (Arcieri Cameri). Tra le donne si è imposta Michela Donati (Arcieri Fivizzano), 37-15 contro Rossella Bertoglio (Arcieri Lodigiani) nella finale per l’oro. Terzo gradino del podio per Ilaria Marchionni (Arcieri Città di Pescia), a segno 21-20 contro Sabrina Vannini (Compagnia d’Archi).

Nell’arco nudo l’ultimo atto della gara maschile ha premiato l’azzurro Alessandro Giannini (Arcieri Città di Pescia), 38-35 contro Daniele Bellotti (Arcieri Fivizzano); la finale per il terzo posto è invece andata all’altro azzurro Eric Esposito (Arcieri Audax Brescia), 37-25 contro Alessandro Morini (Ypsilon Arco Club). In campo femminile la campionessa dei recenti World Games Cinzia Noziglia (Arcieri Tigullio) ha piegato 32-29 Ana Ioana Batin (Comp. Arcieri Novegro) nella finale per l’oro; Chiara Benedetti (Arcieri Eugubini) ha messo al collo la medaglia di bronzo, superando 24-23 Evelina Cataldo (Arcieri Vecchio Castello).

L’azzurro Alfredo Dondi (Arcieri Tigullio) e la plurimedagliata mondiale Giulia Barbaro (Arcieri I Gatti) sono i campioni italiani 2017 del longbow. Nella finale per l’oro hanno sconfitto il vicecampione mondiale Marco Pontremolesi (Arcieri Fivizzano) e Marina Tesio (Arcieri delle Alpi) con gli score di 31-29 e 29-10. Sul terzo gradino del podio sono saliti Giorgio Botto (Arcieri delle Alpi) e Adele Venturi (Arclub I Falchi Bra), entrambi a segno con il punteggio di 26-23 rispettivamente contro Ivan Marescacchi (Arcieri Aurora) e Marina Vianzone (Arcieri Compagnia degli Orsi).

Medaglie piemontesi

Arcieri delle Alpi (Irene Franchini, Marta Pavan, Marina Tesio) bronzo a squadre Senior

David Junior Vigliengo (Arcieri Alpignano) oro nel compound Junior

Michea Godano (Arclub I Falchi Bra) oro nell’arco istintivo Junior

Giuseppe Marco Abagnale (Vercelli Archery Team) oro nel compound Senior

Giuseppe Seimandi (Fiamme Azzurre/Arcieri delle Alpi) argento nel compound Senior

Enzo Lazzaroni (Arcieri delle Alpi) bronzo nell’arco istintivo Senior

Marina Tesio (Arcieri delle Alpi) argento nel longbow Senior

Giorgio Botto (Arcieri delle Alpi) bronzo nel longbow Senior

Eccezionale trapianto di rene su paziente “iperimmune”

Eccezionale attività di trapianto renale all’ospedale Molinette della Città della  Salute di Torino nell’ultimo mese estivo. Nelle ultime 4 settimane sono stati effettuati una serie concentrata di trapianti renali ad alta complessità come mai si è visto: 4 trapianti di doppio rene, di cui l’ultimo dopo perfusione dei reni con una speciale apparecchiatura, un trapianto renale in paziente definita “iperimmune” per l’alto rischio di rigetto e che per tale ragione ha effettuato particolare studio immunogenetico e  una specifica terapia nefrologica di  desensibilizzazione prima del trapianto, due terzi trapianti renale, un trapianto renale in urgenza per carenza di accessi vascolari per  effettuare la dialisi ove il rene è stato trapiantato in sede completamente diversa dal convenzionale. Questo oltre a un trapianto da donatore vivente da fratello a fratello e a 5 trapianti “ordinari” da donatori deceduti. Una girandola di trapianti renali caratterizzata da difficoltà cliniche e chirurgiche le più elevate nel campo, tutte concentrate in un tempo ristretto. Difficile ricordare una serie così impegnativa affrontata con successo in un periodo oltretutto in cui in molti ospedali ci sono riduzioni di attività per le ferie. Questa caleidoscopica attività di trapianto renale è possibile grazie al consolidato approccio multidisciplinare sul trapianto renale che permette di fare trapianti altrove difficilmente possibili e di farne anche tanti come in questo ultimo mese:  la parte assistenziale clinica verte sui nefrologi diretti dal professor Luigi Biancone e per la parte chirurgica sui chirurghi vascolari diretti dal dottor Maurizio Merlo, sugli urologi del professor Paolo Gontero e sugli anestesisti del dottor Pierpaolo Donadio; la parte laboratoristica specifica è sostenuta  dagli immunogenetisti del professor Antonio Amoroso e dagli anatomo-patologi del professor Mauro Papotti. Utile sempre ricordare che la componente infermieristica è essenziale per la gestione dei pazienti, ancor più in situazioni così complicate di base. “Rimarchevoli sono i risultati sul trapianto di doppio rene – dice il professor Biancone, responsabile del programma di trapianto renale delle Molinette – che consente minor tempo in lista ed una funzionalità nel lungo termine identica ed a volte superiore al trapianto di rene singolo per la stessa categoria di donatore. Nella pratica clinica in determinate situazioni si preferisce trapiantare  due reni contemporaneamente nello stesso paziente invece di uno per dare maggiori garanzie di funzionalità  col risultato alla fine di dare al paziente una massa funzionale superiore “ad abundantiam”. Oltretutto, nell’ultimo trapianto di doppio rene, i reni sono stati sottoposti a perfusione continua con delle particolari macchine che sono in grado di ricondizionare e meglio preservare la microcircolazione renale e riossigenare i tessuti renali quando il rene è ancora in ghiaccio ed il trapianto ha avuto subito un ottima partenza. La casistica dell’uso delle macchine da perfusione in questi organi è ancora piccola in Italia su questi reni ma i risultati sono molto interessanti ”

 

(foto: il Torinese)

Nonno con arsenale in casa minaccia tre automobilisti

Tre automobilisti sono stati minacciati con una pistola, dopo un litigio vicino alla Palazzina di caccia di Stupinigi. Il “pistolero” è un pensionato di 68 anni, vestito da donna al momento dei fatti, denunciato per minaccia aggravata e porto illegale di armi da fuoco. I carabinieri hanno trovato la pistola, una Beretta 7,65 col colpo in canna, e un coltello a scatto con una lama di nove centimetri all’interno della sua auto. Nell’abitazione dell’uomo anche un fucile Beretta, una doppietta Bernardelli, un fucile automatico Beretta calibro 12, una canna Beretta cal. 12, una pistola semiautomatica Beretta, cal. 6,35, un fucile sovrapposto Beretta, cal. 12, una rivoltella Smith & Wesson, 1 proiettile cal. 6,35, 5 proiettili cal. 38 sp e 20 proiettili cal. 12. Tutte le armi sono state sequestrate.

Quando è il politically correct a minare la libertà di espressione

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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Paradossalmente solo nei paesi islamici  la legge dello Stato coincide con quella del Corano. Il mondo occidentale si fonda invece proprio su una netta distinzione tra etica e diritto

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Un professore sessantenne di Corsico in provincia di Milano, e’ stato sospeso dall’insegnamento  con  riduzione dello stipendio perché ha criticato nel corso di una sua lezione il ramadan islamico, definendolo assurdo. Non gli è stato neppure consentito di difendersi , presentando le sue controdeduzioni, come sancisce la legge. In più e’ stato anche  deferito dalla sua preside alla commissione regionale del Miur per verificarne l’idoneità all’insegnamento . Un provvedimento molto grave  che potrebbe far pensare a certi trattamenti a cui erano sottoposti i dissidenti in URSS, anche se il paragone appare francamente un po’ forzato, ma non del tutto infondato. Il vittimismo per il vittimismo non è mai di per sè accettabile, anche se d’istinto ho espresso subito la mia solidarietà al professore soprattutto per il silenzio che circonda il suo caso che merita tuttavia un approfondimento e una serie di riflessioni che vanno oltre il fatto specifico. Stiamo parlando di un professore di diritto e forse il docente ha debordato, dando quel giudizio. I digiuni islamici o cattolici che siano, non appartengono alla sfera delle discipline giuridiche, ma a quelle dell’etica religiosa. Due cose totalmente diverse perché il non rispettare una legge può essere un reato, il non rispettare un dettame religioso è considerato un peccato o comunque una mancanza più o meno grave sotto un profilo etico. Paradossalmente solo nei paesi islamici  la legge dello Stato coincide con quella del Corano. Il mondo occidentale si fonda invece proprio su una netta distinzione tra etica e diritto.

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 La presenza di una studentessa islamica nella classe  doveva indurre il professore al rispetto. Al rispetto e non all’opportunismo autocensorio-sia chiaro- per evitare eventuali,possibili reazioni.Da quello che si sa, il professore e’ abbastanza integralista ed è amico di Magdi Cristiano Allam ,l’islamico convertito al cattolicesimo che lo ha subito difeso e che da convertito tende sicuramente  ad estremizzare,come succede spesso ai convertiti,tutte le situazioni.Chi ritiene di essere passato dalle tenebre alla luce,dall’errore alla verità,non riesce più a cogliere la tonalità del grigio,ma solo quella del nero e del bianco. Chi scrive ha difeso la pratica natalizia  del presepio nelle scuole,ma non ha difeso la presenza del Crocifisso nelle aule perché esso è stato trasformato riprovevolmente in un segno che divide.Il presepio fa parte di una tradizione anche laica, perché il Natale viene festeggiato anche dai non credenti. Il Crocifisso(pensiamo alle Crociate o alle conquiste spagnole nel Sud America) è stato usato non sempre per fini di pace,anche se di fronte al Cristo in croce chiunque abbia  un po’ di sensibilità non può non essere colpito dalla morte orrenda di un uomo verso  cui non si può non sentire-al di là della fede – non solo un rispetto senza riserve,ma  soprattutto sentimenti che trascendono ogni visione di parte e toccano i valori più intimi del nostro essere uomini. Anche Natalia Ginzburg difese il Crocifisso con argomentazioni che dovrebbero far riflettere.E il mondo dell’arte è così permeato dalla figura di Cristo che nessun laicismo può disconoscere.

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 I laici liberali vogliono la separazione tra Stato e Chiesa e ritengono che la scuola statale debba essere di tutti, senza eccezioni. Quindi la scuola non può discriminare nessuno. E’ la libertà nella scuola di cui parlava Bobbio, diversa dalla libertà di scuola , di cui parlano i cattolici. Ma proprio questo principio non può escludere a priori nessuno, anche il vecchio professore che esprime un giudizio in una classe quinta di un istituto superiore in provincia di Milano. Cioè di fronte a dei maggiorenni. E’ un particolare che non va sottovalutato. Non si possono prendere provvedimenti punitivi contro di lui, a meno di colpire nello stesso modo i tanti docenti di storia, di filosofia, di lettere, ma anche di scienze, che manifestano sistematicamente il loro rifiuto più totale del Cristianesimo e predicano l’ateismo come scelta di vita o sottolineano costantemente la banalità del Cristianesimo , considerato come lo definiva Voltaire, ”l’infame” a cui ascrivere l’intolleranza e lo stesso arretramento della civiltà rispetto al mondo classico. L’odio anticristiano è più presente nella scuola italiana di quello che si possa pensare. La religione stessa, al di là del Cristianesimo è considerata una sorta di superstizione che opprime l’umanità  , come la consideravano Lucrezio e tanti altri. Lo stesso richiamo a Nietzsche è un riferimento al suo anticristianesimo. Anzi, la sua riscoperta è dovuta anche se non soprattutto alla sua ribellione anticristiana.

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 Molti  marxisti hanno abbracciato il laicismo come nuova fede, una sorta di surrogato della vecchia ideologia condannata dalla storia  ed ostentano un’intolleranza anticristiana  evidente, anzi spesso orgogliosa. Una sorta di superiorità intellettuale rispetto a chi crede. Persino Eugenio Scalfari si è accorto che l’ateismo porta a posizioni assolutistiche e intolleranti :si definisce infatti  non credente ,ma rifiuta di considerarsi ateo. I laici liberali  sono per una scuola che rispetti ogni religione perché la libertà ,come diceva Nicola Matteucci, trova le sue radici storiche proprio nella libertà religiosa. Ma in gioco c’è anche la libertà di espressione più in generale ,garantita dalla Costituzione. Guai se bastasse la protesta di un’allieva islamica per far sospendere un professore e soprattutto a far mettere in forse la sua idoneità all’insegnamento. Ci metteremmo in un pericoloso vicolo cieco.  Certo, va sempre rispettato  il principio della libertà di apprendimento ,ma deve valere anche quello della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione e spessa non sufficientemente tutelata a partire dal ’68,nell’eterno ’68 italiano. Le due libertà si conciliano con il buon senso e il reciproco rispetto . L’allieva non era certo condizionata dal professore che ha avuto per cinque anni: non si  è alzata in piedi al suo ingresso, adducendo proprio il fatto di essere affaticata dal digiuno praticato durante il ramadan. L’allieva islamica non si doveva sentire offesa così come gli studenti cattolici non possono impedire agli atei di insegnare.

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La circolazione delle idee fa la buona scuola ,l’ intolleranza impedisce invece un clima didattico adeguato. Il professore di Corsico forse doveva astenersi da quella valutazione personale, ma la preside che lo ha colpito, ha sbagliato  gravemente perché non è suo compito sanzionare ,ma semmai mediare,specie in una scuola come quella che dirige. Compito del dirigente scolastico è garantire le regole di una convivenza civile, evitando, se possibile, il conflitto all’interno dell’istituzione scolastica. Essere forti con i deboli e deboli con i forti non è mai una scelta giusta. Ridurre a fatto burocratico un conflitto di idee non è mai segno di grande intelligenza.  Un giudizio-giusto o sbagliato che sia- sul ramadan non dimostra certamente l’inadeguatezza del docente, semmai la sua parzialità. Ma quanti sono stati i professori che fiancheggiarono le Br e che nessuno sanziono’ ? Quanti sono gli insegnanti che hanno intruppato ideologicamente greggi di allievi? I cattivi maestri sono loro, non il vecchio  professore di Corsico punito per un’ opinione magari fuori posto, ma che, certamente, non lede nessun diritto.

scrivere a quaglieni@gmail.com