“Alla sinistra sono rimaste solo le urla e gli insulti”, afferma Matteo Salvini, a Fossano per un comizio elettorale. “Abbiamo già vinto a Fossano come in Italia, perché quando vai in piazza – ha detto – devi proporre delle idee sulle tasse, sul lavoro e sull’Europa, sulle banche e sulla giustizia. Invece le uniche idee che hanno loro sono ‘fascisti’, ‘razzisti’ e ‘no no no’, ma noi abbiamo bisogno di una vagonata di sì”. Sul versante politico opposto Nicola Zingaretti, segretario del Pd, è intervenuto a Torino, dove ha esortato a votare per Sergio Chiamparino: “Avere un buon governatore fa la differenza e non è vero che la crisi è stata affrontata da tutti nello stesso modo: c’è chi ha avuto buone amministrazioni e l’ha affrontata meglio. In Piemonte abbiamo un grande presidente, che ha difeso la regione non solo risanandola, ma ricollocandola in Europa. Difendete questa terra – ha concluso – Non fatela cadere in mano a chi sta distruggendo l’Italia”.
Interviene il presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, Domenico Distante, in riferimento alla presentazione dello studio Eurispes “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte”
“Le valutazioni offerte da Eurispes nel convegno organizzato a Torino e presentate dall’Osservatorio Giochi, legalità e patologie nello studio “Gioco pubblico e dipendenze in Piemonte” al quale ha dato il suo illuminato contributo il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, oltre ad aver fornito una chiara valutazione sulla efficacia degli strumenti di limitazione previsti dalla normativa regionale, introdotti anche in altre regioni, dimostra a più ampio raggio e con estrema evidenza il nesso fra riduzione dell’offerta di gioco e aumento dell’illegalità. L’impatto sul piano occupazionale all’interno della filiera è più volte indicato come elemento di estrema preoccupazione”. E’ il commento del presidente Sapar Domenico Distante a margine dei risultati presentati a Torino da Alberto Baldazzi, coordinatore della ricerca, alla presenza di autorevoli relatori fra i quali Antonio De Donno, procuratore capo di Brindisi e Presidente dell’Osservatorio permanente su Gioco, Legalità e Patologie dell’Eurispes, Giancarlo Caselli, membro del Consiglio direttivo Eurispes e presidente del Comitato Scientifico della Fondazione “Osservatorio Agromafie” e Antonio Rinaudo, già sostituto procuratore della Repubblica di Torino e Direttore della sede piemontese dell’Eurispes. “Quanto emerge dallo studio Eurispes – sottolinea Distante – conferma e supporta le nostre posizioni sull’argomento, l’uso del distanziometro, inutile arma deterrente, ha di fatto generato un vero e proprio caos nei regolamenti regionali con il duplice rischio, più volte denunciato da Sapar – che la diminuzione dei presidi legali, ovvero dei luoghi fisici di gioco, favorisce l’espulsione dell’offerta di gioco legale a vantaggio di quello illegale”. “Le difformità evidenziate dai relatori dovrebbero scuotere il Governo anche in relazione all’attività dei dipartimenti Asl. Sulle dipendenza patologiche si sa ancora molto poco in assenza di dati scientifici e statistici ma lo studio fornito di recente dall’Istituto Superiore di Sanità dimostra come il passaggio tra gioco problematico e patologico sia molto raro”. “Le valutazioni di Eurispes sugli effetti del “distanziometro” – sottolinea il presidente Sapar – confermano quanto la nostra Associazione ripete da tempo. E’ un elemento ininfluente sui comportamenti dei giocatori. Eurispes né offre la certezza sia sulla base dei dati pubblicati dall’ISS che da uno studio precedentemente condotto in Puglia”. “Il distanziometro non mitiga la pulsione al gioco dei giocatori problematici e oltrettutto la crescita della illegalità è da porre in relazione con la compressione del gioco legale. Se poi si aggiunge che le cifre sul DAP sono meno allarmanti rispetto all’uso di tabacco, alcool e droghe, possiamo trarre le dovute conclusioni su una inutile battaglia”. In merito a quanto sta accadendo in Piemonte (dati Eurispes), nonostante i divieti imposti dalla legge regionale i volumi di gioco dei cittadini piemontesi sono aumentati”. In occasione della manifestazione organizzata all’indomani del varo della legge regionale in Piemonte nel dicembre 2017 – aggiunge Distante – nel corso dell’audizione in Regione, mentre i lavoratori protestavano per la difesa del proprio posto di lavoro, ebbi modo di preannunciare che a quei posti di lavoro si sarebbe sostituita la criminalità organizzata. Le recenti operazioni condotte dalla Guardia di Finanza in Piemonte che hanno portato al sequestro di apparecchi illegali aggiungono agli studi una chiara evidenza dei fatti”.
Da questi frutti rossi, belli, gustosi un dessert delicato, raffinato molto morbido e fresco
Come resistere a fragole e lamponi? Da questi frutti rossi, belli, gustosi un dessert delicato, raffinato molto morbido e fresco dalla consistenza di una mousse, facile da preparare, bello da presentare guarnito con ciuffi di panna montata, ideale per un fine pasto proprio da…trionfo!
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Ingredienti per la bavarese:
250ml di latte fresco intero
250ml di panna fresca da montare
500gr. di fragole e/o lamponi
12gr. di gelatina in fogli
100gr.di zucchero a velo
zeste di limone
Decorazione:
250gr. di panna fresca da montare
poco zucchero
fragole o lamponi interi
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In una ciotola mettere in ammollo i fogli di colla di pesce in acqua molto fredda e lasciar ammorbidire. Lavare delicatamente le fragole o i lamponi metterli nel frullatore con lo zucchero a velo e frullare. Scaldare il latte con la scorza del limone, aggiungere la gelatina ben strizzata, mescolare bene e filtrare con un colino a maglie fitte. Mescolare al latte raffreddato il frullato e aggiungere la panna leggermente montata. Prendere uno stampo da ciambella e bagnare l’interno con acqua fredda. Versare il composto nello stampo, coprire con pellicola e porre in frigorifero per 12 ore. Prima di servire, immergere in acqua calda (fino al bordo) lo stampo per pochi secondi poi, capovolgere la bavarese sul piatto da portata. Decorare a piacere con fragole o lamponi e fiocchi di panna montata.
Paperita Patty
Trentottomila famiglie a rischio e 11mila che ricorrono al Monte dei pegni, nel solo Piemonte. Questo in sintesi il dramma del gioco d’azzardo, ancorché legale e della ludopatia come emerge dalle più recenti statistiche presentate dall’Osservatorio sull’usura e il gioco d’azzardo
L’occasione è stata l’incontro “Io gioco ma non azzardo, educazione e prevenzione: progetto di educazione alla legalità economica della Guardia di Finanza”, organizzato dal Consiglio regionale del Piemonte. “Solo conoscendo a fondo il problema può esserci una presa di coscienza molto forte da parte delle nuove generazioni”, ha sintetizzato il comandante regionale delle Fiamme Gialle, Giuseppe Grassi, spiegando le finalità dei corsi per i giovani che i militari svolgono negli ultimi anni. Il significato della “legalità economica” e della consapevolezza di essere “cittadini e cittadine titolari di diritti e doveri anche sul piano economico”, è stato illustrato all’Arena Piemonte dal capitano Arrigo Galvan e dal maresciallo Pasquale Amati che hanno curato per il Comando regionale l’iniziativa. L’incontro è stato promosso dall’Assemblea legislativa in relazione alla legge regionale 9 del 2016 “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”. In base ai dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, elaborati da Ires Piemonte, la nostra regione risulta essere l’unica in Italia in cui si registra un significativo calo dei volumi di gioco d’azzardo “fisico”: meno 503milioni nel 2018, con una riduzione del 9,8% rispetto al 2016 e del 4,8% rispetto al 2017. Nello stesso periodo, mentre le perdite dei giocatori piemontesi si sono ridotte del 17%, nel resto d’Italia il gioco d’azzardo ha invece continuato ad aumentare.
Il 9 maggio, presso la Biblioteca Nazionale di Roma, le classi prima quinquennale e prima quadriennale sperimentale del Liceo Linguistico Europeo Vittoria di Torino sono state premiate per un importante lavoro sull’ambiente svolto nell’ambito del concorso Convegno l’Età Verde, Gruppo Internazionale Aurelio Peccei
L’ “Età Verde” è un’associazione internazionale che ha come obiettivo la presentazione, discussione e diffusione tra i giovani e meno giovani dei grandi temi mondiali sull’ambiente ed è intitolata a Aurelio Peccei, il manager che 50 anni fa già si chiedeva quale fosse il futuro del pianeta. Uno tra i primi studiosi ad avere insistito sulla necessità di pensare a un futuro sostenibile, in un libro destinato a passare alla storia: “I limiti dello sviluppo”.
I ragazzi hanno realizzato un’edizione speciale del videogiornale VITTORIANEWS 5minutes, che rientra nel più ampio VITTORIA FOR FUTURE, un progetto fortemente laboratoriale e interdisciplinare che vede coinvolte diverse materie come Scienze, Chimica, Biologia, Diritto, Economia, Ecologia, Multimedialità e che si pone la precisa finalità di formare i futuri “cittadini della sostenibilità”.
VITTORIANEWS 5minutes vuole essere la risposta degli studenti di prima del liceo Vittoria alla loro coetanea svedese Greta Tunberg, che li ha invitati, insieme ai giovani di tutto il mondo, a preoccuparsi in modo concreto e fattivo del nostro pianeta. Gli studenti, fin da novembre, e ben prima della formazione del movimento “Fridays for future”, si sono documentati sul problema del riscaldamento globale, sull’inquinamento ambientale – soprattutto da plastiche – sulle normative nazionali ed europee vigenti e in via di approvazione, sulle possibilità offerte da nuovi sistemi economici come l’economia circolare, sull’utilizzo di plastiche biodegradabili, presentandone i pro e i contro. Hanno effettuato esperimenti di laboratorio per la creazione della bioplastica e per valutarne la degradabilità e hanno tratto le loro conclusioni.
I ragazzi accompagnati dalle docenti di diritto, economia e scienze hanno ritirato una targa e un telescopio per la scuola.
Link al video premiato https://vittoriaweb.it/liceo-europeo/category/news/
La Fetta di polenta
In Turingia, presso Nordhausen, a sud dell’Harz, la più settentrionale delle catene montuose tedesche, dove si dice che in una grotta riposi Federico Barbarossa, si trova Dora Mittelbau, un lager nazista “dimenticato” per decenni. Ciò che appare a prima vista – “Dora”- come un bel nome di donna, non deve trarre d’inganno: in realtà, sono le iniziali dell’organizzazione del lavoro tedesca (Deutsche Organisation Reichs Arbeit). E corrispondono “fisicamente”, ad uno dei luoghi più terribili del sistema concentrazionario nazista.
La sua costruzione, nell’estate del 1943, fu voluta da Hitler in persona allo scopo di produrvi le Wunderwaffen tedesche, le armi segrete del Terzo Reich, dopo che la base usata prima di allora, quella di Peenemünde, era stata distrutta tra il 17 e il 18 agosto 1943 dai bombardieri della Royal Air Force britannica. Secondo varie testimonianze, Dora doveva essere l’estremo tentativo di cambiare le sorti della guerra, grazie ai missili che vi venivano costruiti come le micidiali V1 e V2. Le V2 – grandi razzi, alti 14 metri e larghi quasi due, pesanti circa 11 tonnellate ( 9 delle quali erano di combustibile), con un carico di una tonnellata d’esplosivo – venivano costruite nei due grandi tunnel sotterranei, lunghi circa tre chilometri e collegati fra loro da una quarantina di gallerie, al riparo dalle incursioni alleate. La sigla V2 stava per Veegeltungswaffe 2( traducibile in “arma di rappresaglia n. 2“, da un’idea del ministro della propaganda del Reich, Joseph Goebbels). All’interno del campo lavorarono anche importanti scienziati nazisti, tra i quali Wernher von Braun, il “padre” della V2, al quale, secondo molti, si deve in parte il progresso scientifico aerospaziale che ha permesso all’uomo di andare sulla Luna. Da quei lunghi tunnel uscirono 5.789 micidiali V2 che, in gran parte furono lanciate su Londra e Anversa. Un lavoro massacrante per i deportati, costretti a vivere in condizioni disumane nelle caverne, senza vedere la luce per mesi. Spesso perivano nelle gallerie per il troppo lavoro, per la cattiva alimentazione e per le percosse. Tra la fine dell’agosto 1943 e l’aprile del 1945 transitarono
da Dora 60 mila deportati, dei quali circa 20 mila vi persero la vita. Tra di essi vi furono 1.500 italiani, deportati politici e anche militari e quasi un terzo di loro vi trovò la morte. Dopo la guerra, fatte saltare le gallerie e trasferiti negli Usa e nell’Urss centinaia di scienziati, su Dora cadde il silenzio.I primi ad arrivare furono gli americani ai quali Von Braunl si consegnò con i suoi piani di costruzione delle V2 e con tutti i suoi ingegneri, passando al servizio degli Usa, con la garanzia dell’ asilo e la cancellazione dei crimini di guerra. Di Mittelbau Dora si “dimenticarono” anche i processi di Norimberga, unico lager che non venne citato. Un oblio durato fino a pcoh anni dalla caduta del muro di Berlino e della riunificazione tedesca. Ora le gallerie sono in parte visitabili e accanto c’è un memoriale. Il lungo silenzio, però, pesa come un macigno. Molte testimonianze sostengono che sia stata la conseguenza dell’invenzione delle V2 , antesignane dei missili balistici (nel 1969 l’uomo arrivò sulla Luna spinto dal razzo Saturno 5, progettato sotto la direzione di Wernher von Braun: di fatto, l’evoluzione della V2 ) . Questa tecnologia favorirà la conquista dello spazio da parte di americani e russi, ed entrambi non avevano nessun interesse a ricordare ciò che aveva tragicamente preceduto le loro imprese. In quell’inferno sotterraneo, nel freddo umido di quelle gallerie fiocamente illuminate, tra i rottami dei razzi, si percepisce ancora l’enormità del dolore e della sofferenza di chi non vide più la luce nel più duro campo di lavoro forzato del regime delal svastica. Ed è questa la memoria che resta e che non può essere dimenticata.
Marco Travaglini
Domenica si gioca l’ultima partita di Torino Basket sponsorizzata FIAT e targata Auxilium. Siamo alla fine. Retrocessione conclamata e penalità definite (e forse non è ancora finita…) hanno concluso una stagione difficile da definire solo a parole
Al di là di tutte le vicende giudiziarie legate alle sanzioni varie in cui non vogliamo minimamente entrare in quanto ci saranno organi preposti a valutare, l’annata si chiude con un risultato inquietante in termini anche solo di risultati. 10 sconfitte a zero in Eurocup, 21 sconfitte e 8 vittorie in campionato, una vinta e una persa in Supercoppa Italiana per un totale di 32 sconfitte e 9 vittorie. Esaltante non è la parola giusta. Ultima partita senza alcun senso se non quello di far entrare più gente possibile a vedere uno spettacolo surreale. Si leggono post, si leggono commiati, si leggono lacrime… Sarà, ma il mondo torinese rimpiangerà profondamente tutto quello che ha vissuto in questi anni. Chiedersi se e quando e come tornerà non è dato saperlo. Sicuramente, errori ne sono stati fatti tanti, ma dare colpe è sempre troppo facile, pur se si può ipotizzare con fatica di non cadere in tentazione di farlo. E’ evidente che se ritornerà dovrà farlo in altro modo non nei risultati ma nella programmazione, ma questo è sotto gli occhi di tutti. Una partita surreale, da vivere come? C’è chi vorrà rendere omaggio ai “lavoratori” tra giocatori e staff di quest’annata da 9 vittorie e 32 sconfitte ufficiali, chi si complimenterà con gli oscuri lavoratori dell’ombra (forse o sicuramente i più danneggiati da questa debacle conclamata), e chi piangerà per lo spettacolo del basket che volerà via. Di sicuro bisognerebbe trovarsi tra tifosi, gli unici sicuri sconfitti di questa realtà, che hanno solo speso e nulla guadagnato, e che ci hanno rimesso emozioni, arrabbiature e delusioni morali al punto di tornare a casa trentadue volte con la tristezza nell’animo. I tifosi di Torino, quelli veri, hanno perso il loro sogno. Applauditevi tra di Voi. Giocatori e staff, pur con le loro tristezze presunte o reali, si riposizioneranno in altri lidi, chi più chi meno, in funzione della propria abilità e dell’abilità dei loro manager. Ma noi, tifosi del basket a Torino, dove potremo riposizionarci? La speranza è l’ultima a morire, ma insomma non potremmo definirci in salute. E così domenica, quando suonerà la sirena della fine partita, travisando un famoso libro di Hemingway che spero mi perdonerà per l’accostamento irriverente, non chiedetevi per chi suona quella sirena: quella sirena suonerà per tutti noi, tifosi, per la fine del sogno del basket che Torino ha vissuto in questi anni, e che senza i tifosi sarebbe una semplice esecuzione di gesti motori. Forza tifosi del basket: stringiamoci insieme, ci ritroveremo su qualche spalto prima o poi tutti insieme a gioire per Torino. Questi siamo noi, questi sono i tifosi del Basket, questi sono veramente Torino.
Paolo Michieletto
NUOTO PER SALVAMENTO: Campionato Regionale Assoluto
Un mese di maggio decisamente ricco di appuntamenti per quanto riguarda il Piemonte e il nuoto per salvamento si aprirà tra sabato e domenica a Torino, sede del Campionato Regionale Assoluto. Pinne, manichini e torpedo torneranno protagonisti tra le corsie del Palazzo del Nuoto; soprattutto saranno protagonisti 340 atleti, tesserati per 17 società del nostro comitato regionale ma provenienti anche da Liguria e Lombardia, richiamate dal contesto di alto livello della manifestazione. Tra loro tanti nuotatori medagliati in campo nazionale e alcuni, con la maglia azzurra, anche nei più importanti eventi internazionali, ultimo dei quali i Mondiali dello scorso novembre. Il programma del Campionato Regionale Assoluto di nuoto per salvamento si aprirà sabato pomeriggio alle 14.30 e si chiuderà domenica sera intorno alle 19. Tutti i dettagli su programma, partecipanti e sugli imminenti appuntamenti nazionali su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190509190251&area=6&menu=agonismo&read=salvamento