redazione il torinese

RUFFINO (FI): BOCCIATO IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. MUTUI “BEI” FERMI, ASSESSORE RIFERISCA IN AULA

Il primo giorno di scuola è assolutamente da bocciare. La situazione che vive il nostro sistema d’insegnamento è emergenziale, da collasso: altro che buona scuola qua ci troviamo di fronte ad una scuola brutta, anzi bruttissima“. A sostenerlo la vice presidente del Consiglio regionale piemontese Daniela Ruffino.

 

Spiega l’esponente regionale: “Il fatto che manchino le plafoniere, che i contributi  volontari dei genitori servano per la piccola manutenzione piuttosto che per l’arricchimento del piano per l’offerta formativa, che non siano state assegnate migliaia di cattedre, che manchino gli insegnanti di sostegno, che i Comuni si sostituiscono sempre più spesso allo Stato per interventi sul patrimonio scolastico, che i presidi domandino ai genitori il taglio erba reputo consegni alla storia un quadro avvilente e desolante della scuola piemontese e italiana“. 

 

Conclude Ruffino: “I mutui Bei, le poche risorse che venivano destinate per migliorare le nostre scuole, sono ferme al palo, bloccati nelle stanze del ministero e le scuole che attendono gli interventi di messa in sicurezza anche sismica. Attendiamo l’ennesima disgrazia? La tragedia della Darwin non ha insegnato nulla? Nella confusione tutto prosegue per buona volontà nel prossimo consiglio regionale di martedì chiederò all’assessore regionale all’istruzione di riferire sull’argomento all’Aula“.

Il Califfato in rotta

FOCUS di Filippo Re

Si sbriciola sempre di più il Califfato nel Siraq, come un mosaico che va in pezzi, frantumato dalle continue offensive delle truppe protette dal cielo dai jet della coalizione internazionale. Almeno tre milioni di persone sono già state sottratte alla ferocia dell’Isis, liberate da un incubo durato oltre tre anni. Resta però in piedi il progetto jihadista di esportare ideologia islamista e conquiste altrove, come già avviene, nel resto del Continente asiatico, in Africa, e in Europa dove brigate di foreign fighters sono state addestrate per colpire con ogni mezzo. Il Daesh non è morto, concordano analisti ed esperti dell’Onu, e pur avendo perso l’unità territoriale del suo Califfato rimane una concreta minaccia militare. Cacciato dalle sue “capitali”, l’Isis fa ancora paura e si rifugia nelle nuove “province”, i wilaya che i miliziani del Califfo amministrano in varie parti del Medio Oriente e anche altrove, fino al sud-est asiatico. Qui ritrovano forza e brutalità per rinascere. Dopo Mosul, in Iraq è caduta anche Tel Afar, Deir Ezzor in Siria sta per essere ripresa, la roccaforte Raqqa è prossima alla capitolazione, le enclave jihadiste al confine con il Libano sono state smantellate, la continuità geografica dell’autoproclamato Califfato è solo un brutto ricordo. Gli uomini neri del califfo sono in rotta ovunque dopo aver perduto l’80% dei territori che controllavano in Iraq e il 60% di quelli siriani. Tel Afar era l’ultima cittadina irachena della provincia di Ninive occupata dall’Isis da tre anni. Per l’esercito del premier Al Abadi si tratta di una conquista importante poiché Tel Afar, situata tra Mosul e il confine siriano, è una località strategica nella regione nord-occidentale dell’Iraq. Come era già accaduto per la conquista dell’antica Ninive, anche a Tel Afar decine di migliaia di civili sono rimasti intrappolati in città tra due fuochi incrociati e molti di loro sono stati usati dai jihadisti come scudi umani. Ora le forze armate di Baghdad appoggiate da milizie sciite filo-iraniane puntano verso la cittadina di Al Ayadieh, a una ventina di chilometri a nord di Tel Afar, verso la frontiera siriana. Giorni contati per l’Isis anche in Siria. Il lungo assedio jihadista a Deir Ezzor, sul fiume Eufrate, nell’est della Siria, è stato spezzato dall’esercito governativo e dalle milizie alleate. Per tre anni i soldati del califfo hanno assediato la città difesa da una guarnigione fedele al presidente Bashar al Assad e i civili sono sopravvissuti all’accerchiamento grazie ai viveri

 (AP Photo/Osama Sami)

e ai medicinali lanciati dagli aerei di Damasco. Nei giorni scorsi l’esercito siriano, appoggiato da truppe russe e dai raid aerei, ha guadagnato terreno e sconfitto più volte i fondamentalisti islamici nella provincia di Deir Ezzor, ricca di petrolio e gas. Anche Raqqa è sul punto di crollare davanti all’avanzata di curdi e forze speciali americane. Gran parte della città è stata riconquistata dopo sanguinosi combattimenti casa per casa. Anche nella battaglia di Raqqa i civili pagano il prezzo più alto. Molti muoiono sotto le bombe, chi tenta di fuggire viene ucciso e tanti altri vengono usati come scudi umani. Testimoni oculari di varie organizzazioni umanitarie denunciano bombardamenti indiscriminati che distruggono case e ospedali. In un rapporto di Amnesty International si legge che da quando è iniziata l’offensiva verso Raqqa centinaia di civili sono stati uccisi o feriti dai colpi dell’artiglieria e sotto i bombardamenti della coalizione a guida americana. Cecchini, esplosivi e mine hanno completato il massacro. A sud di Raqqa avanzano anche le forze lealiste siriane, sostenute dai russi, che cercano di stringere in una morsa i jihadisti del Daesh. Mentre il Califfato vive la sua lunga agonia, i cristiani rimasti nelle terre dell’Eufrate e del Tigri si contano sulla punta delle dita. “Le guerre hanno decimato le popolazioni e la presenza cristiana è ormai ridotta a numeri decimali”. Le parole di padre Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, lasciano poco spazio alla speranza. Nel suo recente intervento al Meeting di Rimini l’ex Custode francescano di Terrasanta ha chiarito una volta per tutte che il Medio Oriente è una regione completamente frammentata e in Siria “la sfida più grande è convincere le persone a tornare e a rientrare nelle loro case ma le prospettive sono incerte, le vite sono da ricostruire e nulla sarà come prima”. L’Iraq risulta tra gli Stati dove il calo del numero dei cristiani è più marcato a causa delle continue guerre che hanno distrutto la nazione. Negli anni Novanta erano oltre un milione e nel 2006 appena 300.000. Nel 2014, in seguito all’occupazione della Piana di Ninive da parte dello “Stato islamico” i cristiani fuggiti nel Kurdistan iracheno, in Giordania, Turchia e Libano, sono stati circa 140.000 mentre altri 50.000 hanno abbandonato il Paese. In Siria, dilaniata dalla guerra civile che infuria dal 2011, la popolazione cristiana è precipitata da 2,2 milioni nel 2010 a 1,1 milioni quest’anno con centinaia di migliaia di cristiani che hanno lasciato il Paese. Le radici della Chiesa siriana sono profonde e sopravvivono grazie al coraggio e alle iniziative delle parrocchie locali, dei francescani, dei gesuiti, dei salesiani. Tutto ciò è importante ma non è sufficiente per padre Pizzaballa e “molti cristiani attendono di emigrare definitivamente come testimoniato da tanti giovani iracheni sfollati con cui ho parlato”. Molti di questi giovani hanno trovato un rifugio sicuro nel Kurdistan iracheno, accolti e sfamati dai curdi che hanno svolto un ruolo di primo piano nella liberazione del Siraq dal Daesh. E per la zona autonoma curda irachena si prepara la sfida del referendum per l’indipendenza del Kurdistan che dovrebbe svolgersi il 25 settembre, giorno in cui i curdi dovranno decidere se diventare o meno indipendenti da Baghdad. Il condizionale è d’obbligo perchè si tratta di un referendum che in realtà nessuno vuole poiché stravolgerebbe i già fragili equilibri geopolitici del Medio Oriente e accenderebbe le aspirazioni all’indipendenza dei curdi che vivono nei Paesi limitrofi. Non lo vogliono la Turchia, l’Iran, il governo iracheno e gli stessi curdi sono tra loro molto divisi e anche contrari alla consultazione. Non lo vogliono neppure gli Stati Uniti che premono per il rinvio del referendum. Ma se il Califfato in Siria e in Iraq è ormai allo sbando, i combattenti di Al Baghdadi e di Al Qaeda continueranno a colpire, dal Maghreb al Sahel, dal nordAfrica all’estremo Oriente attraverso l’Afghanistan e l’Asia centrale con l’obiettivo di realizzare nuove versioni del Califfato e iniziare un’altra stagione di sangue, odio e violenza.

(Filippo Re – da “La voce e il tempo”)

Per la prima volta in Italia impiantato un “salva cuore” a impulsi elettrici

Per la prima volta in Italia è stato eseguito il primo impianto di un dispositivo per la Modulazione della Contrattilità Cardiaca (Cardiac Contractility Modulation: CCM), presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dalla dottoressa Maria Rosa Conte). L’intervento è stato effettuato dal dottor Stefano Grossi.Si tratta di una nuova tecnologia capace di migliorare la contrattilità del cuore, affetto da insufficienza cardiaca, mediante la stimolazione del muscolo cardiaco con impulsi elettrici ad alto voltaggio. Questa modalità di stimolazione non ha lo scopo di produrre il battito del cuore, come avviene per i pacemaker, ma determina una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato infatti si riduce l’attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula dai depositi. La sua concentrazione intracellulare si riduce e con essa la capacità della cellula di contrarsi e del cuore di pompare il sangue nel sistema circolatorio. Con la stimolazione CCM si verifica una progressiva riattivazione di geni e proteine che regolano il rilascio del calcio nella cellula, aumentandone la disponibilità con un miglioramento della funzione del cuore.La CCM non è un’alternativa al pacemaker: i pacemaker servono per stimolare il cuore quando l’impulso elettrico spontaneo del cuore a contrarsi è bloccato e quindi il cuore si ferma o rallenta criticamente. Nello scompenso cardiaco il cuore batte invece spontaneamente, ma è ridotta la sua forza di contrazione e quindi perde la sua azione efficace di pompa. La CCM con la sua stimolazione elettrica determina un aumento della forza di contrazione del muscolo cardiaco contrastando quindi l’insufficienza cardiaca. Il dispositivo con una batteria viene posizionato in una tasca sottocutanea e due o tre elettrocateteri conducono l’impulso elettrico fino al ventricolo destro, dove avviene la stimolazione del cuore. L’intervento di applicazione del dispositivo viene eseguito in anestesia locale e richiede mediamente una durata di 30-50 minuti. Il giorno seguente il paziente è già in condizione di alzarsi e la degenza ospedaliera è breve, pochi giorni in tutto.

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Progressivamente la stimolazione inizia a fare riprendere la contrattilità del cuore ed il paziente vede migliorare il proprio respiro e le proprie forze.Lo stimolatore viene ricaricato elettricamente ogni settimana dall’esterno mediante una placca posizionata sulla cute soprastante, attraverso un meccanismo di induzione elettrica.Dei malati di scompenso potranno beneficiare di questo trattamento quelli che non rispondono alle terapie attualmente disponibili: farmacologica, terapia resincronizzante cardiaca ed i pazienti che non possono essere inclusi nelle liste trapianto.Il paziente sottoposto all’impianto è un uomo di 57 anni, affetto da una forma avanzata di scompenso cardiaco non idoneo a trapianto di cuore nè ad impianto di dispositivi di assistenza meccanica al circolo. Già portatore di defibrillatore biventricolare, durante il ricovero è stato sottoposto a due procedure di ablazione per gravi aritmie che esitavano in arresto cardiaco. Tuttavia la capacità di contrazione residua del cuore era ormai al limite della sopravvivenza.A seguito dell’intervento di CCM il paziente ha iniziato a manifestare un progressivo e continuo miglioramento delle condizioni cliniche, fino alla dimissione dopo 15 giorni dall’intervento e diversi mesi precedenti di ricovero. Oggi la classe funzionale ed i parametri di contrattilità cardiaca sono migliorati nettamente ed il paziente è in grado di camminare e di provvedere autonomamente alle proprie cure personali. L’ insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo. A soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono circa 600.000 persone e si stima che la sua frequenza raddoppi ad ogni decade di età. In Piemonte i ricoveri per scompenso rappresentano il 2,2% del totale dei ricoveri, circa 12.000 all’anno. Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale. Fortunatamente la ricerca scientifica e le nuove tecnologie forniscono soluzioni un tempo impensabili per prolungare e migliorare la durata della vita.

 

 

Torna a Torino la tradizionale Festa dell’Italia

Dal 14 al 17 settembre, ogni giorno, dalle ore 18 all’interno del Parco della Pellerina in Corso Appio Claudio 176 interno 30, presso il “Circoletto Rosso” – Tennis Pellerina, sarà possibile partecipare a presentazioni di libri e convegni

“Con la Festa dell’Italia il Movimento Nazionale inizia l’anno che porta all’elezioni politiche fra la gente e con la gente. Convegni, presentazioni di libri, ma anche momenti di vera festa come le cene tricolori e serate musicali e di cabaret”, dichiarano all’unisono il Consigliere regionale Gian Luca Vignale, Presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità e il Coordinatore regionale Marco Botta.

L’unità e la coesione delle forze politiche sarà il tema principale del convegno di apertura di giovedì 14 settembre “Regionali del 2019: uniti si vince?” e in quest’occasione intorno allo stesso tavolo ci saranno il Coordinatore Direzione Nazionale MNS, Giuseppe Scopelliti, e tutti i coordinatori regionali del centro destra piemontese.

“La quattro giorni di Festa dell’Italia vuole stimolare anche la necessità di cambiare completamente l’agenda politica regionale e nazionale, coinvolgendo ospiti del centrodestra di livello nazionale e regionale in un dialogo aperto con i cittadini” ribadiscono Botta e Vignale.

La scelta dei convegni nei giorni successivi non è casuale: venerdì 15 il Presidente del MNS Francesco Storace discuterà “Lo Ius Soli: una legge da non approvare, un principio da abolire“, sabato 16 “La sovranità come baluardo della democrazia” sarà il tema presentato alla presenza del Vicesegretario nazionale MNS Roberto Menia con l’importante partecipazione di Diego Fusaro e domenica 17 la Festa si concluderà trattando uno dei temi più importanti di questo periodo storico “La tutela del lavoro italiano” alla presenza del segretario nazionale MNS Gianni Alemanno. Oltre ai già citati esponenti politici ad ogni iniziativa parteciperanno esponenti del MNS regionali e di altri partiti politici come Forza Italia, Lega Nord, UDC, Direzione Italia.

“Questi tre convegni individuano quelle che per noi sono 3 priorità dichiara il Consigliere regionale Gian Luca Vignale In primis è fondamentale respingere completamente il principio culturale e politico dello Ius Soli e il presidente Storace porterà il suo contributo per l’occasione, inoltre crediamo nella sovranità politica e monetaria di uno stato, individuando il sovranismo come unico baluardo alla difesa della democrazia. La Festa si chiuderà con un tema per noi essenziale: la tutela del lavoro italiano, che vedrà nella marcia per il lavoro italiano promossa dal MNS a Roma il 14 ottobre la logica conseguenza”.

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PROGRAMMA

Giovedì 14 Settembre

Ore 18.00: “INAUGURAZIONE FESTA DELL’ITALIA” Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione nazionale MOVIMENTO NAZIONALE Luisa BERGOGLIO: Componente Assemblea nazionale MNS Angelo D’AMICO: Componente Assemblea nazionale MNS Luigi FURGIUELE: Componente Assemblea nazionale MNS Elvio GUGLIELMET: Componente Assemblea nazionale MNS Ore 19.00: Convegno: “REGIONALI DEL 2019: UNITI SI VINCE?” Introduce: Massimo FICARA: Commissario MNS Provincia del VCO Intervengono: Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione Nazionale Movimento Nazionale Marco BOTTA: Commissario regionale Movimento Nazionale Gilberto PICHETTO FRATIN: Coordinatore regionale e Presidente gruppo consiliare FORZA ITALIA in Piemonte Riccardo MOLINARI: Segretario nazionale LEGA NORD Piemonte Gian Luca VIGNALE: Presidente Gruppo consiliare MNS in Regione Piemonte Roberto ROSSO: Coordinatore regionale Direzione Italia Giovanni BAROSINI: Coordinatore regionale UDC Moderano: Michele RUGGIERO: Giornalista RAI Francesco ROSSA: Direttore editoriale “Civico 20 News” Ore 20.30: Cena tricolore

Venerdì 15 Settembre

Ore 18.00: Presentazione del libro: “ITALIA ALLO SBANDO” Incontro con l’autore: Augusto GRANDI Ore 19.00: Convegno: “LO IUS SOLI: UNA LEGGE DA NON APPROVARE, UN PRINCIPIO DA ABOLIRE” Introduce: Alessandro BEGO: Commissario Provincia di Alessandria MNS Intervengono: Francesco STORACE: Presidente Nazionale del MOVIMENTO NAZIONALE Carlo GIACOMETTO: Coordinatore provinciale Forza Italia Marco ZACCHERA: Dirigente Fondazione Alleanza nazionale Alessandro BENVENUTO: consigliere regionale LEGA NORD Piemonte Modera: Andrea Costa: Giornalista “Il Giornale” Ore 20.30: Cena Tricolore

Sabato 16 Settembre

Ore 18.00: Presentazione dell’opera: “STORIA DELL’ITALIA UNITA – generazione e corruzione di uno Stato Nazionale” Incontro con l’autore: prof. Marcello Croce Ore 19.00: Convegno: “LA SOVRANITÀ COME BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA” Introduce: Gabriele MARTINAZZO: Commissario provincia di Biella del MNS Intervengono: Diego FUSARO: filosofo Roberto MENIA: Vicesegretario nazionale Movimento Nazionale Ennio GALASSO: Componente Direzione nazionale del Movimento Nazionale Ferrante DE BENEDICTIS: Commissario cittadino Torino MNS Modera: Brunella BOLLOLI: Giornalista “Libero” Ore 20.30: Cena Tricolore; Ore 21.30: Serata musicale in compagnia di “Attila”

Domenica 17 Settembre

Ore 19.00: Convegno: “LA TUTELA DEL LAVORO ITALIANO” Introduce: Francesco Zanotti: Commissario Provincia di Vercelli MNS Intervengono: Gianni ALEMANNO: Segretario nazionale del Movimento Nazionale Claudia PORCHIETTO: Consigliere regionale FI, Vice Presidente Commissione Attività Produttive Giorgio FELICI: Presidente regionale CONFARTIGIANATO Carlo MAJORINO: Amministratore Unico di Saa Scarl – School of Management dell’Università degli Studi di Torino Alberto MORANO: Notaio e consigliere comunale Lista Morano Comune di Torino Moderano: Bruno BABANDO: Direttore “Lo Spiffero” Paolo VARETTO: Giornalista “CronacaQui” Ore 20.30: Cena Tricolore Ore 21.30: Serata di Cabaret con i “CD ROM” e “Paride MENSA” Ore 22.30: Estrazione Sottoscrizione a Premi

 

 

Al Mauto, tra auto che hanno fatto la storia

Il Mauto di Torino non ha eguali in Italia, non solo perché conserva oltre duecento autovetture di ottanta differenti marche attraverso le quali è possibile ripercorrere le tappe più significative della storia dell’automobilismo, ma anche perché è l’unico Museo Nazionale dedicato ai veicoli a quattro ruote. Intitolato all’avvocato Giovanni Agnelli, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino è stato fondato nel 1932 e ha aperto al pubblico nel 1939. Dal 1960 ha sede nel palazzo di Corso Unità d’Italia che, appositamente progettato dall’architetto Amedeo Albertini, nel 2011 è stato oggetto di una profonda ristrutturazione architettonica alla quale hanno fatto seguito la definizione di un allestimento accattivante e la creazione di un ordinamento intelligente che hanno permesso di valorizzare la ricca collezione di automobili, combinando alla perfezione rigore scientifico e esigenze divulgative.

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La visita ha inizio al secondo piano del museo dove è protagonista il Novecento. Dopo aver scoperto la complessa origine della locomozione ed aver ammirato la carrozza di Bordino e gli altri mezzi sperimentali concepiti nel corso del XIX secolo per sostituire il motore ai cavalli, si entra nel «grande garage del futuro» in cui sono raccolti alcuni dei primi preziosi modelli prodotti per essere venduti sul mercato. Seguono le sale in cui si raccontano l’inarrestabile evoluzione e la progressiva diffusione delle automobili. Inizialmente considerate come beni di lusso riservati a pochi, sono indispensabili mezzi di trasporto durante il primo conflitto mondiale prima di diventare, a partire dalla seconda metà del Novecento, oggetti di una nuova dimensione industriale. Alla produzione seriale si accompagnano sempre più lo studio tecnico e la ricerca estetica, finalizzati a produrre veicoli in cui eleganza e prestazioni si combinano alla perfezione. Grazie agli studi di aerodinamica e alla nuova attenzione per il design, nascono automobili straordinarie come la berlinetta sportiva 202 della Cisitalia che, con il suo telaio tubolare e l’elegantissima carrozzeria Pininfarina, segna una vera e propria rivoluzione nello stile delle automobili.

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L’itinerario di visita prosegue al primo piano dove le otto immense sale sono dedicate a descrivere le molteplici declinazioni del rapporto che lega l’automobile all’uomo. Si rimarrebbe ore a studiare il pavimento illuminato con la piantina di Torino sulla quale è segnalata la grande quantità di costruttori, carrozzieri, officine e fabbriche che hanno fatto del capoluogo piemontese la città dell’automobile. Allo stesso modo, si resta colpiti dall’incredibile evoluzione che i singoli componenti meccanici – dalla ruota alle sospensioni, passando per i motori – hanno conosciuto nel corso del tempo. A lasciare senza fiato è però, senza ombra di dubbio, la lunga galleria dedicata alle auto da corsa. Accanto alla Fiat 130 HP con cui Vincenzo Nazzaro vinse il gran premio organizzato dall’Automobile Club di Francia nel 1907 e alla Mercedes Benz W196 portata alla vittoria da Fangio, si possono ammirare alcune delle auto che hanno fatto la storia del reparto corse della Ferrari: la 312 T5 di Gilles Villeneuve, la F2001 e la F2003 GA, con le quali Michael Schumacher vinse il titolo piloti, la Ferrari F2005 disegnata da Aldo Costa e infine la 248 F1, protagonista del campionato 2006.

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Chiudono il percorso le sale dedicate al car design, eccellenza italiana in cui convivono creatività e sapere tecnico. Ad arricchire la visita di questa così come di tutte le altre sezioni del museo sono una serie di postazioni multimediali che permettono al visitatore di scegliere i contenuti e avere un ruolo attivo nel processo di conoscenza. La volontà di personalizzare l’esperienza nelle sale ha portato il Mauto ad essere uno dei primi musei italiani a sviluppare un’App che tutti i visitatori possono scaricare gratuitamente per accedere ad approfondimenti storici, schede tecniche e immagini d’archivio e che ha contribuito a renderlo un museo all’avanguardia, capace di raccontare il passato e al contempo di essere proiettato nel futuro.

Giulia Amedeo 

Le ricette della fame in tempo di guerra

Bruna Bertolo storica, giornalista, ricercatrice infaticabile di storia e femminile  e di storia della sua amatissima Val di Susa ,ha mandato in tutte le edicole un nuovo libro :”Donne e cucina in tempo di guerra . Dal ’39 al ’45: il conflitto raccontato attraverso le ricette della fame “, edito da Susa libri.
 E’ un libro che ci consente di capire come si viveva e come si mangiava durante la II Guerra mondiale, ma è anche un libro che ci permette , attraverso uno straordinario apparato fotografico, di ricostruire il clima di anni tragici per l’Italia. Le ricette di guerra ci fanno toccare con mano i sacrifici terribili che dovettero affrontare i nostri padri e i nostri nonni. Non solo i nostri padri che erano impegnati nelle steppe di Russia o nei deserti africani e successivamente sulle montagne nella Resistenza armata, ma anche le famiglie che dovettero combattere contro la fame giorno per giorno. La borsa nera era un privilegio di pochi oltre che un’infamia sociale. Le massaie italiane attraverso la loro inventiva riuscivano a rendere meno intollerabile la cucina della fame, fatta di ricette in cui la povertà degli ingredienti era pari solo alla creatività di chi era in cucina. L’Italia era sempre stata un paese povero, ma la sua agricoltura aveva permesso condizioni di vita migliori, anche se la miseria, anche in periodo di pace, non era una situazione inconsueta al Sud come al Nord. Bruna Bertolo è anche una bravissima cuoca. Scrive di argomenti che conosce non solo per averli scoperti nei giornali e negli archivi. Come quando scrive di scuola, si vede che è stata un’ottima, avveduta, straordinaria docente. Il libro, come ho scritto nella prefazione ,”serve ai giovani per conoscere ed a chi ha un’età diversa per ricordare un passato  che tanti italiani hanno dovuto affrontare “. E’ un libro che merita di essere letto. Ci farà capire anche come, in fondo, noi  che siamo nati in periodi di pace, siamo davvero dei privilegiati. Ci lamentiamo di tutto, ma siamo dei privilegiati. Anche in questo nuovo lavoro Bruna Bertolo riconferma i suoi maggiori pregi: sa muoversi dalla storia locale a quella nazionale con grande naturalezza, una capacità  che è di pochissimi storici. La maggioranza tende a fossilizzarsi nella storia locale o mantenersi lontani da essa ,quasi fosse una storia non meritevole di attenzione, mentre la grande storia è fatta anche dalle piccole storie accostate e confrontate. Bruna Bertolo sa anche  mantenere il distacco critico necessario a chi scrive di storia. La sua pagina non è mai ottenebrata dall’ideologia  che il sommo  Raimondo Luraghi riteneva ,non senza ragione, essere il veleno-lui parlava di cianuro- della storiografia contemporanea.

Pier Franco Quaglieni

La Cultura ebraica celebra anche a Torino la sua Giornata

La XVIII Giornata Europea della Cultura Ebraica, si celebra il 10 settembre in 35 Paesi europei. In Italia verranno coinvolte 81 località di cui 16 in Piemonte, per scoprire storia, luoghi e tradizioni degli ebrei attraverso centinaia di eventi tra visite guidate a sinagoghe, musei e quartieri ebraici, spettacoli, mostre, concerti, degustazioni kasher e altri appuntamenti culturali. Prendono parte all’iniziativa Torino, Acqui Terme, Alessandria, Asti, Biella, Carmagnola, Casale Monferrato, Cherasco, Chieri, Cuneo, Ivrea, Moncalvo, Mondovì, Rivalta Bormida, Saluzzo e Vercelli. Nel capoluogo piemontese il 9 settembre si terrà  il concerto del tenore Angel Harkatz Kaufman e del complesso  “Le Haim”, alla Comunità ebraica. Tutti i dettagli sul sito web www.ucei.it/giornatadellacultura e sulla pagina Facebook Giornata Della Cultura Ebraica.

 

(foto: il Torinese)

Come previsto: dalla siccità e dal caldo l’allerta si sposta su pioggia e temporali

Dopo settimane di calura e siccità estrema sarà un sabato di maltempo su Torino e sul Piemonte con stato di  ‘allerta gialla’, cioè criticità ordinaria per rischio di locali allagamenti e frane sul nord della regione, dalla Valchiusella sino al bacino del Toce, e nelle valli Belbo, Bormida e Scrivia. E’  quanto indica l’aggiornamento meteo di Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale. Si verificheranno rovesci e temporali diffusi, “intensi e persistenti sull’Alto Piemonte” e da metà pomeriggio sulle zone al confine con la Liguria. Il miglioramento si prevede già da domenica  a partire da ovest ma per due giorni il tempo sul Piemonte resterà variabile. La pioggia si sposterà poi al centro – sud.

 

(foto.  il Torinese)

Arte contemporanea sui colli del Monferrato

Domenica 10 settembre 2017, alle ore 11.00 s’ inaugura la 9° edizione della M.A.C. – Mostra d’ Arte Contemporanea – allestita presso lo Spazio La Nisolina di via Mameli 63 in Lu, curata da Nadia Presotto, con le opere degli artisti Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo – Nadia Presotto – Guido Villa

 

Niccolò Calvi di Bergolo risiede al Castello di Piovera dove si possono ammirare le numerose opere nate dalla sua inesauribile creatività, risultato di oltre quarant’ anni di ricerca e lavoro. Laureato in scienze politiche è stato assistente al Politecnico di Milano ai corsi di architettura nel laboratorio di disegno e rilievo.

 

Paola Colleoni artista residente in Bergamo presenta una opera realizzata con la tecnica della “Fluids Instability” basata sulle leggi fisiche delle dinamiche dei fluidi; la libertà dell’ informale si fonde quindi con la sua lunga esperienza nel figurativo.

 

Gianni Colonna nasce a Torino e vive a Cella Monte; è stato allievo di Felice Casorati ed è protagonista di importanti mostre personali non solo in Italia. Oltre al tradizionale olio su tela, dipinge fin da giovanissimo su superfici varie.

 

Albina Dealessi, artista di Lu, residente a Conzano; realizza materiche tele informali creando sovrapposizioni che rimandano a immagini di paesaggi o astrazioni pittoriche; temi ripresi anche nelle sue recenti opere incisorie, le xilografie.

 

Giancarlo Ferraris, artista astigiano, insegnante di discipline pittoriche a Torino e Acqui Terme fino al 2010. L’ attività artistica inizia nel 1972 partecipando a numerose rassegne espositive. Il paesaggio delle colline tra Monferrato e Langa è quello più rappresentato nelle sue opere.

 

Renato Luparia, fotografo di Conzano, specializzato in immagini di paesaggio e di natura, dotato di una innata sensibilità nei confronti dell’ ambiente. Ogni suo scatto è un paesaggio antropizzato che nasconde una storia, un’ emozione.

 

Ugo Nespolo – ospite d’ onore – diplomato all’ Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e laureato in Lettere Moderne. I suoi esordi artistici risalgono agli anni Sessanta, con la Pop Art, i futuri concettuali e i poveristi. La sua produzione si caratterizza per l’ impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che caratterizza le sue opere, divenendo una sorta di marchio di fabbrica.

 

Nadia Presotto, vive e opera a Conzano (Al); le sue opere pittoriche nascono dall’ unione tra il linguaggio figurativo e quello astratto, collocandosi fuori dagli schemi tradizionali. Gli acquarelli elaborati in questi ultimi tempi mostrano il gusto della ricerca tecnica raffinata, quasi di una impalpabile rarefazione. E’ curatrice della mostra.

 

Guido Villa nasce a Vercelli dove frequenta l’ Istituto di Belle Arti e successivamente il corso libero di nudo presso L’ Accademia di Brera di Milano. E’ stato insegnante di arte grafica, ha illustrato gran parte dell’ enciclopedia Garzanti. Numerose le sue partecipazioni a rassegne espositive in Italia e all’ estero.

 

La nona edizione della M.A.C., ideata da Nadia Presotto e Albina Dealessi, si avvale, come per le precedenti edizioni, del patrocinio del Comune di Lu. L’ intento è quello di valorizzare il territorio monferrino e le varie espressioni artistiche ed è visitabile fino al 17 settembre 2017.

 

INFORMAZIONI UTILI: M.A.C. 9° edizione – dal 10 al 17 settembre 2017 – orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì. Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20. Ingresso libero. Spazio La Nisolina – via Mameli 63 – Lu Monferrato (AL) – Tel. 338.3354590.

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LU MONFERRATO (AL) Spazio LA NISOLINA Via Mameli 63 – tel. 338.3354590

M. A. C. 9° edizione – Mostra d’ Arte Contemporanea

 Dal 10 settembre 2017 vernissage ore 11.00 Al 17 settembre 2017

Orario dalle 10 alle 20 su appuntamento – chiuso lunedì

Sabato 16 e domenica 17 settembre aperto dalle 16 alle 20

INGRESSO LIBERO

ARTISTI: Niccolò Calvi di Bergolo – Paola Colleoni – Gianni Colonna – Albina Dealessi – Giancarlo Ferraris – Renato Luparia – Ugo Nespolo (ospite d’ onore) – Nadia Presotto – Guido Villa

Patrocinio: Comune di Lu – Curatore: Nadia Presotto

 GENERE: ARTE CONTEMPORANEA

 

Caos in piazza San Carlo, fu colpa delle transenne? Gli inquirenti cercano la verità

L’attenzione degli inquirenti è puntata sulle  transenne che avrebbero aggravato il disastro di piazza San Carlo la sera del 3 giugno, durante la proiezione della partita di Champions, quando l’ondata di panico provocò oltre 1.500 feriti, fra cui una donna,  poi deceduta.  Questa è l’ipotesi che si  sta facendo strada tra gli investigatori, anche in base a tante testimonianze e accertamenti tecnici eseguiti nel corso dell’inchiesta. Le transenne impiegate, in ferro e non in plastica, sarebbero state eccessivamente ingombranti e pesanti e potrebbero essere state posizionate in modo inopportuno , intralciando il deflusso della folla. Il procedimento giudiziario è aperto per i reati di omicidio e lesioni colpose anche in relazione all’articolo 40 del codice penale, che punisce le omissioni di chi era preposto ad evitare gli eventi dannosi.

 

(foto: il Torinese)