redazione il torinese

La Stroke Unit delle Molinette eccellenza tra gli ospedali

L’ictus è la terza causa di morte e la principale causa di disabilità nella popolazione. All’insorgere dei primi sintomi, è necessario recarsi immediatamente in ospedali adeguati. L’infarto cerebrale e l’emorragia cerebrale (ictus cerebrale o stroke) sono provocati da un danno al tessuto cerebrale rispettivamente di natura ischemica (interruzione del flusso sanguigno per la presenza di un trombo) o emorragica (rottura di un vaso). Entrambi sono un’emergenza medica molto grave e vanno trattati in un ambiente ospedaliero adeguatamente organizzato. Al fine di individuare le migliori strutture in Italia per l’Ictus, ThatMorning (la guida online dei migliori ospedali italiani) ha attivato un tavolo di confronto con i Neurologi italiani con lo scopo di condividere criteri omogenei di confronto tra le varie Neurologie e Stroke Unit (parametri: volumi di attività, outcome clinici, profili professionali, pubblicazioni scientifiche, procedure e tecnologie impiegate). Dopo lo studio sui migliori ospedali in Italia per la diagnosi e cura dell’ictus, la ricerca ha certificato la Stroke Unit dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (responsabile dottor Paolo Cerrato) come punto di riferimento per il trattamento e la cura dell’Ictus in Italia e la migliore in Piemonte. L’Unità è parte del Dipartimento Neuroscienze della Citta della Salute e della Scienza di Torino diretto dal dottor Vincenzo Villari.

 

(foto: il Torinese)

BOETI (PD): “LA REGIONE RESTITUISCA DECORO E DIGNITÀ ALLE CAMERE MORTUARIE”

“La Giunta solleciti le Aziende sanitarie a predisporre un programma di interventi di manutenzione per restituire il doveroso decoro alle camere mortuarie”: questa la richiesta contenuta in una Mozione presentata dal vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti (Partito Democratico) e approvata all’unanimità ieri sera dal Consiglio regionale del Piemonte. “In Piemonte la maggior parte delle camere mortuarie degli ospedali sono caratterizzate da un pessimo stato di manutenzione (pareti sporche e scrostate, arredi vetusti, etc.) – spiega Boeti– luoghi troppo spesso fatiscenti e inadatti all’importanza che rivestono  per il defunto e per i suoi cari, e che per questo necessitano di lavori di ristrutturazione e miglioramento indispensabili a ridare loro dignità”. “Dal momento che le Aziende sanitarie del Piemonte ricevono annualmente, tramite il riparto effettuato dalla Regione, i  finanziamenti per gli interventi di manutenzione ordinaria – aggiunge Boeti – l’utilizzo di una quota modesta di tale fondo per le camere mortuarie consentirebbe il ripristino e la ritinteggiatura delle opere murarie danneggiate, la sostituzione degli arredi e ogni altra azione utile a rendere gli ambienti più dignitosi, sia per il defunto sia per i suoi familiari. Con questa Mozione abbiamo chiesto all’assessorato regionale alla Sanità di sollecitare le Aziende sanitarie a predisporre un programma specifico di interventi necessari al ripristino di condizioni di miglior decoro delle camere mortuarie. Le camere mortuarie non possono più essere luoghi ‘dimenticati’”.

 

 

Selvaggia Lucarelli, glamour e autoironia

Ho incontrato Selvaggia Lucarelli il 28 settembre, nella cornice del Circolo dei Lettori, in occasione della presentazione del suo nuovo libro ” Dieci piccoli infami”. Sono arrivata al Circolo piuttosto trafelata perché tra G7, mezzi pubblici in tilt e millantati scioperi, ci ho messo più di un’ora, ma salendo la scalinata di via Bogino 9, a dispetto della maestosità del palazzo, sono stata subito invasa da un’aria familiare. Quella era infatti la scalinata del palazzo del Circolo degli Artisti, che frequentavo da ragazzina quando accompagnavo mio papà a cena e che è stato la location della mia festa dei 18 anni. Arrivata alla Sala grande, dopo essermi accomodata sulla poltroncina trasparente, penso a quanto sia bello presentare un libro in un luogo come questo. Dopo alcuni minuti arriva Selvaggia Lucarelli. L’intervista é di Luca Beatrice, direttore del Circolo. Ciò che mi ha colpito di Selvaggia Lucarelli è stata la sua aria solare, la sua simpatia e la sua autoironia.  Io la seguo da anni sui social, mi aspettavo probabilmente una donna pungente, quasi aggressiva nei modi, invece la sua verve e simpatia hanno da subito conquistato il pubblico del Circolo. La sua forte personalità ed il carattere frizzante si fondono con uno sguardo intenso e comunicativo. Inizia l’intervista e nella sala c’è un clima rilassato di chi è consapevole che passerà un pomeriggio piacevole. L’autrice del libro comincia a rispondere alle domande in maniera divertente e divertita; Selvaggia è la donna che piace alle donne, perché mette in luce le qualità che, almeno su carta, tutte vorremmo avere: un bel mix di intelligenza, sarcasmo, ironia e bellezza. Eh sì, perché la Lucarelli è anche, anzi, proprio bella! Quella bellezza in cui la mera avvenenza lascia il posto ad un fascino fatto di lineamenti dolci ed un gran bel sorriso, dove un abbigliamento classico senza fronzoli la rende glamour e femminile con i suoi stivaletti a stiletto con l’immancabile tacco 12! Mi sono divertita a questo incontro, posso dire che Selvaggia Lucarelli è stata una gradevole conferma di ciò che mi aspettavo. Naturalmente non ho potuto fare a meno, sulla via del ritorno verso casa, di compilare la mia black list personale degli infami che ho incontrato nella mia vita…

Sabina Carboni

Ruffino: “Ecco come Gonin può rilanciare l’economia e il turismo”

Presentazione del Progetto Omaggio a Gonin. Nella foto: Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale del piemonte

“La ricerca di soluzioni vincenti per rilanciare l’economia e l’occupazione parte dalla valorizzazione delle risorse e ricchezze, uniche e irripetibili delle nostre città e dei nostri territori. La politica deve essere protagonista nella promozione delle comunità locali dialogando e collaborando con le realtà culturali, imprenditoriali e sociali. In questo senso rendere omaggio alla figura di Gonin, che è per Giaveno patrimonio di cultura e di storia da far conoscere oltre i confini della città, è un’azione utile al rilancio territoriale”. Ne è fortemente convinta la vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e già sindaco di Giaveno, Daniela Ruffino (FI), che sostiene e condivide le finalità del progetto “Omaggio a Gonin”.

 

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“In occasione della presentazione di questa iniziativa, nei mesi scorsi, in Consiglio regionale – commenta Ruffino – volli sottolineare un aspetto: lo stesso Francesco Gonin fu una sorta di turista ante litteram di Giaveno, gli piacque tanto la nostra città da farne la ‘sua’ città. Le realizzazioni artistiche murali che riproducono le litografie dell’artista tratte dall’edizione “quarantana” del 840 dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni, rappresentano una nuova e originale attrattiva turistica per la nostra città. E per questo dobbiamo ringraziare l’intuizione dell’associazione Proprietari immobili Centro storico (Pics) Onlus di Giaveno”. “Le motivazioni per visitare il Piemonte non mancano certo, come dimostrano i dati delle presenze turistiche relativi a Torino e alla regione. Anche Giaveno, grazie alle attrattive locali, ha da proporre un’offerta davvero appetibile per i turisti italiani e stranieri. Il nostro – aggiunge la vicepresidente dell’Assemblea regionale – è un bagaglio culturale fatto di storia, tradizioni, paesaggio, arte ed enogastronomia. Giaveno, con le vallate e le montagne, la sua posizione geografica vicina al capoluogo regionale e, allo stesso tempo, alla Francia, può puntare allo sviluppo dei flussi turistici anche da oltralpe, mirati a questa specifica zona e messi in connessione con la proposta di turismo culturale di Torino”.

 

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“Propongo pertanto alla Regione di individuare nuove misure e risorse per i privati che realizzano interventi di recupero e abbellimento delle facciate degli edifici dei centri storici, così come nuovi sgravi e agevolazioni a favore delle aziende che intervengono con proprie risorse a favore della ristrutturazione di edifici e spazi urbani. Tutto ciò – spiega Ruffino – mettendo ordine tra le diverse proposte presentate in Regione nel corso degli anni per la tutela e la valorizzazione delle attività storiche e dei prodotti tradizionali del commercio e dell’artigianato piemontese. Dobbiamo infatti puntare sull’alleanza tra pubblico e privato che rappresenta non solo un’opportunità ma una necessità per il rilancio economico e il contrasto al declino”. “La Regione aiuti i Comuni, le categorie produttive e il mondo dell’associazionismo per valorizzare il nostro patrimonio con una precisa consapevolezza: turismo e cultura rappresentano oggi la naturale diversificazione economica e produttiva, necessaria per far fronte all’indebolimento dell’industria, causa principale di disoccupazione. Ne è testimonianza il progetto “Omaggio a Gonin”, – conclude Ruffino –  che raggiunge infatti il duplice obiettivo di rendere più bello e quindi più attrattivo in senso turistico il centro storico, valorizzando l’economia locale”.

GPL, il nastro di memorie

Sono già diverse centinaia di persone che si sono immerse nell’incredibile progetto di GPL alla Cavallerizza Reale di Torino. Sui tre spazi di questo stupendo palazzo del regno sabaudo è stato srotolato un lungo nastro in foglio di alluminio che per oltre trecento metri attraversa i diversi luoghi dell’edificio, sia nell’interno che sulla facciata, creando così un anello che unisce diciotto oggetti, memorie di lontane presenze che abitarono questo edificio. Negli anni la stratificazione delle presenze nella maestosa Cavallerizza Reale è stata particolarmente varia, ora un lungo nastro argentato ne raccoglie diciotto presenze, selezionate ognuna attraverso un piccolo manufatto rappresentativo. Una spilla, un orsetto, un fiore di plastica sono alcuni degli oggetti che in forma archeologica ritornano presenze in questo luogo antico.

Ora questi articolati locali sono nuovamente vissuti attraverso il progetto GPL (Grandi Progetti Leggeri) che Anna Ippolito e Marzio Zorio hanno attivato in collaborazione con la sezione delle Arti Visive della Cavallerizza Irreale. Il progetto è il primo di una rassegna che si svilupperà nei prossimi mesi con iniziative uniche ed irripetibili. Un incredibile progetto dell’artista Domenico Olivero sui tre piani di questo maestoso palazzo. 300 metri di nastro in alluminio, che passano nelle decine di stanze, creando un percorso circolare. Le relazioni fra lo spazio e il progetto crea un’atmosfera diafana che sensibilizza le nostre memorie.

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Orario apertura Sabato e Domenica dalle 15,30 alle 18,30, dal Martedì al Venerdì GPL è aperto su richiesta telefonando ai numeri +39 338 142 6301 / +39 349 715 7404, ingresso libero, fino al 15 Ottobre 2017.

Valle d’Aosta da gustare al Forte di Bard

Domenica 8 ottobre al Forte e nel Borgo Medievale le eccellenze della produzione enogastronomica della Vallée

L’appuntamento é tra le mura del Borgo medievale e del Forte di Bard in Valle d’Aosta domenica 8 ottobre, dalle ore 9.30 alle 18: Marché au Fort” è la più importante rassegna enogastronomica dedicata ai prodotti unici e alle specialità della tavola della piccola regione alpina ed é promossa dall’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, dalla Camera Valdostana delle Imprese e delle Professioni, dall’Associazione Forte di Bard e dal Comune di Bard. Da record il numero di aziende partecipanti a quest’edizione: gli amanti della buona tavola potranno incontrare quest’anno ben 100 produttori e conoscere da vicino la variegata offerta dell’enogastronomia valdostana, dai formaggi ai salumi, dalle carni ai vini, dai mieli alle varietà di frutta e dolci.

 

Gli eventi

I visitatori oltreché acquistare le specialità del territorio, potranno partecipare ad attività didattiche assistere a cooking show e scoprire le curiosità della filiera agroalimentare di qualità della Valle. Non mancheranno spettacoli musicali ed animazioni itineranti che vedranno protagonisti gli artisti del Circo Medini, il Gruppo Walser Blaskapelle e gli Orage. L’Arev (Associazione regionale Allevatori Valdostani) curerà uno spazio dedicato all’allevamento negli spazi esterni di “Casa Challant”, dove il pubblico potrà avvicinare animali e conoscere da vicino la vita in alpeggio. L’ “Institut Agricole Régional” mostrerà i processi legati alla caseificazione nell’ambito di una serie di show cooking che nel corso della giornata animeranno piazza Cavour, sede del piccolissimo comune di Bard. Negli spazi di “Casa Nicole”, infine, il Brel, l’Ufficio regionale per l’etnologia e la linguistica dell’Assessorato regionale all’Istruzione e alla Cultura, svilupperà il tema di “Marché au Fort 2017″ dal punto di vista storico-linguistico attraverso approfondimenti sul Genepy, il liquore tipico valdostano, e sulla coltivazione “eroica” in generale.

 

Sapori valdostani offerti dalla Chambre

Per incentivare la conoscenza e la diffusione dei prodotti eno-gastronomici del territorio, la Camera Valdostana delle Imprese e delle Professioni promuove per il settimo anno l’iniziativa “Sapori valdostani offerti dalla Chambre”. I visitatori potranno usufruire di un Buono Prodotti del valore di 10 euro ogni 50 euro di spesa effettuata presso i produttori del “Marché”, completando l’apposita Tessera Punti in distribuzione presso le stesse aziende espositrici aderenti all’iniziativa. Il buono potrà essere ritirato presso i punti informazione e dovrà essere utilizzato presso un unico espositore.

 

Libreria del Marché

Nella Piazza di Gola del Forte verrà allestita la “Libreria del Marché”, uno spazio dove consultare e acquistare le pubblicazioni dedicate alla cucina e ai sapori della Valle d’Aosta.

 

Parcheggi e navette

Un servizio navette gratuito collegherà per l’intera giornata i parcheggi periferici dislocati lungo la statale 26 della Valle d’Aosta, nei Comuni di Bard e Donnas con l’area della manifestazione. Nel vicino Comune di Hône saranno a disposizione diverse aree parcheggio da cui sarà possibile raggiungere l’evento a piedi. Prevista anche un’ ” Area Camper” a pagamento nel Comune di Hône.

g.m.

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INFORMAZIONI al pubblico

Assessorato Agricoltura e Risorse naturali

T. + 39 0165 275215, +39 0165 275213 www.regione.vda.it/agricoltura

Associazione Forte di Bard | T. +39 0125 833811 | info@fortedibard.it - www.fortedibard.it

Il Piemonte ha il nuovo Piano paesaggistico. Centrodestra critico: “troppa burocrazia”

L’aula di Palazzo Lascaris ha votato il  nuovo Piano paesaggistico regionale (Ppr), approvato a con 33 voti favorevoli e 9 contrari. Il provvedimento detta le regole per la pianificazione sostenibile dello sviluppo territoriale. Il documento è giunto alla fine del suo percorso dopo ben nove anni, nel corso dei quali  hanno lavorato diverse maggioranze

Secondo la Giunta Chiamparino il  Ppr realizza una lettura reale delle caratteristiche del territorio piemontese, definendo le politiche per la tutela e la valorizzazione del paesaggio. Inoltre  nel Piano si prevede l’adeguamento degli strumenti tecnici cartografici, oggi risalenti a diverse decine di anni fa.

Un accordo siglato lo scorso marzo dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e dal ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo (Mibact), Dario Franceschini, aveva sancito il prosieguo della fase attuativa del Piano, che fornisce la “fotografia” di tutti i beni paesaggistici del Piemonte, perimetrati, catalogati e digitalizzati.

“Sarebbe potuto essere un Piano più coraggioso, ma comunque costituisce un buon strumento per tutelare il paesaggio piemontese, motore di sviluppo turistico per la nostra regione. Una volta attuato dai Comuni, che dovranno essere aiutati con risorse regionali, contribuirà a snellire le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche, non essendo più vincolante il parere della Soprintendenza” ha sottolineato Paolo Mighetti (M5s).

Critico il centrodestra: “Questo è un atto velleitario e dannoso per il Piemonte, perché nessun Comune avrà mai, da parte della Regione, le risorse per aggiornare il Piano regolatore, con il rischio di essere l’ennesimo costo insostenibile per gli enti pubblici locali e, soprattutto, dannoso per tutto lo sviluppo economico, congelando di fatto tutte le attività che sono soggette al rispetto dei vincoli del Piano” ha detto in aula  Gian Luca Vignale (Mns).

“Rispetto alla futura applicazione del Piano, ci saranno grossi danni sia per le amministrazioni pubbliche  e sia per i privati, che dovranno confrontarsi con una normativa ridondante e complessa” ha aggiunto Diego Sozzani (Fi).

Per Daniela Ruffino (FI): “Dietro la facciata niente (o davvero ben poco). Il Piano Paesaggistico voluto dalla Giunta Chiamparino è fumo negli occhi, perché i Comuni piemontesi avranno a che fare con una burocrazia abnorme e non otterranno dalla Regione, le risorse per rinnovare il  Piano regolatore. Un governo regionale che crea ostacoli e difficoltà alle amministrazioni locali, già alle prese con mille problemi di gestione quotidiana, non rende un buon servizio ai Comuni e ai cittadini”.

Silvana Accossato (Mdp) ha sottolineato  il percorso di grande condivisione – all’interno dell’accordo tra la Regione Piemonte e il Ministero – che ha portato all’approvazione del Piano. “Il Piemonte è la terza Regio e italiana a darsi una moderna gestione del territorio, in prospettiva di un uso attento e consapevole del suolo. Il paesaggio, sia quello naturale e sia quello modificato dalle mani responsabili dell’uomo, è un vero e proprio valore” ha affermato.

Un lavoro enciclopedico – come ha sottolineato l’assessore alla Programmazione territoriale e paesaggistica Alberto Valmaggia – che ha visto impegnati per dieci anni gli uffici del Settore territorio e paesaggio della Direzione Ambiente, Governo e tutela del territorio della Regione Piemonte in sinergia con il Mibact.

Elaborato mediante indagini realizzate a scale diverse, è composto da una cospicua parte conoscitiva delle componenti paesaggistiche che coprono tutto il territorio regionale, articolato in 76 ambiti di paesaggio come richiesto dal Codice, per ognuno dei quali sono stati individuati i principali fattori strutturanti e stabiliti specifici obiettivi di qualità paesaggistica. La ricognizione di tutti i beni paesaggistici del Piemonte, definiti a scala di dettaglio, è contenuta nell’omonimo Catalogo. Il Ppr, quindi, garantisce la certezza dell’individuazione dei beni e regole chiare per semplificare le valutazioni nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica. Le regole e i limiti per le trasformazioni sono contenuti nel Catalogo e nel fascicolo delle Norme di Attuazione articolate per indirizzi, direttive e prescrizioni.

 

 

Un milione di euro all’Unione NET per la mobilità sostenibile

L’Unione Comuni Nord Est Torino è stata inserita nella graduatoria degli enti beneficiari nell’ambito del «Programma sperimentale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro» del ministero dell’Ambiente. Il progetto presentato si è classificato 25esimo a livello nazionale (su 114 istanze), con un contributo di un milione di euro sull’investimento complessivo di un milione 823mila euro.

Gli interventi previsti riguardano attività comuni a tutti gli enti partecipanti (come bike parkpiedibus ed educazione stradale) e misure specifiche per ogni singolo territorio; per Volpiano, in particolare, è prevista la realizzazione di percorsi ciclopedonali per 60mila euro.

Il programma di mobilità sostenibile del ministero dell’Ambiente è stato avviato per finanziare progetti di ambiti territoriali superiori ai 100mila abitanti  e incentivare, ad esempio, «la realizzazione di percorsi protetti per gli spostamenti, anche collettivi e guidati, tra casa e scuola, a piedi o in bicicletta» oppure «di riduzione del traffico, dell’inquinamento e della sosta degli autoveicoli in prossimità degli istituti scolastici o delle sedi di lavoro, anche al fine di contrastare problemi derivanti dalla vita sedentaria».

 

(Foto: il Torinese)

Poesia e trasgressione, il cammino di un maestro del Novecento

Ben 130 opere, quasi tutti olii di grande formato, prestate dalla Fundaciò Pilar i Joan Mirò di Maiorca per illustrare l’attività del maestro catalano in un lungo periodo che corre tra gli anni 1956 e 1983, l’anno della sua morte, novantenne. Un lungo periodo legato alla tranquillità della “sua” isola, l’isola della madre e dei nonni materni, una grande casa immersa in una natura protettiva, un luogo dove concretizzare il desiderio di dipingere in uno spazio tutto suo, nel silenzio, la compagnia dei soggetti che più il maestro aveva amato, le donne, gli uccelli, i paesaggi. Le ultime prove, sino ai colori abbandonati accanto alla tavolozza, quelle della pittura più materica, i quadri “fatti con le dita e dal colore steso con i pugni spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo”. Joan Mirò – una mostra cui con facilità s’avvicinato i termini “sogno e colore”, Mirò poeta e artefice della trasgressione.

130 opere, la dimostrazione dell’idea che l’artista portò avanti per tutta la vita circa la vitalità del proprio lavoro: ovvero una parte reclamata per se stesso, un soffio che s’avvicina ad un monologo interiore, ed una pubblica, forse persino più desiderata, colloquiante con il pubblico. Un percorso che attraversa le sale di palazzo Chiablese (sino al prossimo14 gennaio) suddividendosi in cinque sezioni, “Radici”, “Principali influenze artistiche di Mirò”, “Maiorca, gli ambienti in cui creava”, “La metamorfosi plastica (1956 – 1981)”, “Vocabolario di forme”. Partendo quindi da un legame spirituale che l’artista instaura con la natura, intravedendo l’importanza delle culture primitive e della pittura rupestre, la purezza di linee che affonda nei dipinti preistorici, la visione delle costruzioni dell’isola di Pasqua e le opere dell’arte precolombiana, il vasto campo degli affreschi romanici della sua Catalogna. Non ultima l’importanza della figura di Antonio Gaudì nel proprio universo artistico. E ancora lo spazio che la poesia viene ad occupare nell’intera produzione, il predominio delle parole, delle iscrizioni e dei segni utili a stabilire la magia che sfocia in complessi significati e in sorprendenti catene d’associazioni; o ancora quello occupato dalla pittura astratta americana, l’uso del colore inteso come esplosione è uno dei tanti legami.

Il tutto ricreato nell’ampio spazio – in mostra in parte rappresentato – affidato all’amico architetto Josep Lluis Sert o nella grande casa settecentesca, Son Poter, in cui possono anche trovar posto via via la ceramica, come l’incisione e la litografia, la scultura monumentale e le opere più grandi, o la sperimentazione che abbraccia graffiti, statuette di arte popolare, cartoline, ritagli di giornale, sassi, conchiglie e altro ancora. Un angolo di espressione e di tranquillità in cui ancora Mirò può dedicarsi a rivedere le proprie opere degli anni Quaranta e Cinquanta e a ricavarne nuove suggestioni, può confrontarsi con l’arte orientale, può sperimentare quel nuovo gesto innalzato e acuito nella propria espressività: per abbandonarsi, al termine di una vita, a cieli stellati, a nude linee femminili, a personaggi ibridi in opere costellate da teste, occhi e uccelli, ineguagliabili espressioni di libertà.

“Mirò. Sogno e colore”, che riapre forse a Torino la stagione delle grandi mostre – ricordando soltanto l’involucro di palazzo Chiablese ritornano alla memoria la Lempicka, Matisse e Toulouse-Lautrec -, vede la collaborazione del Gruppo Arthemisia e il sostegno della Regione Piemonte e della Città di Torino, “offrendosi come momento per rinnovare un confronto attivo tra i Musei Reali e le amministrazioni del territorio”, come ha sottolineato Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali torinesi.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini:

 

Mirò 1

Joan Mirò, Untitled, 1974 ca, acrylic on canvas, 162,5×130,5,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Mirò 3

Joan Mirò, Femme danno la rue, 1973, oil on canvas, 95×130,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Mirò 4

Joan Mirò, Maqueta para Gaudì X / Maquette for Gaudì X, 1975 ca, gouache, ink, pencil, pastel and collage on paper, 30,2×25,2,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

 

Mirò 2

Joan Mirò, Untitled, 1968-72, oil, acrylic, charcoal and chalk on canvas, 130,6×195,5,  © Successiò Mirò by SIAE 2017, Archive Fundaciò Pilar i Joan Mirò a Mallorca, foto: Joan Ramòn Bonet & David Bonet

 

Drammaturgia n.1

Le poesie di Alessia Savoini
***
Odore di pioggia,
Di cielo che cola,
plana a gocce
Il dipinto astrale che si scioglie.
Lei leggeva Dostoevsky
Stringendo tra le dita una sigaretta spenta,
Alle sue spalle il mondo si sgretolava
Senza perdere i contorni.
S’affollavano i drammi tra quei capelli arancioni
Tanti
E l’amore che per ogni donna provò
Non trovò resistenza alla poesia.
Nella selva lacustre
Sullo specchio in cui s’annega,
Se troppo in largo lo sguardo si volge,
Spolveravamo i corpi dalle vecchie abitudini.