IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
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Il referendum confermativo svoltosi in Valle d’Aosta, in pieno periodo feriale, il 10 agosto ha registrato un’assenteismo record: ha votato solo il 16 per cento degli aventi diritto. La riforma elettorale che reintroduce tre preferenze di cui almeno una alle candidate donne, è stata approvata con il 52 per cento dei voti contro il 48 per cento dei contrari. Gli astenuti non ci sono stati. La Valle d’Aosta, se si escludono i tempi di Chabod, di Passerin d’Entreves e di Pedrini, unico consigliere regionale liberale in Valle, ha avuto periodicamente una politica fortemente condizionata, in termini corruttivi, dalla presenza del Casino di Saint – Vincent, come Sanremo e Campione per il loro Casinò. Il movimento autonomista valdostano, per quanto fiancheggiatore del PCI, fu interessato a vari scandali. Ora sembra che le cose siano migliorate e il centro-sinistra ha voluto modificare la legge elettorale. Favorire la presenza femminile in consiglio regionale e ‘ sicuramente bene, anche se le tre preferenze non garantiscono una effettiva par condicio. Il tempo delle quote rosa ad ogni costo appare lontano. Ma il punto dolens è un altro: la partecipazione di quel 16 per cento di elettori che vanifica la stessa politica delle buone intenzioni. I valligiani non hanno più le virtù civiche dei loro padri montanari. Oggi in valle ci sono tantissimi meridionali che hanno modificato l’immagine stessa valdostana . Quel 16 per cento dovrebbe essere un campanello d’allarme per le elezioni future . Anche in Valle il disamore per la politica ha fatto breccia. I tempi un po’ utopistici ,ma nobili di Emile Chanoux e della Carta di Chivasso sono lontani. Non a caso Federico Chabod non partecipò, alla stesura di quella Carta, se non mandando un breve testo. Il suo realismo politico, maturato nei suoi studi su Machiavelli, non gli consentì di stare con i sognatori, oggi del tutto dimenticati in Valle ,dove si confonde l’autonomismo con il federalismo.

