Dall’incontro tra REPLAY, un format curatoriale che propone letture partecipate di collezioni museali e archivi da parte di cittadini e cittadine, e l’Archivio di Stato di Torino, nasce la mostra “Prendere le misure”, sulla storia del gruppo finanziario tessile, testimonianza del cambiamento sociale di costume dagli anni Trenta agli anni Novanta del Novecento. L’archivio di GFT è vastissimo: accanto alla documentazione di carattere amministrativo, il Fondo conserva un prezioso materiale relativo allo sviluppo prodotto e alla pubblicità, ad esempio campionare i tessuti, manifesti e opuscoli pubblicitari, fotografie, disegni e progetti per un totale di 5 mila faldoni.
Il GFT, nato nel 1930 dalla fusione tra l’azienda torinese Donato Levi e la biellese Lanifici Rivetti, divenne uno dei più importanti venditori italiani di abbigliamento confezionato, con marchi iconici come Marus e Facis. La sua evoluzione negli anni Ottanta lo portò a specializzarsi nella produzione di prêt à porter griffato, collaborando con stilisti di fama internazionale, tra cui Armani e Valentino. Da una selezione di materiale d’archivio, il gruppo di lavoro è partito per costruire una mostra che esplora la storia del gruppo finanziario tessile, curata da Lorena Tadorni e da un gruppo di persone non legate al mondo dell’arte, grazie al progetto REPLAY che esplora il nostro patrimonio culturale in modo originale e libero da condizionamenti. Hanno partecipato al progetto Giorgia Allisio, Daniela Blefari, Leopoldo Borzino, Luigia Colonna, Gabriella Ferro, Diana Gozzo, Sara Mazzotta, Gaetano Megna, Eugenia Paffile, Elena Piazza, Valeria Sangiorgi ed Ezio Sartori.
Il titolo “Prendere le misure” è sicuramente evocativo perché rimanda alla celebre ricerca antropometrica condotta da GFT negli anni Cinquanta, che permise di standardizzare le taglie sulla base di oltre 25 mila modelli. Si trattò di un’innovazione che modificò radicalmente la produzione degli abiti rendendo l’abbigliamento prêt à porter un fenomeno accessibile e diffuso. “Prendere le misure” significa anche misurarsi con i cambiamenti del mondo, con il lavoro, con le esigenze del mercato, con la componente femminile che in quell’industria rappresentava la maggioranza della forza lavoro, e con la comunicazione che narrava tutto ciò attraverso manifesti, caroselli e slogan.
La mostra si articola in 6 sezioni, ognuna dedicata a un aspetto con cui GFT ha dovuto misurarsi: prendere le misure antropometriche, la rivoluzione del sistema taglie e la produzione di massa; Prendere le misure lavorative, l’impatto dell’industria sul lavoro con un focus sull’emancipazione femminile; Prendere le misure del mercato, l’espansione dei marchi Marus e Facis in Italia e all’estero; Prendere le misure con l’internazionalizzazione, l’apertura ai mercati esteri con store in Germania, Francia e Regno Unito; Prendere le misure con la comunicazione, le strategie pubblicitarie innovative, dai manifesti di Armando Testa alle campagne con campioni sportivi; Prendere le misure con i grandi stilisti, le collaborazioni con Armani e Valentino raccontate attraverso bozzetti originali, campionari di tessuto e accessori.
Nel percorso espositivo, ai documenti esposti si affianca l’interpretazione personale dei partecipanti al progetto attraverso narrazioni che restituiscono memoria immaginifica alle opere e contribuiscono a dar loro un senso rinnovato. La mostra è accompagnata da una selezione di caroselli curata da CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa. Nell’archivio del GFT si conserva un nucleo di pellicole cinematografiche in 16 e 35 mm, che l’Archivio Nazionale Cinema Impresa ha digitalizzato e reso disponibile online. Si tratta di caroselli, spot e filmati promozionali che raccontano la storia dell’azienda e dei suoi prodotti dal 1960 al 1980, e che evidenziano il delicato passaggio dalla confezione sartoriale a quella industriale. La mostra inaugura giovedì 8 maggio dalle 18 alle 21. Alle 18.30 prevista una performance drammaturgica delle opere a cura di Maria Grazia Agricola. Visitabile presso l’Archivio di Stato di via Piave 21, a Torino. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 9 giugno, e gli orari sono dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, mercoledì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. L’ingresso è gratuito.
Mara Martellotta
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