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“Hirpu, il cacciatore” di Pierangelo Colombo, Porto Seguro editore, un romanzo etnografico a cui si aggiungono le forti emozioni, i conflitti d’animo e i valori spirituali che sono propri degli esseri umani.
Hirpu è un giovane cacciatore membro di una tribù celtica, abitante della Val di Susa.
Nel corso di una battuta di caccia, Hirpu, troppo magro per il clima rigido, lotta contro la sua debolezza fisica, l’inesperienza e un destino avverso. Le ambizioni di rivalsa agli occhi del rivale Brennu e dell’intero villaggio, scettici sulle capacità del giovane, e il desiderio di meritare in sposa l’amata Abala, la figlia del re della tribù, però lo spingono e lo incoraggiano. Disobbedendo agli ordini del capo spedizione, comincia una solitaria caccia a un magnifico esemplare di cervo, che lo porterà all’incontro inaspettato dell’esercito di Annibale, in discesa dal valico delle Alpi, e alla visione di strani animali molto grandi, gli elefanti, sconosciuti alle tribù alpine dell’epoca. Seguito e protetto a distanza da un vecchio lupo, in simbiosi con lui per il suo destino, Hirpu dovrà superare esperienze estreme per dimostrare che: “Il valore e la saggezza non sono misurabili dalle dimensioni del corpo, ma dalla grandezza dello spirito”.
Torna in libreria Pierangelo Colombo, che aveva già convinto il pubblico con Come Un Temporale Estivo, (Porto Seguro editore 2022) vincitore de XXIII Premio Letterario IL LITORALE. Questa volta con una storia ambientata ai tempi delle Guerre Puniche, che vede protagonista un giovane celta, della tribù dei Graioceli, e il suo fatale incontro con Annibale.
Scorrendo le pagine di questo libro si è improvvisamente trasportati nella realtà storica di un antico popolo stanziato sulle Alpi, precisamente nelle valli di Lanzo e nel territorio del Moncenisio, che incuriosisce e affascina sin dalle prime battute. Stiamo parlando dei Graioceli, un piccolo popolo celtico originario dell’attuale Maurienne, che abitarono le valli a ridosso delle alpi Graie presumibilmente tra il III e il I secolo a.C. Considerando le scarne fonti tramandate sul tema, assume ancora più valore il lavoro di ricerca e stesura dell’opera svolto dall’autore, che con dovizia di particolari ci introduce alla scoperta di un idioma, di credenze e riti pressoché sconosciuti, le cui radici affondano nel nostro passato quasi a implorarne il risveglio e la preservazione.
Il suono delle parole celtiche inserite da Colombo nello scritto esercita una magia che si espande sulla linea del tempo. Tornano a vivere parole come pagu (clan), sagus(pesante mantello in spessa lana grezza e infeltrita), bug (lunga lancia), torque (collare mistico ritorto a ferro di cavallo), che permeate dagli odori, dai colori ed i rumori immortali delle Alpi, ricreano sapientemente l’atmosfera di questo popolo istruito a leggere nel volo degli uccelli o fra le viscere degli animali sacrificati i segni degli dèi. Gradatamente si palesa davanti agli occhi del lettore un nuovo capitolo del connubio tra Madre Natura, fonte dei sentimenti e delle passioni più autentiche, ed i suoi figli, in cui l’uomo trova conforto, in cui si specchia e si identifica alla ricerca della pace interiore. I bramiti ed i combattimenti che i cervi ingaggiano durante la stagione degli amori suscitano perciò una vasta eco nella rivalità amorosa dei contendenti la figlia del re. Mentre il lupo, che improvvisamente appare durante l’esperienza solitaria del giovane cacciatore Hirpu, diviene la guida del suo viaggio iniziatico attraverso le foreste, i dirupi e le scoscese montagne. In perfetta sintonia con le credenze dei Celti, che consideravano il lupo portatore di una conoscenza che viene dal regno delle ombre.
Le vicende narrate registrano una impennata emotiva quando sul palcoscenico delle Alpi fanno la loro comparsa in assetto da guerra le truppe di Annibale, il più grande esercito mai visto dai Graioceli. E qui con bravura l’autore tratteggia e suscita lo stupore dei protagonisti e del lettore con questa efficace descrizione degli elefanti, capaci di rievocare con i loro barriti i racconti terrificanti degli anziani del villaggio, leggende di animali mitologici, spiriti mostruosi mandati dagli dèi degli inferi a dispensare morte e devastazione.
Improvvisamente ad essere minacciata non è solo la vita dei Graioceli, ma la sopravvivenza della loro identità culturale fondata sul culto degli dèi, i quali sembrano giocare con le loro vite: da abili cacciatori ora sono diventati fragili prede. Il giovane cacciatore Hirpu, Brennu suo rivale in amore, Artal e gli altri valorosi compagni di caccia, dopo avere affrontato innumerevoli pericoli, tradimenti e contrarietà di ogni genere, si troveranno costretti a compiere scelte difficili e alla fine dell’avventura si scopriranno intimamente cambiati.
La narrazione non presenta pause né voli pindarici, il lettore si ritrova a camminare con passo costante e armonico lungo sentieri che parlano delle difficoltà della vita, di ritmi antichi, di rapporti e sentimenti eterni. E scopre in queste pagine un immenso rifugio, in cui vorrà tornare più volte: per avere un contatto immediato e spontaneo con Madre Natura, per riflettere alla luce delle stelle e realizzare quella libertà che il mondo reale spesso nega, per avventurarsi in luoghi incontaminati che sollevano il velo su sé stesso.
LINK UTILI:
https://www.portoseguroeditore.com/prodotto/hirpu-il-cacciatore/
https://www.ibs.it/hirpu-cacciatore-libro-pierangelo-colombo/e/9791254928707
https://www.facebook.com/comeuntemporaleestivo
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