La riuscita manifestazione per il 25 aprile a Torino con il corteo da piazza Arbarello a piazza Castello ha rappresentato l’esordio del nuovo direttore dell’ Istoreto Barbara Berruti , succeduta a Luciano Boccalatte, che ha tenuto un ineccepibile, magistrale discorso di carattere storico che forse solo una studiosa di razza della sua generazione poteva fare. Non sterile reducismo, ma analisi storiche rigorose ,degne di essere stampate e divulgate. Il suo discorso è stato disturbato dai centri sociali in coda al corteo, bloccati ad un certo punto dal pronto intervento della Polizia. Anche i radicali dell’“Aglietta “hanno preso il pretesto per esibirsi con slogan fuori luogo, come ha fatto, da posizioni opposte, il gruppetto di “Rifondazione comunista”. Ottimo il discorso del Sindaco Lo Russo che si è presentato con la fascia tricolore. Il suo è stato un intervento istituzionale che ha davvero saputo rappresentare l’intera Città. Ad alcuni non sarà piaciuto il fatto di aver concluso la manifestazione con l’ inno nazionale senza intonare “Bella ciao”. Comprendo che rompere con una recente tradizione, piuttosto consolidata, sia difficile e possa magari suscitare qualche polemica , ma io sono così anziano da ricordare manifestazioni senza la celebre canzone. L’ Inno di Mameli unisce tutti senza distinzioni, pur con tutto il rispetto per “ Bella ciao “. In Parlamento la proposta di abbinare le due musiche il 25 aprile non è passata e forse il cerimoniale del Comune ne ha tratto le debite conclusioni. Spero che non verrà considerata una scelta divisiva. L’ invito di Bruno Segre di guardare in alto all’ esempio dei resistenti impone di evitare divisioni. Abitualmente, da molti anni, il 25 aprile ho parlato in Liguria o nel Basso Piemonte , ma quest’ anno ho partecipato molto volentieri all’ evento torinese. Chi ha organizzato la manifestazione ha dimostrato il senso storico necessario nel ricordare la fine di una guerra, l’ abbattimento di una dittatura, la cacciata dell’invasore tedesco .Le Messe cantate in queste occasioni sono sempre fuori posto come i discorsi polemici legati alla politica odierna ed a certe mezze figure istituzionali da operetta che vanno ignorate.
Pier Franco Quaglieni
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