La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato, all’alba del 21 dicembre scorso, un
emendamento al Disegno di Legge sul bilancio della Stato che rappresenta un clamoroso regalo di Natale al
mondo venatorio.
La norma, infatti, cancella i cosiddetti “metodi ecologici”, cioè incruenti, che fino ad oggi dovevano
prioritariamente essere applicati nel controllo di specie selvatiche che creano problemi alle attività umane.
Con la nuova versione della legge, di conseguenza, la prima ed unica opzione risulta essere l’abbattimento.
Abbattimenti i quali, ricordiamo, potranno avvenire ovunque, anche in ambiti cittadini ed all’interno di aree
protette, e senza alcun vincolo di tempo: quindi anche al di fuori non solo delle tradizionali giornate di
caccia, ma addirittura della stagione venatoria. Con conseguenze sulla sicurezza pubblica e sulla
militarizzazione del territorio che non è difficile immaginare.
Ma l’aspetto che maggiormente preoccupa chi ritiene l’ambiente naturale un bene primario e collettivo, la
cui salvaguardia deve essere un preciso dovere di ogni amministratore pubblico, riguarda l’art. 19 bis, di
nuova istituzione.
Viene prevista l’adozione di un non meglio definito Piano straordinario per la gestione e il contenimento
della fauna selvatica, il quale dovrebbe occuparsi di “coordinamento e attuazione dell’attività di gestione e
contenimento numerico della presenza della fauna selvatica sul territorio nazionale mediante abbattimento
e cattura.” Di nuovo, senza alcun limite, né di tipo territoriale, né di tempo. Ma nemmeno di specie, per cui
è possibile che la norma si possa applicare non solo, come si potrebbe ipotizzare, a cinghiali ed altri
ungulati, ma anche a specie protette, quali lupi ed orsi. Le attività di controllo della fauna, infatti, vengono
esplicitamente considerate come “non costituenti esercizio di attività venatoria”, quindi nemmeno
sottoposte alle regole della caccia.
In un periodo in cui le emergenze ambientali si stanno facendo sempre più reali e il cambiamento climatico
comincia a mostrare tutta la sua gravità, ci pare assolutamente inaccettabile adottare misure che
concorrono a degradare ulteriormente il contesto ambientale nel quale viviamo e dal quale traiamo tutte le
nostre risorse. Se non modifichiamo i nostri atteggiamenti nei confronti della natura, passando da politiche
di rapina e distruzione ad una situazione di equilibrio, continueremo il nostro tranquillo avvicinamento alla
distruzione dell’unico pianeta sul quale siamo in grado di vivere.
Le scriventi Gruppi Politici e Associazioni contestano anche con forza il metodo adottato per far approvare
le norme “libera caccia”: all’interno di una legge di bilancio, con la quale n
ulla hanno a che vedere, ma la cui
approvazione risulta così molto più semplificata. Quindi, nessun confronto, nessun parere di quel mondo
scientifico che pure non si esita a evocare ogni qualvolta succede qualche disastro ambientale, salvo
dimenticare ciò che viene affermato in attesa dell’evento successivo.
Le Associazioni chiedono quindi con forza che il provvedimento venga ritirato e si riservano, in caso
contrario, di adottare tutte le misure, anche legali, ritenute utili per evitare questa ulteriore concessione
alle istanze dei settori più retrogradi del mondo venatorio.
Federazione Regionale di Europa Verde Verdi del Piemonte
Federazione Nazionale Pro Natura
Lega Ambiente Piemonte
LIPU OdV Asti
OIPA ITALIA OdV
SOS Gaia
Quattropassianordovest
Comitato per la salvaguardia del Lago di Arignano