La Torino civile di Dedi Casalegno

Di Pier Franco Quaglieni

Dedi Casalegno ha concluso la sua vita terrena a pochi giorni dalla Giornata nazionale che dovrebbe onorare le vittime del terrorismo.

La scomparsa, ultranovantenne, di Dedi priva la città di una grande figura morale, una testimone coraggiosa che fu vittima di una immensa tragedia : la barbara uccisione del marito, Carlo Casalegno, vittima del fanatismo assassino delle Br, mentre stava entrando a casa. Dedi è sempre stata in prima fila sul terreno del ricordo del terrorismo, senza gli studiati oblii di certe altre vittime che si sono spostate dalla linea di Maurizio Puddu e di Dante Notaristefano. Sposava la senza incertezze la linea della fermezza di Massimo Coco, il grande musicista che aveva avuto il padre, Procuratore generale di Genova , trucidato dai brigatisti. Non amava i cedimenti di Mario Calabresi, il figlio del commissario ucciso 40 anni fa dai sicari di “Lotta continua” istigati da Sofri. In tutte le manifestazioni promosse in ricordo di Carlo fu sempre presente e si associo’ al Centro Pannunzio di cui divenne socia sostenitrice, condividendone le idee con profonda convinzione. Non era una donna di sinistra e tenne sempre a farlo sapere. Mi consenti’ per prepare la bozza di una ricerca – faziosamente bocciata dalla Compagnia di San Paolo – di accedere all’archivio Casalegno e alla biblioteca di Carlo. Era una donna dolce ed affettuosa, molto ferma nelle sue idee. Mi impose al direttore Anselmi come relatore ufficiale nel ricordo di Carlo alla redazione della “Stampa” di via Marenco. Il mio discorso non piacque ad Anselmi, uomo molto fazioso che poco prima aveva definito Casalegno “uomo di destra” e infatti nel pezzo di cronaca dell’evento a firma di Marina Cassi, fece saltare il mio discorso, suscitando l’indignazione ironica di Dedi. Era una donna che aveva molto sofferto, ma era anche una donna che era riuscita a tornare a vivere. Quante cene con Lei e con Arrigo Levi, forse l’unico vero amico di Carlo insieme ad Alberto Ronchey e quante telefonate cordiali, parlando di un giornale in sfacelo, dei sedicenti amici di Carlo, che approfittavano in modo sfrontato di una conoscenza di lavoro per vantare un’amicizia che non c’era mai stata, anche perché Carlo li disprezzava, come mi disse più volte Dedi. E’ stata una donna con una forte dignità personale, a volte anche ironica verso le miserie della vita e del mondo del giornalismo. Si indigno’ molto quando l’ordine dei giornalisti accomuno‘ faziosamente in una stessa  manifestazione di ricordo Mauro Rostagno, tra i fondatori di “Lotta Continua” ed amico di Curcio e Carlo Casalegno ,ucciso dai brigatisti rossi. Dedi mi telefono’ non appena lesse un mio indignato articolo sul “Torinese”su questa pasticciata iniziativa, patrocinata soprattutto dal sindacato dei giornalisti, da sempre su posizioni di estrema sinistra a cui l’Ordine non seppe opporsi o almeno prendere le distanze. Dedi lascia un vuoto nel mio cuore come lo ha lasciato Emilio Papa ,una generazione di novantenni esemplari. Mi impegnerò a ricordare Dedi e Carlo due figure esemplari della Torino civile .continuerò a farlo finché avrò forza e vita .

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