Genova, Grimaldi (SI): volevamo giustizia per gli altri…

“…non pensavamo di doverla pretendere per noi stessi. In tanti ancora oggi devono e possono chiedere scusa”

“Ancora su Genova. Oggi ricorre il giorno del magnifico corteo dei 300mila, sporcato, insanguinato e aggredito nuovamente dalle cariche indiscriminate delle forze dell’ordine. Chi, come me, è uscito illeso da quella giornata ancora non se ne capacita. Questa notte ricorrerà la notte della Diaz, la notte nera della democrazia italiana.
A vent’anni da allora non mi stancherò di dire che le prescrizioni, le promozioni, i depistaggi, le archiviazioni e le assurde pendenze giudiziarie che i manifestanti hanno sopportato per anni hanno impedito alle inchieste di arrivare a una vera e piena giustizia. E ancora aspettiamo che siano introdotti i codici identificativi sulle divise degli agenti in servizio. Persone che quella notte hanno rischiato la vita ancora non sanno chi gli ha cercato l’anima a forza di botte. Un movimento che chiedeva giustizia per gli altri ha poi dovuto invocarla per se stesso.
Io credo che non sia troppo tardi per chiedere scusa. Lo dovrebbe fare il Presidente della Repubblica a nome di tutte le istituzioni che in quei giorni non hanno garantito il rispetto della Costituzione. Dovrebbe farlo il Governo promettendo che mai più si consentirà la gestione scellerata di un momento di protesta. Lo dovrebbero fare i vertici della polizia, ma questo so che non avverrà mai, mentre Santa Maria Capua Vetere ci ha mostrato che purtroppo l’eversione continua a manifestarsi.
Però non solo: mi aspetterei le scuse di chi a quel tempo guidava (e in certi casi ancora oggi ne è figura di spicco, penso ad esempio a Piero Fassino) il più grande partito della sinistra e la maggiore organizzazione sindacale italiani. Per non aver capito che in quei giorni era loro dovere essere lì, non solo per abbracciare le ragioni del movimento ma per difendere con i propri servizi d’ordine organizzati quelle centinaia di migliaia di giovani. Ricordo che 20 anni fa la Sinistra Giovanile torinese decise di andare a Genova in contrasto con la scelta di via Nazionale. Le parole di alcuni nei giorni successivi suonarono come un riconoscimento tardivo della propria assenza dalla piazza.
E vorrei aggiungere: non condivido la narrazione per cui le violenze e il trauma subito a Genova hanno fermato e dissolto il movimento dei movimenti. Dopo Genova ci sono stati ancora social forum e manifestazioni di milioni di persone: Porto Alegre, Parigi, Londra, Roma, Firenze, la Perugia Assisi. E allora come è finita?
Anche in questi caso, tante sono le responsabilità dei grandi partiti: la sinistra di tradizione socialdemocratica, globalmente, non ha accolto le analisi, le intuizioni e le istanze di quel movimento, in questi decenni ha rinunciato a lottare contro i primi e quelli si sono rifugiati nelle isole del tesoro, più indisturbati che mai. Il 20% che allora deteneva l’80% della ricchezza globale è diventato un 12% in possesso dell’85%. Conoscere e riconoscere gli errori del passato è il primo e indispensabile passo per cambiare, una volta per tutte. La crisi climatica, la pandemia, le morti in mare e nel deserto, le ingiustizie sociali e molto altro ci dicono quanto ciò sia urgente”.
Marco Grimaldi – Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, Responsabile Transizione ecologica per la Segreteria nazionale di Sinistra Italiana
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