I giornali riferiscono che nei giorni scorsi Renzi abbia parlato con Salvini e la Meloni per sondarli e acquisirne l’appoggio rispetto alla eventualità di un incarico a Draghi.
Egli infatti dava per scontato che mai e poi mai i 5 Stelle avrebbero dato il loro sostegno a Draghi. Gli obbiettivi del bullo di Rignano erano chiari: 1)affossare Conte, ritenuto un avversario temibile sotto il profilo elettorale, il quale nonostante ripetuti atracchi di Renzi, Rosato e la Bellanova ha mantenuto un gradimento elevato nell’opinione pubblica; 2) sfasciare l’alleanza Pd/5telle e Leu impedendo così la costruzione di uno schieramento alternativo alla destra, al centro come in periferia; 3)aprire all’interno del Pd, partito del quale è stato segretario e che alle politiche del 2018 aveva portato al minimo storico, una crisi irreversibile e un processo di sfaldamento. Per alcune ore molti osservatori e non pochi commentatori politici avevano recitato il ” de profundis ‘ allla maggioranza giallorossa presentando il Capo di Italia Viva, un partito del 2% che grazie ad un po’ di ” transfughi ” ha un peso parlamentare molto superiore alla sua forza elettorale, come il vincitore assoluto.
Ma non è andata così e l’esito della decisione del Capo dello Stato, che ha fatto la scelta giusta nel momento giusto, sarà molto diverso da quello che questi profeti di sventura avevano ipotizzato. Conte ha dato “al bullo di Rignano” una lezione di serietà e di stile, ha dichiarato il proprio sostegno a Draghi in sintonia con il sentimento di gran parte della opinione pubblica.
Pd/5Stelle e Leu, non solo non sono stati messi in un angolo ma sono piu che mai in campo e pronti a sostenere il nuovo governo Draghi (di cui viene sottolineata l’autorevolezza internazionale ) sulla base di un programma europeista, di lotta alla pandemia e di forte rilancio della economia. Mi sia consentito di aggiungere: autorevolezza e credibilità che nessun altro italiano ha, fatta eccezione per Mattarella. Non solo, ma in questo momento ad essere divisa e la destra. Forza Italia è pronta a dare una mano a Draghi. La Meloni non andrà oltre una astensione, mentre le condizioni poste da Salvini mi paiono dettate piu che dalla volontà di contribuire alla formazione del nuovo governo dalla ricerca di pretesti per farsi dire di No. Intendiamoci problemi e difficoltà esistono ma il film a cui stiamo assistendo è molto diverso diverso da quello che i fautori di questa crisi si erano immaginati. E assai verosimilmente la vita del nuovo governo non dipenderà piu’ dal potere di ricatto e/o di interdizione di un partito del 2% e dalle manie di protagonismo e di visibilità del suo leader.
Wilmer Ronzani
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