IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni / L’anno scolastico è finito, o meglio, è formalmente finito in giugno , ma è stato interrotto di fatto dal contagio del Coronavirus. Per mesi le scuole sono rimaste chiuse e si è cercato di supplire con la didattica a distanza per la quale la maggioranza dei docenti non era pronta e meno che mai erano pronti gli allievi che in un numero significativo soprattutto al Sud non possedevano un pc o un tablet di cui disporre.
Se fossero possibili delle verifiche serie, si vedrebbe che le la didattica a distanza è stata insufficiente e discontinua , in ogni caso incapace di stabilire un rapporto adeguato tra discente e docente. Forse la questa grave crisi ad uscirne con le ossa massacrate è in particolare proprio la scuola . Una cosa paragonabile al ‘68 i cui danni si sono prolungati per cinquant’anni, come predisse Renzo De Felice. Ad una settimana dagli Esami di Maturità non è ancora chiaro come si debbano svolgere, ma soprattutto non si sa come riprendere la scuola a settembre. La follia delle gabbie in plexiglass nelle aule sembra essere tramontata, ma le distanze di sicurezza restano un problema che va affrontato. .Scrivere a quaglieni@gmail.com

