Nel basso Monferrato tra presepi e imperatori

“Oro, incenso e mirra”, la vetrina dei presepi nel basso Monferrato, giunta quest’anno alla quarta edizione, attira ogni anno un numero sempre maggiore di visitatori, anche al di fuori del Piemonte

Fino al 6 gennaio 2020 centinaia di presepi sono esposti nelle vie di Albugnano e Vezzolano, Aramengo, Cocconato, Schierano, Camerano Casasco, Castagnole Lanze e Castagnole Monferrato, Grana, Monale e Montegrosso d’Asti.

Paesi forse poco noti agli stessi piemontesi ma pur sempre ricchi di storia. Pensare che importanti personaggi del passato, tra cui imperatori e re, sono transitati da queste parti è, a dir poco, stupefacente. Ebbene, consultando gli archivi storici dei Comuni di questi paesi si viene a sapere, per esempio, che uno di questi imperatori fu nientemeno che il Barbarossa che nel 1155 con un decreto imperiale assegnò i territori di Schierano, Passerano, Primeglio e molti altri al Marchese del Monferrato. Il secondo fu suo figlio, Enrico VI, imperatore del Sacro Romano Impero, che affidò i territori di Cocconato, Capriglio, Schierano, Primeglio e Marmorito ai Radicati di Cocconato.

Il terzo fu Carlo IV di Boemia che pose la Contea dei Radicati sotto il controllo del Marchesato. E poi anche Carlo V, imperatore e re d’Italia, si interessò dei nostri paesi. Nel 1530 con un decreto ripristinò l’autonomia della Contea dei Radicati, i potenti signori della zona, concedendo loro il diritto di coniare monete in oro e argento nella Zecca di Passerano. Fa un certo effetto sapere che il grande sovrano sul cui Impero “non tramontava mai il sole” combatteva i nemici del suo regno, francesi, ottomani e principi protestanti tedeschi, e nel poco tempo libero a disposizione si occupava dei nostri borghi. O più probabilmente degli affari italiani se ne occupava il suo fedelissimo consigliere vercellese Mercurino Arborio di Gattinara che conosceva bene queste colline. Di tutti questi personaggi forse solo il Barbarossa ha attraversato a cavallo con il suo potente esercito questi territori, devastando e incendiando città e villaggi ma si trattava pur sempre del grande Barbarossa. Il suo nome campeggia inciso perfino nel pontile della Canonica di Santa Maria di Vezzolano, accanto alla data 1189, a sottolineare il legame esistente tra l’imperatore e i canonici di Vezzolano. Allora il Barbarossa è entrato nell’abbazia? Non si sa, il mistero resta.

Che grande storia in queste valli! Se aggiungiamo anche la leggenda di Carlo Magno inventata nel Settecento da un astuto canonico ma sempre molto suggestiva, il libro di storia è già stampato. Dunque, oltre a don Bosco e agli altri Santi sociali di queste terre non dimentichiamoci di questi sovrani che hanno fatto la storia dell’Europa, dell’Italia e…del basso monferrato astigiano.

Filippo Re

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