Carlo Calenda scatenato. Del resto ultimamente è incontenibile, ce n’è per tutti. Centro sinistra e
centro destra.
Ma il suo obiettivo principale continua ad essere Giggino, sintesi tra incompetenza, evanescenza
e la più totale ignoranza e dunque incapacità nel governare. Con dovizia di particolari elenca le
mancanze di Giggino quando era Ministro del’l industria ed incapace nell’ affrontare il nodo dell’
Ilva di Taranto. Ed accusa Zingaretti di coprirlo con la promozione a Ministro degli Esteri. Manco
sa l’inglese. Giratela come volete, ma i grillini non gli vanno proprio giù. Ce n’è anche per il suo ex
amico Matteo Renzi. Politicante che vuole potere per il potere. Rifiuta l’ idea di un Presidente
del Consiglio, un certo Matteo Salvini, e lascia intendere che certi rapporti internazionali
confermano questa sua incertezza. Non è solo. La professoressa Irene Tinagli rincara la dose.
Garbatissima e decisa nel dire: qui non ci siamo. Deputata europea, laureata alla Bocconi con
il massimo dei voti. Specializzazioni e professoressa dagli States alla Spagna, e per non farsi
mancare nulla consulente per gli Affari Economici e sociali alle Nazioni Unite.
Siamo al Top. Anche per questo Calenda e Tinagli non possono e non sanno capire Matteo
Salvini che ha cambiato 18 facoltà diverse con pochi esami e nessuna laurea. Interessante
il parterre di media età con punte di giovani, probabilmente composto da ceto medio e
professionale. Giusi La Ganga attentissimo. Vero che esserci non vuol dire aderire . Ma che
il PD gli sia stretto non è una novità . Contrarissimo all’ accordo con i pentastellati. Presenza
decisamente di adesione per Marco Cavaletto, l’ ex assessore Lubatti, come dell’ infaticabile Pino
Demichele. Mi sa che Più Europa sta saltando e Bonino e Della Vedova non sanno che pesci
prendere. Claudio Calenda insiste: molti , fin troppi politici fanno politica perché non sanno
fare altro. Porta sé stesso come esempio. “Ho rifiutato prestigioso e ben remunerato lavoro
a Londra perché non mi arrendo alla marginalità del nostro Paese”. Entra nel dettaglio del suo
lavoro di Ministro. 15 direttori generali, 5 molto bravi e competenti, 6 mediocri e 4 da rimuovere.
Cosa non possibile. Appunto, un altro mondo, direi quasi un altro pianeta.
E’ forse questo il loro limite. Troppo competenti per i gusti medi dell’ elettore medio italiano. Ho
letto la Grande ignoranza scritto da Irene Tinagli. Molto bello e ovviamente ben documentato e
direi proprio eccellente analisi. Comincia nel zoppicare alla fine quando affronta il problema del che
fare. In linea astratta c’ è la ricerca di una società fatta da giusti e competenti che agiscono
per il bene comune. Direi tra Tommaso Moro e la Città del Sole di Campanella. Ma poi ci si
scorna su come si forma il consenso e si arriva alla democrazia. Tutti hanno il diritto e ( meglio
precisare ) il dovere di votare. Ora mancano totalmente i partiti e le selezioni che operavano nella
società civile e promuovono direttamente Giggino da venditore di bibite al San Paolo di Napoli
a vicepresidente del Consiglio. Giggino che ( appunto ) considera lo studio e la competenza
superflua. Ciò che non è superfluo in democrazia sono poi le alleanze. Soprattutto in Italia ,Patria
politica della frammentazione. Di un’ Italia troppo abituata ai mille campanili.
Italia spaventata e poco incline alla razionalità dell’ organizzazione. Carlo Calenda ( se ho capito
bene) non vuole fare l’ ennesimo piccolo partitino. Per ora si organizza ma apetta di come vanno
le cose con il consenso. In poche parole che cosa dicono i sondaggi e sondaggisti. Ci prova,
insomma. Tante le incognite. Se tiene questo governo. Se e cosa fara’. Elezioni amminisrtative
e relativi risultati. Candidati e modalità di scelta dei candidati. Un oceano tra ciò che si dice di
voler fare e ciò che è possibile fare. La politica è sempre più ‘l arte del possibile se mai è stata
l’ arte dell’ impossibile. Si vive in modo precario. In particolare volendo e dunque cercando di
progettare un minimo di futuro. Carlo Calenda parla all’ interno del Sermig. Costruttori di pace ed
accoglienza anche per simboleggiare unità di intenti tra meritocrazia e solidarietà. Si respira aria
di razionalità e di logico. Fuori gli antagonisti fanno casino e la polizia deve intervenire. Vogliono
imporre il mercatino del baratto vietato. Altri ignoranti, altri cialtroni e la Sindachessa Chiara Appendino si rifiuta di firmare lo sgombero
della Cavallerizza.
Caro Carlo Calenda, la realtà è a volte irrazionale e caotica e ci passa come menu alla carta anche
questo.
Poi, sempre caro Carlo Calenda, i conti con il PD o con quello che ne rimarrà li dovrai fare. La
matassa della politica italiana e torinese si aggroviglia sempre di più. Ne vedremo delle belle
o, secondo i punti di vista, delle brutte . Comunque tentar non nuoce. Persino la goccia, con il
tempo, erode la roccia. Con tanto, tantissimo, tempo. Quasi una eternità. E non mi pare che ci resti molto per raddrizzare la baracca: pena il suo crollo.
Patrizio Tosetto
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