Riceviamo e pubblichiamo integralmente
COMUNICATO STAMPA SIULP E SAP
ASSASSINATI A SANGUE FREDDO DUE POLIZIOTTI DI TRIESTE. LA RABBIA DEL SIULP E DEL SAP DI TORINO E DI TUTTI I POLIZIOTTI.
ASCOLTATECI!!!!!!!!!!
AFFETTO, CORDOGLIO, SOLIDARIETA’, RABBIA, AMAREZZA, SENSO DI ABBANDONO un crogiuolo di sentimenti si confondono tra i poliziotti affranti dal dolore per la morte dei due colleghi. Resta il denominatore comune della volontà che le cose cambino perché non è più pensabile continuare in questo modo.
La Voglia di essere ascoltati seriamente è tanta.
La Voglia di far sentire pubblicamente e visibilmente la nostra rabbia, il nostro dolore, il nostro affetto alle famiglie dei colleghi assassinati è grande.
La Voglia di protestare e sensibilizzare il Governo del Paese sulla sicurezza dei poliziotti e sul rispetto per gli uomini e le donne in divisa è indispensabile.
La Voglia di difendere l’onore e la memoria dei poliziotti è fondamentale.
Dichiarazione dei Segretari Generali Provinciali SIULP e SAP.
La rabbia e il dolore prevalgono in questo drammatico momento. Due colleghi Pierluigi Rotta e Matteo Demengo uccisi per mano di un criminale che doveva essere assicurato alla giustizia.
Non sono i primi poliziotti che sacrificano la loro vita per lo Stato, le Istituzioni, i cittadini. Il loro sangue viene versato in nome di una giustizia e di un sistema legale che non tiene conto della loro sicurezza, men che meno si preoccupa del rispetto e dell’onore di chi rappresenta lo Stato.
Un sistema che consente nell’indifferenza pressoché totale che i tutori dell’ordine vengano derisi, sbeffeggiati, insultati, aggrediti, feriti e uccisi, salvo, poi, proclamare onori e glorie per i caduti.
Un sistema che ritiene che i morti delle forze dell’ordine possano essere paragonati ad un incidente sul lavoro quand’anche le leggi a protezione dei lavoratori di polizia sono assolutamente insufficienti.
Un sistema distorto e fuorviante a cui, a volte, si aggiungono i luoghi comuni che insinuano nelle coscienze delle persone il pregiudizio verso i poliziotti quali soggetti spietati, insensibili ed incapaci.
Adesso comincerà il balletto delle possibili ragioni che hanno acconsentito al criminale di sottrarre la pistola al poliziotto e sparare contro altri. Adesso molti si concentreranno di sottolineare le puntuali dinamiche dell’ omicidio e pochi diranno che l’assassino non dovrebbe avere nessuna attenuante e men che meno leggi premiali. Adesso la questione si sposterà sull’infermità mentale dell’assassino dichiarando che quanto accaduto era inevitabile.
Pochi diranno che l’equipaggiamento dei poliziotti non è sempre adeguato e che i giubbotti “antiproiettile sotto camicia” che costano 600€, chi può, li compra con i propri soldi, così come il resto dell’equipaggiamento che l’Amministrazione non fornisce.
Pochi diranno che le regole d’ingaggio relativo al trattamento dei sospettati di reato è troppo blando, troppo comprensivo verso il delinquente e poco o niente verso la sicurezza dell’operatore di polizia.
Pochi diranno che i poliziotti servono lo Stato con l’incubo di essere tacciati di usare le “maniere forti” anche se il malvivente e violento e colto in flagranza di reato.
Il sistema legale vuole che i tutori dell’ordine esercitino la loro grande professionalità facendo rispettare le leggi, arrestare i cattivi, difendere le vittime ma sempre con la spada di “Damocle” delle denunce ritorsive, dell’atto dovuto, dei risarcimenti discutibili che pendono quotidianamente sulla loro testa.
E come se non bastasse, continuano Bravo e Perna, ciò che è triste, squallido, vergognoso ed inquietante e che già in queste ore qualcuno cominci ad esprimere il proprio compiacimento sul web sulla morte dei due poveri colleghi.
Il SIULP ed il SAP chiedono ai rappresentanti dei cittadini di varare al più presto una legge che punisca chi oltraggi la memoria dei caduti in servizio delle forze dell’ordine. Sarebbe un minimo di riconoscimento e di sensibilità verso le vittime del dovere in alcuni casi uccisi due volte da soggetti senza scrupoli e umanità.
La sicurezza e la giustizia che garantiscono la libertà di uno Stato democratico, trionfano laddove chi ha il dovere di garantirle viene a sua volta garantito dalle leggi che devono tutelare innanzi tutto i tutori dell’ordine.
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