Diritti umani: il Piemonte accende una luce sulle resistenze dimenticate


Un convegno per ricordare le “resistenze dimenticate”. È la principale iniziativa organizzata dal Comitato Diritti Umani e Civili del Consiglio regionale in occasione del 10 dicembre, giornata internazionale dei diritti umani.

Appuntamento mercoledì 10 dicembre alle ore 19 presso la Piazza dei Mestieri (via Durandi 13, Torino) dove, durante “Diritti umani e civili: le resistenze dimenticate”, si confronteranno esperti e attivisti che da tempo portano avanti il loro impegno per tenere alta l’attenzione sulla drammatica situazione loro paese. “Con questa iniziativa vogliamo testimoniare la nostra solidarietà e dare voce a coloro che lottano per la difesa dei diritti fondamentali in ogni parte del mondo. L’Iran, il Venezuela, il Kurdistan, la Bielorussia: sono solo alcuni esempi di paesi dove i diritti umani sono sistematicamente violati.
Il Comitato regionale per i Diritti Umani e Civili del Piemonte, che ho l’onore di presiedere, vuole continuare a essere un punto di riferimento per tutti coloro che credono nella dignità umana e nella giustizia. Continueremo a impegnarci per mantenere alta l’attenzione, per accendere luci e per sostenere coloro che sono perseguitati per aver difeso la propria libertà. Insieme possiamo fare la differenza”, ha spiegato Davide Nicco, presidente del Consiglio regionale.
La vicepresidente del Comitato Sara Zambaia ha illustrato la genesi del convegno: “Abbiamo scelto questo tema per uscire dalla consueta focalizzazione sulla crisi del momento e riportare lo sguardo sulla complessità globale. Oggi nel mondo sono attivi oltre cinquanta conflitti di diversa entità, spesso ignorati dall’opinione pubblica. Dedichiamo questo convegno alle resistenze di cui si parla meno e che si conoscono meno, perché non vengano dimenticate. Vogliamo coinvolgere le loro voci in modo diretto, senza mediazioni che ne attenuino la forza. Le resistenze che presentiamo sono state selezionate con cura insieme alle comunità che le rappresentano. Questo è il nostro modo per restituire spazio, dignità e ascolto a chi continua a lottare nell’ombra”.
Dall’altro vicepresidente, Giampiero Leo, la chiosa finale: “Rivendico l’idea che, in un tempo così fragile, occorre essere idealisti per continuare a dare senso al nostro impegno. Sappiamo bene che non risolviamo noi ciò che non riescono a risolvere nemmeno le grandi organizzazioni internazionali, ma non per questo dobbiamo arretrare. Su temi così delicati è sempre necessario trovare un punto d’incontro che renda più forte e credibile ogni presa di posizione. Ricordo con orgoglio che solo la regione Piemonte dispone di un Comitato diritti umani strutturato e operativo. Questo ci affida una responsabilità che non possiamo eludere. Continueremo a fare la nostra parte, con tenacia e unità di intenti”.
Durante la conferenza stampa sono state presentate altre iniziative collegate alla ricorrenza.
In conclusione, i componenti del Comitato hanno organizzato un momento di mobilitazione per chiedere la liberazione di Alberto Trentini, cooperante italiano detenuto ingiustamente in Venezuela dal novembre 2024.

Ufficio Stampa CRP

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