THE PASSWORD Torino oltre gli asterischi
Per la rubrica “The Password: Torino oltre gli asterischi”, in collaborazione con Il Torinese, la redattrice Arianna di Pascale parla di ADAPTATION, un progetto di “web-giornalismo costruttivo” che racconta le soluzioni di adattamento impiegate dai Paesi europei di fronte al riscaldamento globale.
Quante volte, leggendo dell’avanzamento inesorabile del cambiamento climatico, ci siamo trovati davanti a una narrazione catastrofista della situazione? Quante volte ci siamo sentiti impotenti, minuscoli davanti a un avvenimento così immenso? Al giornalista Marco Merola è successo tante, troppe volte. Per questo motivo ha deciso di focalizzare il suo lavoro sul constructive journalism, una forma di giornalismo che si concentra sul positivo che può nascere dal negativo e sulla ricerca di soluzioni: la sfida è proprio dare una prospettiva costruttiva a una narrazione spesso distruttiva.
Talvolta si pensa all’adattamento al cambiamento climatico come a una forma di rassegnazione, all’inattività di fronte al problema, ma non è così. L’adattamento è l’altra faccia della medaglia della mitigazione, ed è altrettanto necessario.
Da questa idea nasce ADAPTATION, un documentario interattivo che nasce per raccontare le strategie di adattamento dell’uomo al cambiamento climatico. Il progetto nasce da un’idea di Marco Merola, giornalista che da oltre 20 anni firma reportage per magazine italiani ed esteri su temi legati a scienza, ambiente e tecnologia. Insieme ad altri colleghi ha girato il mondo per documentare le strategie di sopravvivenza e adattamento al cambiamento climatico. Questo formato in continuo rinnovamento permette di prendere un grande tema e di raccontarlo a tappe, attraverso tante storie connesse tra loro ma valide anche singolarmente, narrate con forme comunicative nuove e diversificate.
Per molto tempo la narrazione scientifica ha evitato di parlare di cambiamento climatico, poiché sintomo di una “sconfitta” da parte dell’uomo. Ci sono voluti almeno 20 anni per accettare l’idea di “adattamento”: se ne era parlato già nel corso del protocollo di Kyoto 1997, ma tutt’oggi le posizioni mediatiche e politiche sono ben lontane da una narrazione di questo tipo. Adattarsi, però, è sempre stata la chiave della vita: parafrasando Charles Darwin, chi non evolve muore. E se guardiamo all’oggi, i cambiamenti climatici altro non sono che una versione accelerata delle sfide naturali del nostro pianeta: d’altronde l’uomo non è fatto per rassegnarsi, o non saremmo qui oggi.
Sulla pagina web del progetto si legge: “Adattarsi al cambiamento non vuol dire rassegnarvisi, tutt’altro. Significa piuttosto operare per ridurre gli effetti negativi sull’ambiente e, perché no, costruire modelli di vita differenti dal passato“. L’adattamento non è un’alternativa alla mitigazione, ma la integra, rendendone accettabili tempi e costi. La Banca Mondiale, in uno studio del 2009, ha stimato che i costi per gli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici ammonterebbero a una cifra tra i 70 e i 100 miliardi di dollari all’anno fino al 2050 – a patto che venga rispettato l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature a un massimo di 2°.
ADAPTATION propone un viaggio d’ispirazione alla ricerca di buone pratiche di adattamento. Per il momento, il progetto racconta di due Paesi europei per cui la sfida climatica è particolarmente stringente: l’Olanda e l’Italia – di cui per ora sono riportate cinque regioni, tra cui figura anche il Piemonte, grazie al supporto del Politecnico di Torino. Per questa regione, la fotografia climatica risulta abbastanza inclemente: dagli anni Sessanta a oggi le temperature massime giornaliere sono già aumentate di 2°C, mentre quelle minime di 1,5°C. Le precipitazioni non sono affatto regolari, con brevi periodi di piogge violente e periodi di secca sempre più lunghi, rendendo il Piemonte la regione con i territori più aridi della penisola (dati dell’Osservatorio ANBI 2024). Gli effetti immediati sono la modificazione della portata dei fiumi, che causa anche inondazioni sempre più frequenti: ricordiamo ad esempio la disastrosa alluvione che nel 1994 ha colpito la città di Alessandria.
Le strategie sono molte e creative: alcuni agricoltori siciliani hanno dato vita ai cosiddetti “vigneti eroici”, in cui usano dei trenini che si arrampicano sulla roccia per curare i vigneti tutto l’anno. C’è anche chi pensa a cosa mangeremo domani: nell’isola di Texel, in Olanda, Marc van Rijsselberghe ha creato la prima salt farm del mondo, in cui coltiva semi antichi che riescono a crescere bene con l’acqua salata.
Per concludere, riportiamo alcune parole di Marco Merola, pronunciate durante l’edizione 2019 di TEDxNapoli: “Adattamento evoca lungimiranza, adattamento siamo ognuno di noi. Siamo costretti ad adattarci, ma perché è nella nostra natura farlo: noi non combattiamo il cambiamento climatico, tentiamo di abbracciarlo”.
Arianna di Pascale
Ecco il sito del nostro giornale e le nostre pagine social: Instagram e Spotify
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE