I referendum abrogativi

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Per espressa dichiarazione di Landini e di altri leaders politici i referendum abrogativi sono stati usati contro il governo per dare spallate e addirittura fomentare “rivolte sociali“ . I risultati sono stati molto deludenti perché il quorum non è stato raggiunto e quindi sia gli scopi abrogativi che quelli secondari e impropri in una democrazia normale sono andati in fumo. Landini ha dichiarato che siamo in presenza di una “crisi democratica” perché gli Italiani non hanno accolto i suoi quesiti referendari e sono rimasti a casa o hanno votato no. Landini ha un’idea strana della democrazia, forse anche per carenza di cultura politica e non soltanto. In realtà perdere o vincere è sempre un fatto altamente democratico se i contendenti rispettano la Costituzione e non trasformano gli avversari in nemici come tende a fare Landini.
Non votare in un referendum manipolato politicamente non è assenteismo, ma è un preciso atto politico.  Il qualunquismo non c’entra.  Già il giurista Galante Garrone vedeva la possibilità di un uso distorto del referendum che fu tenuto per la prima volta nel 1974, malgrado la Costituzione fosse del 1948. La sinistra alla Landini non sa, ma il referendum fu attuato su richiesta degli antidivorzisti e molti giuristi videro nel referendum abrogativo pur limitato ad alcuni temi un pericolo alla democrazia parlamentare e un modo per inserire in modo surrettizio una forma di  antiparlamentarismo come il plebiscito che non è proprio l’esempio della democrazia sia nella storia italiana sia nella storia francese e non soltanto.  Landini e i suoi amici mancano di quello che Adolfo Omodeo definiva il “Senso della storia” , come ricordava spesso Galante Garrone. Nessuno può essere costretto a votare in un referendum abrogativo, altrimenti si lede la Costituzione. I perdenti dovrebbero chiedersi se i quesiti referendari sono stati convincenti oppure no, fermo restando che il quorum  stabilito dalla Costituzione offre la possibilità, costituzionalmente sacrosanta, di non votare.
Aggiungo un mio modesto parere: io non potrò mai stare dalla stessa parte di Landini e dell’attuale CGIL senza tradire il mio essere liberale e democratico. La politica per me non è fatta di spallate e di rivolte sociali. Credo di essere un democratico laico “adulto”, parafrasando Prodi, per poter decidere del mio voto in libertà, secondo scienza e coscienza. Chi ha perso adesso propone l’abolizione del quorum e dimostra di non capire il legislatore costituente. È un bambino che, avendo perso,  frignando, dice : “E adesso io con te non gioco più” . Povera Italia, anzi Italietta. Quella di Giolitti era una grande Italia!
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