Spettacoli da non perdere, da Shakespeare al “Franciscus” di Cristicchi

Nella settimana, sul palcoscenico del Gioiello

Un’occasione per accostarci ancora una volta alla scrittura teatrale di Gian Mesturino, di recente scomparso, alla sua cultura, all’amore per i classici, alla sua voglia di nuove invenzioni. Per la stagione del Gioiello va in scena mercoledì 15 gennaio “Shakespeare x 2”, scritto in compagnia di Girolamo Angione e giunto al suo settimo anno di applauditissime repliche. Una baruffa che sa appieno di teatro nata all’ombra di un antico Globe, tutta da ridere, di squisito divertimento, protagonisti due giovani attori: Elia Tedesco – un gran momento per lui, nel cast del “Paradiso delle signore” su Rai 1 e protagonista della commedia “Il fidanzato di tutte” senza scordare l’ultima affermazione nel recente “Verso l’ora zero” di Agatha Christie – e Simone Marietta (anche lui nel cast della Christie). Un’epidemia di peste, che ricorda quella che visse il buon vecchio William negli anni 1592 – 1594, causa la chiusura dei teatri. In un teatro, però, sono rimasti due attori e il pubblico. E se le autorità vietano di lasciare la struttura non resta che proporre una carrellata sulle opere del Bardo, in attesa di tempi migliori. È da questi spunti che parte l’attento lavoro drammaturgico, in un godibilissimo viaggio in compagnia di Prospero e Puck, Amleto e Shylock, Giulietta e Marcantonio. Inizio ore 21.

Franciscus il rivoluzionario, l’estremista, l’innamorato della vita, pronto a vivere per un sogno, il folle che parlava agli uccelli, Franciscus che vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto di persona ma anche di animale e di un lebbroso, e non soltanto in essi ma anche nel sole, nella morte, nella terra su cui camminava insieme agli altri. Che vedeva l’abbandono di ogni bene, di ogni ricchezza, di una famigli e di una casa. In cosa risiede l’attualità del suo messaggio? Cosa può dirci la filosofia del “ricchissimo” di Assisi, nella confusione della modernità affamata di senso, nelle promesse tradite del progresso? Questo è altro si è chiesto Simo Cristicchi scrivendo (con Simona Orlando) e mettendo in scena questo suo “Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli” che continua a girare per i palcoscenici italiani con immutato successo. Franco Cordelli, recensendo nelle colonne del Corriere della Sera, ha parlato di “rivelazione” e di “una scoperta” di un attore e di un autore, ha aggiunto: “Avrà più volte partecipato al festival di Sanremo e lo avrà pur vinto, ma siamo oltre, di gran lunga.” Un percorso lungo prima di arrivare a questa figura di santo insuperato, non soltanto dell’artista ma soprattutto dell’uomo, fatto di un inizio a soli 17 anni nel mondo della musica (oggi ne ha quarantasette: profetici tratti con quella barba che inizia a imbiancare e quella gran matassa di capelli arruffati), di obiezione di coscienza e di volontariato in un centro di igiene mentale, di tappe significative che si intitolano “Maria che cammina sull’autostrada” e “Studentessa universitaria” e quei capolavori del mondo della canzone che sono “Ti regalerò una rosa” e “Non mi avete fatto niente”, attraversando i versi di Alda Merini e le “Lettere dal manicomio”, i “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia” e “Magazzino 18”, cruda narrazione del dramma delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate.

Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dall’Accademia Perduta Romagna Teatri, con il suo “Franciscus” l’artista romano continua a stupire il pubblico, tra riflessioni che percorrono la nostra quotidianità, domande e canzoni inedite – che portano la sua firma e quella della cantautrice Amara -, indaga e racconta il Santo di tutti, che è stato prima di tutto “un uomo in crisi, consumato dai dubbi, un laico che imparava facendo, si perfezionava incontrando e il cui esempio riuscì ad attrarre una comunità, ma non senza destare sospetti tra alcuni del popolo: uno in particolare, Cencio, stracciarolo girovago, inventore di una lingua solo sua, osservatore critico del viaggio di Francesco, interpretato dallo stesso Cristicchi.”

Aggiungono ancora le note di presentazione: “Al centro dello spettacolo, il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale di Francesco. Ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere con il creato. Temi che nel frastuono della società in cui viviamo diventano ancora più urgenti e vividi”. Forse lo spettacolo di cui davvero c’è bisogno oggi, tra sentimenti e momenti di tranquilla riflessione. Repliche venerdì 17 gennaio (ore 21), sabato 18 (ore 19,30) e domenica 19 (ore 16). Un successo tutto da scoprire.

(e.rb.)

Nelle immagini, Elia Tedesco e Simone Marietta in “Shakespeare x 2” e Simone Cristicchi in “Franciscus”.

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