La Regione Piemonte è stata negli anni pioniera nei servizi di cura offerti alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare, oggi invece le prestazioni dietistiche non sono più considerate nemmeno nell’ambito extra Lea e la condizione materiale per qualunque paziente abbia bisogno di una terapia dietistica è quella di non potervi accedere in ambulatorio. I centri per le cure dei DCA sono del tutto insufficienti, a partire da quello delle Molinette che continua ad avere solo sette posti letto. Ma c’è di più: i pazienti una volta dimessi non hanno nemmeno il servizio del fondamentale controllo ambulatoriale durante il percorso di recupero. Ancora una volta chi può paga e si cura, chi non può resta senza prestazioni fondamentali. Crediamo che non sia accettabile, i disturbi del comportamento alimentare sono aumentati in Piemonte del 112% nel periodo post pandemico, come ci hanno spiegato le dietiste audite. In Italia i disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia, sono la seconda causa di morte nella fascia dei giovanissimi, chi ha tra i 14 e i 18 anni. In cura ci sono oltre 3 milioni di persone. Le associazioni che quotidianamente si occupano del tema, come fiocchetto Lilla, chiedono al governo che vengano finalmente compiutamente inseriti nei Lea i disturbi alimentari, con percorsi specifici e linee guida chiare che possano garantire un diritto alla cura paritario in tutto il territorio nazionale. Alcune regioni, in attesa dell’inserimento nel nomenclatore nazionale, stanno garantendo il servizio inserendo le prestazioni dietistiche nel proprio nomenclatore regionale, per permettere di dare risposte adeguate alle persone che ne hanno bisogno.
Il Piemonte cosa fa? Per ora c’è “un’interlocuzione aperta” con l’assessore alla sanità, intanto però i e le pazienti, anche chi per gravità necessita il ricovero, una volta dimesso dall’ospedale non sa a chi rivolgersi.
Noi di AVS abbiamo presentato un emendamento alla variazione di bilancio in Regione che chiedeva di utilizzare i finanziamenti a fondo vita nascente per i disturbi alimentari, ritenendo decisamente più utile impiegare denaro pubblico per prendersi cura delle persone che soffrono invece che regalarli ad associazioni antiscelta che arbitrariamente decidono a chi assegnarli: la maggioranza lo ha respinto.
C’è bisogno di risposte concrete subito, i percorsi di cura per prevenire, contrastare e curare i disturbi del comportamento alimentare sono sempre più necessari e non possiamo permetterci di arretrare in termini di politiche messe in campo mentre il fenomeno inesorabilmente avanza sul territorio piemontese.
Valentina Cera consigliera AVS Regione Piemonte
Giulia Marro consigliera AVS Regione Piemonte