Nove artisti e tredici tecniche fotografiche differenti sono in mostra, a partire dal 28 settembre fino al 13 ottobre prossimi, all’interno dello Spazio Musa, in via della Consolata 11/E, a Torino, dove si svolge la mostra dal titolo “Fotografia Alchemica”. Si tratta di una collettiva a cura di Lucrezia Nardi con nove artisti che proporranno proprie opere realizzate con antiche tecniche di stampa fotografica. In questa occasione il visitatore avrà modo di conoscere e apprezzare, attraverso oltre 100 opere di artisti italiani, l’unicità dei risultati estetici che stanno alla base delle diverse tecniche di stampa, con un viaggio a ritroso nel tempo in cui le tecniche sono state ideate e studiate a partire dal 1847, anno in cui Louis Blanquart – Evrard ha elaborato la carta d’albume, al 1855, anno in cui Alphonse Poitevin descrisse la stampa all’olio, fino al 1864, quando Joseph Swan brevettò la tecnica di stampa al carbone, e ancora al 1873, che vide la nascita, grazie a William Willis, della tecnica di stampa con ai sali di platino e palladio, e così per molte altre tecniche utilizzate nelle opere esposte. Lo scopo principale dell’evento non vuole essere una semplice rassegna di carattere storico, ma illustrare come la fotografia digitale sia divenuta oggi un prezioso supporto, creando con queste tecniche un rapporto sinergico che ne facilità la realizzazione.
In mostra le opere di Massimo Badolato, nato a Torino, dove vive e lavora, che sin dagli anni 70 non ha mai abbandonato le luci della camera oscura, ma le ha coniugate con quelle della camera chiara. Dalla stampa argentica del primo periodo è passato negli ultimi anni a quella dei sali di platino e palladio. In epoca recente ha sperimentato la stampa al carbone in bianco e nero con pigmenti di varia natura. Un altro artista in mostra è Andrea Baldi, fotografo amatoriale con la passione per la fotografia in bianco e nero e i processi di stampa storici alternativi. Si è formato presso la scuola di fotografia Ettore Rolli, a Roma, e si è appassionato alla stampa a contatto, utilizzando negativi in vetro d’epoca provenienti da una collezione di famiglia ritrovata tra gli oggetti dei nonni. Ha esplorato la stampa analogica ai sali d’argento e si è poi cimentato con tecniche di stampa antica, come la cianotipia, il Van Dyke e il palladio.
Di recente si è avvicinato alle stampa a più negativi utilizzando passaggi multipli con meticolosa messa a registro, creando stampe a colori con la tecnica della gomma bicromata, e monocromatiche per migliorarne la gamma. Un’altra fotografa in mostra è Letizia Caddeo, di nascita romana, che ha dimostrato la capacità di immortalare un istante, la luce, un frammento di realtà a cui altri potrebbero essere indifferenti; la sua sensibilità si è evoluta attraverso l’arte fotografica. Frequentato un master di fotografia, e dopo varie esperienze professionali, ha deciso di esplorare la cianotipia come autodidatta, una tecnica di stampa fotografica antica che ha permesso di stampare le sue fotografie e di toccarle. Nei suoi scatti traspare una ricerca di pace e solitudine, paesaggi umani abbandonati insieme a dettagli intimi di persone ed oggetti che vengono riproposti nel suo piccolo microcosmo, questa volta in blu. Un altro artista che si è avvicinato alla fotografia negli anni 80, e ha cominciato a lavorare a progetti nel 1992, è Cesare Di Liborio.
La soglia per lui è un segno particolare, intesa come passaggio non solo materiale, anche mentale. Le sue “Colonne d’Ercole” rappresentano il nostro limite tra reale e irreale, tra conosciuto e sconosciuto, tra vita e morte. Negli anni seguenti il suo lavoro è stato improntato sull’idea del limite, del passaggio, dando vita ai lavori su “Labyrinthos I” e “Labyrinthos II”. Negli ultimi anni la sua ricerca si è concentrata oltre il limite che ha caratterizzato il suo cammino. Da questo impulso nascono “Ade” e “Wandering Souls”. Utilizza varie tecniche contaminandole tra loro aggiungendo anche fiori, tessuti e pigmenti ottenendo immagini uniche e irriproducibili. Molto interessante è il lavoro dell’architetto romano Alessandro Iazeolla, appartenente anche all’Ordine professionale e al ruolo dei periti e degli esperti in fotografia d’arte presso la C.C.I.A.A. di Roma. Si occupa di fotografia del 1973, operando con camera oscura e laboratorio per la sperimentazione di procedimenti storici quali cianotipia, Van Dyck, cliché verre e gomma bicromata. Collabora attivamente con le testate di arte e cultura contemporanea Artribune e Exibart.
Dei Paesi Bassi è la fotografa Margrieta Jeltelma. I suoi lavori comprendono poesia e scultura, ma il suo mezzo principale d’espressione è la fotografia, una passione trasmessa dal padre che, per primo, le insegnò a usare la macchina fotografica e la camera oscura. I suoi lavori hanno ricevuto molti premi e sono stati esposti in mostre internazionali. Roberto Lavini, fotografo professionista, studia storia e tecnica della fotografia. Ama sperimentare antichi processi fotografici approfondendo la loro storia e la loro evoluzione. È fondatore, insieme a Maria Rosaria Urano, del Centro di Ricerca Fotografica chiamata “CameraCreativa.it”.
Luigi Menozzi ha focalizzato la sua attenzione sulla natura e l’ambiente naturale, dapprima soffermandosi sul paesaggio, in seguito con ricerche e progetti più delineati e circoscritti. Ricerca e privilegia gli aspetti più artigianali della produzione fotografica e utilizza prevalentemente negativi analogici di grande formato. Stampa su carta baritata ai sali d’argento e con le tecniche del platino, palladio e del carbone.
Ultimo artista in mostra, ma non meno importante dei precedenti, è Michele Pero, ex fotografo di guerra e fotografo professionista dal 1992. Maestro di stampa analogica in bianco e nero muove i primi passi in camera oscura dal 1984, attraversando tutta l’epoca del computer e delle tecnologie digitali che usa per il suo lavoro. Michele Pero si ispira all’umanesimo francese, in particolare al movimento della Straight Photography.
Di recente ha fatto ritorno alla fotografia analogica con stampa su carta salata, la fotografia al collodio umido, rappresentata in mostra, e altre tecniche antiche di fotografia. Gestisce un blocco di tecniche fotografiche sia sul proprio sito che su quello della Scuola di Fotografia da lui fondata “The Darkroom Academy”.
Spazio Musa
Via della Consolata 11E, Torino
Orari dal martedì al venerdì 14.30-19.30; sabato e domenica dalle 16 alle 20.
Mara Martellotta
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