La sera del 17 agosto, un equipaggio della Polizia di Stato di Novara – nello specifico della Squadra Volante della Questura – interveniva su indicazione della Centrale Operativa in via Calvari, in quanto una donna straniera faceva intendere su linea telefonica di emergenza che il marito, marocchino classe 1976, stesse forzando il figlio a ingerire una soluzione liquida.
Gli agenti, giunti immediatamente sul posto, trovavano la donna ed i due figli minori, uno dei quali, pallido e dolorante, riferiva di avere appena vomitato in quanto appena costretto dal padre a bere 5 litri di liquidi. All’interno della camera da letto, gli agenti rinvenivano due taniche di acqua da 5 litri, una delle quali completamente piena di un liquido ed un’altra vuota ma con residui di fondo della medesima sostanza.
Ai fini di poter esperire le dovute attività l’uomo veniva accompagnato in Questura mentre un altro equipaggio si portava presso il pronto soccorso pediatrico dove il minore era stato trasportato per accertamenti.
Presso il presidio sanitario si ascoltava la figlia, l’unico membro della famiglia nelle condizioni linguistiche di riferire qualcosa di utile, dal cui racconto emergevano episodi di violenza subita da lei, dal fratello e dalla madre anche risalenti fino a dieci anni prima. Si apprendeva quindi che l’uomo aveva avuto un ulteriore declino comportamentale a partire dall’estate del 2020, in quanto maturava la convinzione dell’esistenza di demoni dai quali tutti i componenti del nucleo famigliare sarebbero posseduti e dai quali avrebbero dovuto essere liberati. Da qui la pratica di sottoporre con cadenza mensile di far bere 5 litri di quel liquido a testa che causerebbe in loro attacchi di vomito, diarrea ed inappetenza per tempo prolungato. Tale pratica sarebbe certamente coercitiva in quanto la mancata assunzione veniva punita con violenze fisiche sino a che non veniva terminata la bevanda.
Per questi motivi l’uomo veniva tratto in arresto per il reato di maltrattamenti in famiglia e associato presso la casa circondariale di Novara. In sede di udienza di convalida, l’Autorità Giudiziaria ha disposto per lui la misura cautelare in carcere.
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