Agliè, il castello miracolato

Agliè e il suo castello! Ma è quello di Rivombrosa? Mondo dei consumi che riduci ogni cosa a effimero stilema pur che la realtà che proponi si imponga, nessun rispetto della verità, della storia e anche in questo caso dell’autenticità di persone e luoghi. A voler affrontare la storia di un castello, ci si immerge appieno nelle vicende di vita del passato e andando all’indietro capita di vedere distrutte e ricostruite più volte realtà non solo castellane ma locali…..Così, davanti alla lanterna magica del passato, noi ci rassegnamo a verità che contraddicono i fatti noti e raccontato, ché il momento vuole:
nessun rispetto per la verità! Questa pagina propone un momento drammatico: quando il castello rischiò che l’invasore, inviperito per gli esiti degli ultimi eventi bellici, mettesse a sacco prima e anche a fuoco poi il Monumento più importante di Agliè….. allora sarà più interessante scoprire quanto ebbe a capitare……e questo scritto lo dice bene.
Carlo Alfonso Maria Burdet
L’antico maniero divenne proprietà di casa Savoia dal 1764. Dopo l’avvenuto di Napoleone che lo aveva adibito a ricovero e il parco ceduto ai privati per l’agricoltura, ritornò ai Savoia nel 1823. Dal 1849 fu ereditato da Ferdinando Savoia duca di Genova, dal figlio Tommaso duca di Savoia-Genova e dal nipote Filiberto Savoia duca di Pistoia, marito della duchessa Lydia di Arenberg. Filiberto, cugino del re Vittorio Emanuele III° di Savoia, fu generale della Brigata Brennero e generale di divisione in Africa Orientale.
Nel 1939 cedette il castello allo Stato Italiano per otto milioni di lire, poi adibito a museo dove sono esposte alcune opere di Luigi Canina, l’architetto casalese inserito in casa Borghese dal marchese di San Giorgio Evasio Gozzani, amministratore del principe Camillo e Paolina Bonaparte. Il poeta Guido Gozzano dedicò uno scritto al castello del borgo alladiese. Qui si ricorda un poeta contemporaneo di Guido, Flavio Eligio Maria Razzetti, figlio dell’avvocato torinese Napoleone e Rosa Ballor. Il padre compose un commento estetico alle Odi Barbare di Giosuè Carducci, ottenendo lusinghiera approvazione di Carducci stesso. Flavio Razzetti fu anche giornalista e inviato speciale per 26 volte negli USA, pittore, autore di commedie teatrali, romanziere e  pubblicista.
In un sonetto dedicato a Flavio Razzetti dal poeta dialettale torinese Giovanni Bono, il personaggio di Monsú Razet viene descritto come talentuoso, una figura fuori dal tempo, col suo giaccone frusto e le scarpe scalcagnate. Alla domenica pomeriggio, nel caffè Cannon d’Oro di Agliè, l’antico gioco di carte dei tarocchi permise a Razzetti di fare amicizia con la famiglia di Gozzano Domenico, sposatosi a Cuceglio con Vittoria Zanotto Contino, genitori di Giuseppina Gozzano (*1925) che ha generato la propria linea di New York. La cugina Walburga Bollendorf di Norimberga, detta Walga, moglie del neuropsichiatra Mario Gozzano, figlio del generale medico Francesco e nipote materno del principe e generale Don Maurizio Ferrante Gonzaga, fu protagonista durante la seconda guerra mondiale del salvataggio di Agliè, luogo d’origine dei Gozzano provenienti da Luzzogno.
 Prima implorando in ginocchio e poi opponendosi fermamente alla decisione del compatriota e comandante nazista di distruggere il borgo, salì sul balcone del castello e rischiando la propria vita sfidò il generale tedesco che rinunciò al bombardamento. Per sfuggire alla guerra, i coniugi si erano trasferiti da Pisa ad Agliè nella casa del padre. Oltre a Pisa, Mario fu docente a Cagliari, Napoli, Bologna e Roma ed era direttore della clinica neuropsichiatrica universitaria La Sapienza, dove al primo piano del prefabbricato è stata a lui intitolata l’aula Gozzano. Pubblicò diversi trattati sulle malattie nervose. Importante figura fu il fratello Matteo, sposato con Natalia Labroca, sorella del famoso musicista Mario direttore della Scala di Milano. Il loro figlio Francesco era accompagnatore del presidente Saragat negli anni ’60, inviato speciale nel mondo negli anni ’80 e ultimo direttore dell’Avanti all’epoca di tangentopoli.
Don Pasquale Sorgente, marito di Carlotta sorellastra di Mario, era allievo di pediatria con l’educatrice Maria Montessori a Roma.
Negli anni ’60, Mario e Walga fecero visita ai cugini di New York e San Paolo del Brasile a Itu e Sorocaba emigrati da Agliè ed ebbero quattro figli: Gabriella grafica pubblicitaria; Franco pittore; Renato regista, fotografo ed inventore dei mitici Bank Window-Light che hanno fatto epoca nella storia mondiale della fotografia di
moda, prodotti nella propria azienda lungo il Naviglio di Milano che prese il nome di Lucifero; Elisabetta detta Ingrid, neuropsichiatra infantile residente a Roma, ultima rappresentante dei Gozzano di Agliè della linea materna di Maurizio Gonzaga.
Armano Luigi Gozzano 
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