Una prima stima dei dati in termini di flussi turistici e economici fa registrare, a causa di un meteo ballerino, un andamento ondivago, soddisfacente ma con tante ombre
E’ terminata da poco la stagione invernale 2023/2024 e anche in Val di Susa è tempo di bilanci e di un primo resoconto sull’andamento stagionale in termini di presenze sui monti e sulle piste di sci (sci alpino, snowboard e fondo) nel vasto Comprensorio della Via Lattea (Sestriere, Cesana, Claviere/Monginevro, San Sicario, Ulzio/Salice d’Ulzio e Pragelato) e di Bardonecchia (Campo Smith, Pian del Sole, Les Arnauds, Melezet-Chesal, Jafferau, Pian del Colle).
Naturalmente anche quest’anno si sono vissute le ormai note e tipiche criticità stagionali legate a un altalenante e imprevedibile fenomeno nevoso, cui neppure l’innevamento artificiale può far fronte sia per le temperature oltre la media sia per i costi enormi derivanti da un uso eccessivo dei cannoni. Aspetti, noti da tempo, sui quali si interrogano peraltro politici, scienziati, climatologi e ovviamente gli operatori del settore turistico montano, concordando sul fatto che si debba giocoforza porre in essere tutta una serie di strategie innovative per limitare e arginare questo annoso problema che, al momento, non sembra risolversi naturalmente e che arreca evidenti danni economici a tutto il settore. Un tema talmente sensibile da essere persino e continuamente all’ordine del giorno nell’agenda, in primis, della Coppa del Mondo di Sci Alpino. E senza entrare nel dibattito aperto, polemico e contraddittorio del cambiamento climatico e del global warming, assurto quasi a scontro fazioso, fideistico e settario, rimane tuttavia evidente che un problema reale sussista al di là che le cause siano di origine antropica (cioè la responsabilità umana) o più semplicemente, essendo la Terra e il clima sempre vivi e in movimento, di origine naturale, secondo cicli che prescindono dalle attività inquinanti e impattanti degli esseri umani (attività produttive e abitudini varie di ogni singolo uomo o della società nel suo complesso).
E’ stata una stagione particolarmente faticosa – spiega il presidente della Sestriere S.p.A. e del Comprensorio Via Lattea Giovanni Brasso – per via delle altalenanti condizioni meteo che non hanno garantito un innevamento costante e ottimale durante l’intera stagione invernale. Grandi nevicate alternate a situazioni meteo molto soleggiate, insieme alla presenza di un forte vento, hanno complicato a dismisura il regolare andamento della stagione turistica invernale, provocando ovviamente un impatto sensibile sui costi sostenuti per l’innevamento artificiale, quando e se reso possibile da una temperatura idonea all’impiego dei cannoni, una minore presenza dei solitamente tantissimi turisti italiani e stranieri, che ogni anno raggiungono la nostra Alta Valle con il suo comprensorio, e una serie di disguidi connessi alla situazione contingente.
Tuttavia, in questo quadro problematico, un primo bilancio -prosegue il presidente del comprensorio sciistico Via Lattea – ci mostra dei segnali incoraggianti, persino migliori delle attese, seppur certamente non si possa parlare di stagione record. Per il prossimo futuro – conclude il presidente Brasso – , in relazione alla stagione invernale e dando per scontato un meteo particolarmente instabile e capriccioso, dovremo urgentemente studiare una serie di misure e di politiche innovative allo scopo di cambiare e di allargare l’offerta turistica, svincolandola, almeno in parte e per quanto possibile, dalle pratiche sportive sciistiche, ma senza perdere ovviamente in termini di fascino, interesse e richiamo tanto per i turisti abituali e affezionati quanto per quelli nuovi”.
Anche per Bardonecchia, i cui impianti e strutture sciistiche sono gestiti da un’altra società, il discorso ovviamente non cambia sia per quanto riguarda le difficoltà provocate dal meteo sia per, seppur soddisfacenti, i minori flussi turistici registrati e legati in primis alla pratica di sport invernali.
Ora però è tempo di stagione estiva e del solleone in tutta l’Alta Valle di Susa e dunque si volta pagina in attesa del sempre più crescente turismo estivo che apprezza, oltre al clima frizzante e fresco delle alte quote, le infinite e variegate bellezze, bontà e possibilità che sa offrire la montagna anche in questa bella stagione in relazione alle attività sportive, turistiche e naturalmente al relax.
PATRIZIO BRUSASCO
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