Ospedale Koelliker e Fondazione Paideia insieme per un progetto inclusivo. Le visite specialistiche, gli esami strumentali (ECG, ecografie e radiografie) e gli interventi terapeutici ospedalieri (odontostomatologici, oculistici, gastroenterologici…) sono stati “tradotti” in simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) per favorire la partecipazione ed entrare in comunicazione con bambini con difficoltà linguistiche.
Da sempre i bambini sono al centro del progetto dell’Ospedale Koelliker, nato nel 1928 come Ospedalino. Dopo quasi 100 anni l’idea del fondatore Enrico Koelliker ispira ancora le scelte aziendali: l’impegno nei riguardi della salute dei bambini e degli adolescenti è alla base di una società che guarda al futuro.
Ospedale Koelliker di Torino e Fondazione Paideia hanno realizzato un nuovo importante progetto per una sanità sempre più inclusiva e a misura di tutti i bambini: sono stati messi a punto strumenti in simboli della CAA specifici per accogliere i piccoli pazienti e raccontare le diverse attività sanitarie dell’Ospedalino Koelliker. Le visite specialistiche, gli esami strumentali (ECG, ecografie e radiografie) e gli interventi terapeutici (odontostomatologici, oculistici, gastroenterologici…) sono stati tradotti in semplici e schematici simboli colorati in modo da permettere ai sanitari di entrare in comunicazione con i bambini con difficoltà linguistiche. L’obiettivo è quello di supportare i bambini con difficoltà comunicative complesse o di origine straniera durante l’esperienza ospedaliera e ridurre le barriere di comunicazione tra i sanitari e i piccoli pazienti.
Utilizzando questi innovativi supporti, i medici, i tecnici e gli infermieri, opportunamente formati, sono quindi in grado di accogliere i bambini, spiegare loro con chiarezza quanto accade durante la visita e trovare insieme strategie per superare preoccupazioni e paure.
I bimbi, a loro volta, capiscono le istruzioni, possono comunicare efficacemente le proprie necessità, hanno la possibilità di fare domande, di rispondere a richieste e sono messi nelle condizioni ottimali per affrontare la visita medica riducendo ansia e stress.
La Dott.ssa Graziana Galvagno, responsabile Ospedalino Koelliker racconta: “L’obiettivo di questo progetto di collaborazione con Paideia è migliorare l’accoglienza, il benessere e la partecipazione del bambino con difficoltà comunicative che si trovi a dover affrontare una visita in ospedale. L’efficacia della comunicazione tra paziente e operatore costituisce un aspetto importante nel percorso di cura: quando nel bambino la comunicazione è compromessa è necessario facilitarla acquisendo competenze specifiche. I nostri professionisti pediatrici hanno frequentato un corso di formazione realizzato ad hoc dalla Logopedista Chiara Ballocco di Fondazione Paideia per sviluppare maggiori competenze di Comunicazione Aumentativa Alternativa e poter utilizzare al meglio i nuovi supporti di cui ci siamo dotati”.
Chiara Ballocco, logopedista del Centro Paideia, spiega: “La comunicazione tra operatori in ambito ambulatoriale e pazienti con bisogni comunicativi complessi è spesso caratterizzata dalla difficoltà nel comprendere l’altro e nel farsi capire dall’altro. Studiando sul campo le attività dell’Ospedale Koelliker abbiamo creato diversi strumenti che i professionisti sanitari possono utilizzare per comunicare con i pazienti: 16 storie sociali riguardanti i settori di visite specialistiche pediatriche, esami e visite del settore oculistico e dentistico, 13 tabelle a tema riguardanti gli esami e le visite per facilitare la conversazione durante l’esecuzione, 15 agende comunicative, ausili che forniscono le informazioni riguardanti la successione degli step dell’esame o della visita, e 1 kit portachiavi per ogni operatore sanitario coinvolto, tale ausilio fornisce simboli utili per bisogni comunicativi trasversali e veloci. Siamo molto felici di portare avanti questa progettualità, che vede anche un impegno sul fronte della ricerca con una studentessa, Gaia Vecchiattini, che sta dedicando la propria tesi a questo tema e nei prossimi mesi verranno raccolti gli esiti. L’accoglienza parte dal gestire il momento di attesa, spesso faticoso per i bambini con disabilità: per questo i vari reparti sono stati forniti di un piccolo scaffale di libri di narrativa in simboli della CAA per rendere anche questi momenti inclusivi e accoglienti”.
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