È semplicemente un abbraccio ma intenso e carico di entusiasmo e di amicizia quello tra padre Paolo Dall’Oglio e un musulmano del monastero. É la fotografia scelta come immagine simbolo della mostra “Ritorno a Deir Mar Musa. L’utopia di padre Paolo Dall’Oglio”, negli scatti del fotoreporter Ivo Saglietti allestita nella splendida cornice del Castello Reale di Govone, in provincia di Cuneo, al confine con l’astigiano, fino al 26 maggio, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, Govone Arte e il Centro di promozione Culturale Govone e il Castello. Una foto in cui, afferma la curatrice dell’esposizione Tiziana Bonomo, “c’è la sintesi di tutta la capacità fotografica di un reporter in grado di cogliere il senso profondo dei sentimenti umani”. Non solo ma è anche un’istantanea significativa per la presenza sullo sfondo di una bambina siriana sorridente che guarda Paolo e l’amico Ivo, forse il simbolo di una via di dialogo e di speranza in una regione tanto tormentata e investita da guerre e terrorismo, quel dialogo che il missionario italiano cercava di continuo, tra cristiani e musulmani, nel suo monastero in Siria, Deir Mar Musa. I due protagonisti della mostra, il sacerdote gesuita e il reporter, non ci sono più: Saglietti è morto cinque mesi fa mentre Dall’Oglio, molto impegnato nel dialogo interreligioso, fu rapito il 29 luglio 2013 in Siria e da allora non si è saputo più nulla, forse sequestrato da agenti del regime siriano o da miliziani jihadisti. La mostra vuole ricordarli entrambi e far sapere chi erano questi due uomini molto diversi per formazione ed esperienze sul campo ma animati da una profonda amicizia.
Ivo Saglietti, più volte ospite nel monastero dove abitava Dall’Oglio, ha immortalato con il suo obiettivo la vita quotidiana dei monaci, dello stesso gesuita e della gente comune in una terra devastata dai conflitti. Le foto esposte parlano del dialogo possibile tra le religioni nella comunità rifondata da Padre Paolo Dall’Oglio nell’antico monastero siriano Deir Mar Musa al-Abashi (Monastero di San Mosè l’Abissino) luogo frequentato e vissuto da cattolici e musulmani, incastonato tra le montagne siriane del Qalamun, a circa 80 chilometri a nord di Damasco. Padre Paolo approdò in Medio Oriente negli anni Settanta “per servire l’impegno della Chiesa nel mondo musulmano”, come scrisse egli stesso. Dall’amicizia profonda con padre Paolo, rifondatore della comunità monastica cattolico-siriaca “Al Khalil”, erede di una tradizione eremitica del VI secolo, sono nati i libri “Sotto la tenda di Abramo” (Mario Peliti, 2004), “Ritorno a Deir Mar Musa, l’utopia di padre Dall’Oglio (Emuse, 2023) e la mostra fotografica a Govone. “Le tue foto per noi sono un richiamo, un monito, un programma e un incoraggiamento”.
Così padre Dall’Oglio, scomparso in Siria undici anni fa, scriveva al reporter Ivo Saglietti che varie volte si recò al monastero Deir Mar Musa per continuare il suo lavoro di fotoreporter. Saglietti nasce in Francia ma trascorre la sua adolescenza ad Alba e nel 1975 inizia ad occuparsi di fotografia proprio a Torino diventando cineoperatore. Premio World Press Photo nel 1992 è diventato famoso per aver girato documentari in Medio Oriente, Africa, America Latina e Balcani. Inoltre ha documentato in giro per il mondo la diffusione di malattie infettive di grande impatto come la tubercolosi, la malaria e l’Aids. Rimase affascinato da questo antichissimo sito siriano da cui lo stesso padre Paolo restò incantato dopo avervi trascorso una decina di giorni durante un ritiro spirituale. Nella mostra sono esposti anche alcuni testi, in parte tratti dalle lettere tra il gesuita e il reporter.
“Mi auguro che anche gli studenti vengano a vedere questa mostra”, osserva la curatrice Bonomo nonché fondatrice di ArtPhotò, convinta che le nuove generazioni devono conoscere questi luoghi anche solo attraverso scatti fotografici per rendersi conto dell’importanza della convivenza tra fedi diverse in una terra martoriata dalle guerre. Il fotoreporter Ivo Saglietti è protagonista di due esposizioni in contemporanea, al Castello di Govone e nella Chiesa di San Domenico ad Alba. In entrambe le sedi la curatrice Bonomo ha selezionato insieme a Federico Montaldo dell’Archivio Saglietti e alla casa editrice Emuse una trentina di fotografie in bianco e nero esposte al pubblico fino al 26 maggio, da venerdì a domenica ore 10-12,30/15-18.
Filippo Re
nelle foto:
L’abbraccio tra il gesuita Paolo e un musulmano
Il fotoreporter Ivo Saglietti con padre Paolo Dall’Oglio
Scene di vita nel monastero siriano Deir Mar Musa
Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE