Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte): “Dobbiamo smetterla di muoverci a stop and go, cambiando continuamente le regole del gioco e vanificando le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori.”
Ennesimo tira e molla sul Superbonus. Con il Decreto Salva-conti, che riscrive le regole dei bonus edilizi il governo stringe ancora i rubinetti: stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura legati alle vecchie Cila che non si sono tradotti in spesa, in quanto saranno fermate retroattivamente le Cila presentati prima del 17 febbraio 2023, quando è entrata in vigore la stretta sulla cessione del credito e lo sconto in fattura.
In pratica un ulteriore cambio in corsa di una normativa che conta quasi 250 modifiche da maggio 2020 ad oggi.
Coloro che, pur potendo continuare a godere del mantenimento dell’opzione per sconto/cessione per gli interventi coperti da CILA antecedente al 16 febbraio 2023, potranno ora, con il nuovo testo, usufruirne soltanto se dimostreranno di aver realizzato anche in parte gli interventi, sostenuto la relativa spesa documentata da fattura emessa entro la data di entrata in vigore del DL (presumibilmente 30 marzo 2024).
Con la stretta al Superbonus il Piemonte si giocano oltre 13mila posti di lavoro diretti nelle MPI artigiane delle costruzioni. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, potrebbe aumentare vertiginosamente tra diretti e imprese collegate.
“Si può ben immaginare – commenta Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Edilizia – come questo decreto comporti l’ennesima criticità per famiglie ed imprese, di fatto, escludendoli dalle agevolazioni con i lavori in corso. Un vero e proprio dramma quindi per le imprese che, entro la data di entrata in vigore del DL, non avranno fatturato spese per lavori già eseguiti, lasciando i contratti in balia dei contenziosi che ne deriveranno. Un caso tipico di perdita dei benefici può essere quello di lavori avviati a inizio 2024 sulla base di Cilas precedente al 16 febbraio 2023, con neanche una fattura presentata al 30 marzo 2024 per le opere realizzate.”
“Tutto questo caos di normative che cambiano continuamente sta mettendo ko migliaia di imprese e committenti che hanno l’unica colpa di aver legittimamente utilizzato e applicato le opportunità offerte da una legge dello Stato. Commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – A loro va data una risposta di buon senso che offra soluzioni concrete e rispettose dei loro diritti, salvaguardando accordi contrattuali già conclusi. Dobbiamo smetterla di muoverci a stop and go, cambiando continuamente le regole del gioco e vanificando le aspettative e gli sforzi di cittadini e imprenditori.”
Confartigianato auspica che il Parlamento possa riportare equilibrio e condizioni di civiltà giuridica rispetto a forme di decretazione d’urgenza che spiazzano i cittadini in buona fede, cancellando retroattivamente norme su cui si era basato un legittimo affidamento.
L’esperienza del superbonus insegna che gli incentivi nel settore dell’edilizia sono un potente acceleratore di sviluppo economico visto che, anche grazie alla loro spinta, tra il 2019 e il 2023 il settore delle costruzioni ha determinato un terzo (33,1%) della crescita del valore aggiunto e ha fatto nascere 212.000 posti di lavoro.
Confartigianato è pronta a dare il proprio contributo di proposte per individuare soluzioni equilibrate e per costruire strumenti certi e stabili, soprattutto in vista degli obiettivi indicati dalla Direttiva europea sulle ‘case green’.
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