Caro Direttore,
Teatro S. Giuseppe strapieno come ai vecchi tempi della DC che qui teneva molti dei suoi convegni. La richiesta forte dell’Arcivescovo Repole a Stellantis di chiedere i suoi programmi su Torino, l’intervista dell’Arcivescovo che parla dell’impoverimento del lavoro, quello precario o quello a tempo parziale hanno consentito a La Voce e il Tempo, il settimanale diocesano, di fare ciò che nessun giornale soprattutto quelli cosiddetti autorevoli avevano mai fatto, parlare di Torino partendo da alcuni dati reali della Torino di oggi. Alcuni dati sono impressionanti e in qualsiasi azienda privata avrebbero portato al licenziamento degli amministratori.
A Torino 3 giovani su 4 sono precari. La quota di Torino dentro Stellantis è poco più dell’1% , gli stabilimenti italiani valgono il 15% della intera Stellantis. Dopo 30 anni di scelta sul turismo Torino e’ l’ultima tra le citta’ per occupati nel settore. Oltre alla forte disoccupazione giovanile grosso e’ il problema per i cinquantenni che vengono messi in mobilità dalle aziende.
Ero al centro della sala tra Parroci, medici, pensionati e forte è stato lo sconcerto di fronte a questi dati perché lo si capiva dagli applausi almeno 3/4 della sala han sempre votato per le Amministrazioni di sinistra che governano la Città dal 1993. Lo si vede anche dai commenti giornalistici, la parola declino (che denunciai per primo nel 2008) è relegata a un piccolo riquadro. Ma d’altronde i giornali di proprietà della azienda hanno sempre dato largo spazio e giudizi largamente positivi sulla trasformazione urbana portata avanti dalla intellighentia di sinistra.
Se Mons. Repole nel suo primo intervento ha colpito tutti in particolare quando ha detto che dietro i dati occorre immedesimarsi in chi soffre ed è in difficoltà riprendendo di fatto la famosa omelia di Mons. Nosiglia quando diceva che a Torino la metà della Città che sta bene (tra cui molti giornalisti) non si accorge della metà della Città che sta male. Bravo Cirio a spiegare il lavoro svolto e a far capire la svolta sul settore auto. Dallaccordo sulla Mirafiori riciclo alla richiesta di un secondo produttore di auto per rilanciare lavoro e occupazione. Detto per inciso questo discorso è possibile solo perché oggi il Ministro URSO ha a disposizione un tesoretto di 6,5 miliardi da usare per incentivare in qualche modo l’arrivo di un secondo produttore. Ma quel fondo nasce dalla mia iniziativa del 29.12.2021 confluita nella Mozione Molinari che portò al fondo Giorgetti.
Lorusso ha spiegato che il rilancio dei quartieri più dimenticati come Barriera di Milano arriverà dalla costruzione della Linea 2 della Metro ma allora non si capisce perché non sia stata messa in pista o dieci anni fa e per avere solo il progetto ci sono voluti 10 anni.
Il discorso sul rilancio è ancora lungo però e lo si capisce dal fatto che non si sia parlato di TAV, l’opera più importante , perché da un lato è ancora forte la critica di un’ala cattolica e di una parte del PD , a partire dai Sindaci Notav della VALSUSA.
Pensate se a fronte dei dati pesanti forniti da Davico aggiunti a quelli di Banca d’Italia sulla perdita di quasi 20 punti di PIL, noi non avessimo salvato la TAV, l’opera che rimettendo Torino nel circuito economico europeo ci consentirà di attrarre turisti, merci e investimenti esteri.
Ma quello di ieri sera non può essere che un primo momento . D’altronde se Torino deve tantissimo alla FIAT , deve tantissimo a Sindaci cattolici come Peyron e come Grosso e molto a politici sempre di area cattolica come Donat-Cattin, CALLERI, Botta e Porcellana. Ecco perché le prossime elezioni regionali saranno importanti se in Regione arriveranno esponenti torinesi competenti e grintosi come l’albese Cirio.
Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti e logistica di FDI