Salvata bambina con l’impianto di pacemaker, al Regina Margherita grazie ad alert inviato al medico

Per la prima volta una bambina di 13 anni è stata salvata tempestivamente grazie alla telemedicina, che ha permesso di intervenire immediatamente con l’impianto di un pacemaker dopo un arresto cardiaco verificatosi mentre si trovava nella sua abitazione.
La bambina accusava periodicamente malori, che spesso le causavano anche perdite di conoscenza, ed aveva consultato numerosi medici, finché si era cominciato a sospettare un problema cardiaco. Ma era solo un sospetto. Qualche mese fa era stata portata all’ospedale Infantile Regina Margherita, dove il dottor Fulvio Gabbarini (Responsabile dell’Aritmologia pediatrica, facente parte del Dipartimento di Pediatria, diretto dalla professoressa Franca Fagioli) le aveva impiantato sottocute un piccolo apparecchio chiamato Loop Recorder, che controllava in tempo reale ovunque lei fosse ogni suo battito cardiaco e lo registrava, in modo da documentare se i suoi malori fossero effettivamente causati dal suo cuore.
Questo piccolo apparecchio miniaturizzato è il frutto di una tecnologia elettromedicale molto avanzata, che, nel pieno rispetto della normativa europea sulla privacy, permette di analizzare il ritmo cardiaco e di trasmettere le registrazioni ad un server centrale, al quale ci si collega in maniera crittografata per visionare queste registrazioni.
Tramite la telemedicina la bimba era sottoposta quindi ad un monitoraggio cardiaco continuo da remoto ovunque si trovasse, senza che dovesse andare in ospedale: in poche parole il cardiologo può controllare il cuore di qualsiasi bambino mentre questi è a casa che gioca nella sua cameretta o dorme nel lettone.
Il nostro cuore funziona a corrente, c’è un punto da cui parte il segnale elettrico ed una strada che porta questo segnale in tutto il cuore per farlo contrarre e pompare così il sangue. Problemi in questo meccanismo elettrico, sia che il cuore batta all’impazzata sia che l’impulso non si formi più o che non abbia più la strada su cui viaggiare, possono portare all’arresto cardiaco e alla morte. E’ il caso della piccola paziente.
Il Loop Recorder trasmette ad un server centrale quello che registra, ma per questa bambina il dottor Gabbarini lo aveva programmato in maniera tale che potesse anche trasmettere un SMS sul suo cellulare, nel caso si verificassero eventi pericolosi: la paziente infatti era particolarmente a rischio, perché la sua malattia aveva dimostrato di peggiorare velocemente.
Il giorno di Ferragosto la bambina si sente di nuovo male e sviene. Immediatamente i genitori portano la bambina all’ospedale Regina Margherita, ma intanto il Loop Recorder aveva registrato che il suo cuore si era fermato per venti secondi prima di ripartire di nuovo, ed aveva già trasmesso un SMS di “alert” sul cellulare del dottor Gabbarini, che in quel momento si trovava in vacanza fuori regione. Appena ricevuto l’SMS il medico è partito immediatamente per Torino e le ha impiantato un pacemaker, onde evitare che si potessero ripetere a breve altri episodi che mettessero a rischio la sua vita.
La telemedicina ha così permesso di diagnosticare due cose: che l’impulso elettrico periodicamente non si generava e che non aveva più una strada da percorrere per poi permettere al cuore di pompare.
Il pacemaker impiantato quindi non solo ha assicurato la continua formazione dell’impulso elettrico, ma siccome è stato impiantato con una tecnica detta di “pacing paraHissiano”, ha praticamente ricostruito artificialmente anche quella strada interrotta.
Dopo l’intervento la bimba successivamente è stata dimessa dall’Aritmologia pediatrica ed è tornata nel suo domicilio in buona salute.
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