Circa il 50% della totalità dei tirocini è seguito da un rapporto di lavoro duraturo, a tempo indeterminato o di apprendistato: questo e molti altri dati che confermano validità ed efficacia dei tirocini, sono contenuti nel rapporto curato da Regione Piemonte e Agenzia Piemonte Lavoro, appena pubblicato (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/istruzione-formazione-lavoro/lavoro/interventi-per-loccupazione/tirocini-extracurriculari), che esamina l’andamento dei tirocini extracurriculari di inserimento e reinserimento lavorativo e di quelli di inclusione sociale nel periodo 2018-2022. I tirocini extracurriculari consistono in un percorso formativo finalizzato ad acquisire e accrescere competenze professionali non in aula ma direttamente in un luogo di lavoro. L’obiettivo è quello di far acquisire un’esperienza pratica alla persona frequentante che ne arricchisca il proprio curriculum, da spendere poi nel mercato del lavoro. Il tirocinio extracurricolare è disciplinato dalle Regioni e dalle Province autonome: a livello nazionale sono definiti, attraverso Linee guida, gli standard minimi comuni, riferiti agli elementi qualificanti del tirocinio, quali le modalità di attivazione e l’indennità di partecipazione minima da erogare. Non sono però da confondere con i tirocini curricolari, riservati ai giovani che frequentano un percorso di istruzione o formazione professionale, promossi in questo caso da scuola, università o enti di formazione con l’obiettivo di conseguire crediti formativi.
I DATI DEL PIEMONTE
Chi trae maggior vantaggio dai tirocini in termini occupazionali sono i giovani neodiplomati e quelli qualificati. Il rapporto evidenzia che il tirocinio è un vettore di inclusione sociale, che consente anche alle persone più fragili un ingresso graduale nel mondo del lavoro. In più, dove il tirocinio viene svolto fino alla naturale scadenza (6 mesi), si registrano i risultati più soddisfacenti sull’inserimento lavorativo. Durante gli anni della crisi pandemica globale, anche l’attivazione di tirocini ha subito una flessione. In Piemonte la possibilità di avviare nuovi tirocini è stata sospesa tra marzo e maggio 2020, ma il 2021 è stato un anno di grande ripresa, con ben oltre 8mila percorsi attivati in più rispetto all’anno pandemico. In media, circa l’80% dei tirocini attivati ogni anno coinvolge giovani disoccupati con meno di 29 anni. Le tipologie esaminate dal rapporto comprendono: tirocini formativi e di orientamento, finalizzati ad agevolare le scelte professionali dei giovani che hanno conseguito un titolo di studio da non più di 12 mesi, mediante un’esperienza formativa a diretto contatto con il mondo del lavoro; tirocini di inserimento/reinserimento al lavoro, rivolti a persone in stato di disoccupazione, anche percettori di ammortizzatori sociali, persone occupate in cerca di altra occupazione e persone disabili e svantaggiate. Entrambe queste tipologie di tirocinio possono avere una durata compresa tra due e sei mesi. Infine, tirocini di inclusione sociale, che comprendono percorsi di orientamento, formazione e inserimento o reinserimento lavorativo finalizzati a sostenere l’inclusione sociale, l’autonomia e la riabilitazione di persone prese in carico dal servizio sociale professionale e dai servizi sanitari competenti. Questa tipologia di tirocinio si realizza sulla base di un progetto, che definisce gli obiettivi da conseguire e le modalità di attuazione.