Dicesi “Family” In mostra alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi

Settant’anni di storia della famiglia negli scatti in bianco e nero del grande Elliott Erwitt

 Fino all’11 giugno

I cani, fra i temi più fotografati nella sua lunghissima carriera. A loro ha dedicato 4 dei suoi oltre 40 libri a tema fotografico. Non c’è quindi da stupirsi del soggetto preso a pubblico manifesto della mostra a lui dedicata, fino al prossimo 11 giugno, dalla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi. Siamo a New York, 1974. Lo scatto, catturato (alla Cartier-Bresson) nel suo più indifferibile “attimo fuggente” ci mostra gli stivali alti e lucidi di un’elegante (si presume) signora dal lungo soprabito, alla sua sinistra un buffo e simpatico cagnolino agghindato per le feste e alla sua destra le lunghe zampe di un cagnolone di alta taglia. Iconico e ironico trio. Anche questa è “Famiglia”.

Una delle mille sfaccettature in cui s’è evoluto nel tempo il concetto (ed il termine) di “Famiglia”. O di “Family”, come racconta il titolo della mostra in cui passano settant’anni di carriera di un artista che ha fatto la storia fotografica del nostro Novecento. Parliamo dell’oggi 94enne Elliott Erwitt (al secolo Elio Romano Erwitz) nato a Parigi nel luglio del ’28, da genitori ebrei di origine russa ed emigrato nel ’39 negli States (dopo aver vissuto, fino al ’38, anche in Italia) a causa delle leggi razziali fasciste. Prodotta da “Next Exhibition” – in collaborazione con “SUDEST 57” e l’Associazione Culturale “Dreams”, con il patrocinio della “Città Metropolitana” di Torino – la mostra è a cura di Biba Giacchetti e ospitata nelle antiche Cucine della “Palazzina” di piazza Principe Amedeo a Nichelino. Gli scatti esposti sono stati selezionati dallo stesso Erwitt (fra i nomi di massimo prestigio della “Magnum Photos” cui aderì nel ’53 su invito dello stesso Robert Capa, socio fondatore, e di cui divenne presidente nel ’68 per tre mandati); fil rouge dell’intera esposizione le fotografie che, nel corso di sette decenni, meglio hanno descritto e rappresentato, in modo potente ma anche ironico e fantasioso e poetico, il sistema – famiglia.

Sempre sotteso alla ferma convinzione che “la fotografia – come sosteneva lo stesso artista– è il lavoro dell’anima”, compiuto in questo caso specifico su un tema che certamente ha avuto un’importanza determinante nella sua vita personale, visti i suoi quattro matrimoni, i sei figli e un numero di nipoti e pronipoti tuttora in divenire. “Come sempre Elliott Erwitt – spiega Biba Giacchetti – è voluto uscire dai canoni classici e sviluppare il concetto di famiglia in modo libero e provocatorio. Immagini romantiche si alternano a immagini di denuncia (come quella del ‘Ku Klux Klan’), fino alla ben nota ironia che vuole assolvere chi elegge a membro prediletto della propria famiglia l’animale più amato, che sia un cane, un maiale o un cavallo, e celebrare così con serietà e sorriso, il sentimento universale che ci lega a chi amiamo”. La “Family” è tante cose e ha tante chiavi di lettura per il fotografo americano.

E’ la tragedia della giovane first lady Jackie al funerale di Stato del marito e presidente degli Stati Uniti, JFK, assassinato a Dallas il 22 novembre del ’63, ma è anche la dolce intimità della mamma che osserva rapita la sua piccola Ellen, primogenita di Erwitt. Scatti, sempre rigorosamente in bianco e nero, che abbracciano il mondo. Ecco allora dalla Provenza (foto celeberrima) un nonno che, in bicicletta su un lungo infinito viale alberato trasporta il nipotino, entrambi con il tipico basco alla sghimbescia ben calato in testa, e, pinzate dietro, due baguettes oltre le quali (verso il fotografo?) si rivolge sbarazzino lo sguardo del bimbo; e poi ancora la non più giovane coppia irlandese colta di spalle a godersi la brezza e la bellezza del mare. Una vita insieme. La poesia in un fermo-immagine. Quella che ti guida per l’intera rassegna. Poesia e amore. Perché dove c’è amore, ci ricorda l’artista, “lì c’è famiglia”.

E, proprio su  questo concetto gli organizzatori hanno inventato il contest fotografico “MY FAMILY”. Fino al 28 maggio incluso il pubblico potrà inviare  a info@elliotterwitt.it la foto della propria famiglia. Tutte le foto verranno inserite in un album sulla pagina facebook di “Next Exhibition”, oltre ad essere esposte nella sala didattica in mostra alla “Palazzina di Caccia”. La foto più votata dagli utenti su facebook sarà stampata ed esposta ufficialmente sempre nell’area didattica della mostra, mentre l’autore dello scatto potrà accedere gratuitamente a tutte le esposizioni realizzate in Italia da “Next Exhibition” fino a fine 2023.

Gianni Milani

“Elliott Erwitt. Family”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.elliotterwitt.it

Fino all’11 giugno

Orari:dal mart. al ven. 10/17,30 ; sab. e dom. 10/18

Nelle foto:

–       USA. New York City, 1974

–       USA. Arlington, Virginia, Jacqueline Kennedy at John F. Kennedy’s funeral, 1963

–       France. Provence, 1955

–       Ireland, 1964

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