Nell’opera di Federico Montesano la ricerca dell’interiorità. Alla galleria Malinpensa by La Telaccia

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“Stanze introspettive”e la Serie di “Transito Metafisico”sono legati  da un sottile fil rouge, quello della ricerca del sé 

 

Rimarrà aperta fino dall’11 febbraio prossimo la personale che la Galleria Malinpensa by La Telaccia dedica all’artista lombardoFederico Montesano, dal titolo “Stanze Introspettive”.

La poesia che Federico Montesano riesce a conferire alle sue opere è tale da trasformare le sue scelte paesaggistiche in un’elaborazione coeva al di là della pura descrizione, abbracciando una tematica coerente e chiaramente distinguibile in cui le sfumature cromatiche e la vasta gamma di toni e di luci si muovono in un connubio ricco di vibrazioni che suggeriscono emozioni continue.

La personale dedicata a Federico Montesano dal titolo “Le stanze introspettive” rispecchia l’iter dell’artista in cui risulta particolarmente visibile tanto il suo lavoro a livello intellettuale quanto l’impronta materica che l’artista ha voluto imprimere alla sua produzione artistica.

La serie intitolata ‘Transito metafisico’ nasce a partire da una serie di paesaggi realizzati e tradotti in pittura, che evidenziavano il tema delle radici.

Nella serie “Transito metafisico” siamo di fronte a un importante processo strutturale nel quale la dinamica del segno, fortemente sentita, sviluppa nell’opera una linea di confine tra lo sfondo e il primo piano, un primo piano di una terra arsa al sole. Si tratta di paesaggi mentali del nostro Io che lavora alla ricerca di sé stesso e della propria interiorità.

La luce calda dei cieli, quasi infuocata, vede il colore accendersi irruente, ma sempre con il giusto equilibrio, attraversata da un’aria magica dalle qualità liriche, capaci di narrare una scena altamente suggestiva e in grado di trasportare il fruitore in una dimensione interiore intensa tanto da purificare lo spirito.

L’arte di Federico Montesano deve essere interpretata nella sua piena cromaticita’ e nella sicurezza del segno e del disegno, che dimostrano un’evidente conoscenza tecnica e compositiva.

Si tratta di un paesaggio deserto che si spoglia della presenza umana ma che è  capace di arricchirsi dei valori più  profondi dell’esistenza, venendo a creare un intimo colloquio tra l’arte e la natura e evocando percezioni e liberazioni infinite che vivono di vita propria.

Luce, colore, coloriture e tratto rappresentano una sostanza vitale nelle opere di Federico Montesano e sono in grado di fondersi in uno spazio metafisico di grande intensità per poter creare, nella loro essenza, degli accenti incisivi e un aspetto di grande innovazione.

La serie dei dipinti materici è stata realizzata con vari materiali quali la resina epossidica, la carta abrasiva, il legno, il ferro smalto e l’acrilico, tutti materiali che dimostrano lo sperimentalismo di solida ricerca da parte dell’artista, valido sia nella resa formale sia in quella visiva. Il risultato ottenuto è notevole dal punto di vista contenutistico e simbolisti.

In mostra è anche presente la figura del cavallo rosso con cavaliere, che risulta un cavaliere errante, che va alla ricerca di qualcosa di spirituale.

L’elmo, una splendida scultura in mostra, risulta svuotata della testa e della presenza umana. La figura del cavaliere errante viene ripetuta dall’artista in dipinti dalla varia cromaticità, tra cui il blu uranico, il rosso apotropaico, il bianco, che è  il simbolo della purificazione dell’anello.

Il bianco,  nelle intenzioni dell’artista,  rappresenta un elemento di purificazione e di ricerca del sé,  oltre che oggetto di riflessione.

Una sua opera si intitola “Le cose belle sono difficili”, realizzata nel 2022, e in essa compare per la prima volta il cavaliere  errante, in un paesaggio-non paesaggio.

MARA MARTELLOTTA

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