Il Partito democratico presenta una proposta di legge, sull’esempio della Regione Puglia, che prevede l’obbligo vaccinale a tutela dei pazienti più fragili: “I vaccini non sono una cartella esattoriale, non si può procedere a colpi di sanatorie. In Piemonte deve prevalere la responsabilità.”
La Regione Piemonte individui i reparti dove consentire l’accesso solo agli operatori sanitari vaccinati; gli operatori siano tenuti a presentare al direttore sanitario della loro struttura la documentazione che provi la loro situazione vaccinale; i no vax che non rispettano tali regole siano esclusi dai reparti più a rischio: è quanto previsto da una proposta di legge presentata dal gruppo consiliare del Partito democratico del Piemonte.
Spiegano il Capogruppo Raffaele GALLO e il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele VALLE, primi firmatari del testo: «Il reintegro in servizio dei medici e degli operatori sanitari no vax e lo stop all’obbligo vaccinale sono una vera e propria amnistia, un colpo di spugna dettato da una visione ideologica e anti-scientifica, una mancanza di rispetto verso i 179mila italiani morti a causa del Covid, i loro familiari e tutti i lavoratori della sanità italiana che hanno combattuto in corsia con enormi sacrifici. Una decisione che non possiamo accettare. Per questo abbiamo presentato una proposta di legge che ricalca quella già in vigore dal 2018 in Puglia, che prevede l’obbligo di vaccinazione, non solo contro il Covid ma anche contro altre malattie infettive, ad esempio l’influenza e i vaccini previsti dal piano nazionale, in modo tale da impedire ai sanitari no vax di essere reintegrati nei reparti più a rischio per la presenza di pazienti particolarmente fragili, dalle sale operatorie alle terapie intensive, dalle oncologie alle pediatrie. Non è pensabile che per compiacere chi contro ogni evidenza scientifica e sanitaria si è ostinatamente contrapposto ai vaccini e al green pass, si possa disconoscere le terribili lezioni di questa pandemia, ovvero che i virus non devono entrare in ospedale, che si devono difendere i soggetti più deboli, che far parte di una comunità comporta un’assunzione di responsabilità verso se stessi e gli altri. E questo è tanto più vero per chi ha scelto di dedicare la propria vita a curare le malattie e ad assistere i pazienti».
Il testo normativo predisposto dal Pd prevede che sia la Regione Piemonte ad individuare i reparti “free no vax” dove l’accesso è consentito solo ad operatori vaccinati; che in caso di particolari situazioni le direzioni sanitarie possono prescrivere vaccinazioni normalmente non raccomandate per la generalità degli operatori; che spetti al direttore sanitario accertare che gli operatori abbiano presentato la documentazione comprovante la loro situazione vaccinale; che il mancato rispetto di tali prescrizioni comporta l’impossibilità di impiego all’interno dei reparti a rischio.
«Il Presidente Cirio, come gli altri Presidenti di Regione anche del centro-destra, è stato in prima linea a far rispettare l’obbligo vaccinale, pertanto continui ad operare con serietà e responsabilità senza dare ascolto al suo assessore. L’epidemia non è terminata, i contagi crescono, non possiamo abdicare al principio di prudenza e non tutelare i pazienti più esposti al pericolo di contagio. E non si tirino in ballo infondati dubbi di costituzionalità (la Consulta il 6 giugno del 2019 ha dichiarato legittima la legge della Puglia, in quanto indirizzata specificamente agli operatori sanitari che svolgono la loro attività professionale nell’ambito delle strutture facenti capo al Servizio sanitario nazionale, allo scopo di prevenire e proteggere la salute di chi frequenta i luoghi di cura), né si utilizzi l’argomento della carenza di personale, perché i sanitari no vax sono un numero limitato e perché la carenza di personale si affronta con le assunzioni non con i condoni. I vaccini non sono una cartella esattoriale, non si può procedere a colpi di sanatorie. Inoltre, bisogna essere consapevoli del messaggio che si rischia di far passare con simili provvedimenti: che l’epidemia è finita, che non c’è più pericolo, che non serve vaccinarsi con la quarta e la quinta dose. In Piemonte deve prevalere la responsabilità».
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