Il disturbo da accumulo

Alcune trasmissioni TV devono la loro fortuna al sempre più frequente disturbo da accumulo, chiamato con il termine inglese hoarding che, tra gli altri significati, ha anche quello di accumulo, incetta, ammassamento.

Da qui il termine accumulatori seriali usato per designare quanti ne siano affetti.

E’ una patologia psichica che porta un individuo a non disfarsi di nulla di ciò di cui entra in possesso, arrivando al punto di non riuscire più a vedere il pavimento e, spesso, a non potersi più muovere nell’appartamento.

Tale patologia, che in forma lieve si manifesta in moltissime persone, specie anziane, assume livelli di pericolosità se concomitante ad altri disturbi neurologici o psicologici, spesso accelerata da eventi quali lutto, abbandono, infortunio, ecc.

Le vittime sono in maggioranza donne, solitamente con bassa scolarità e ceto sociale disagiato.

Ma vediamo in dettaglio: spesso l’accumulatore arriva a non gettare nemmeno i rifiuti, raccoglie oggetti per strada (come farebbe un ferrivecchi) e li porta a casa accumulandoli sempre più per il puro gusto di accumulare, senza catalogarli, senza ordinarli e, soprattutto, senza valutare le conseguenze che ciò possa avere dal punto di vista igienico e sociale (l’olfatto dei vicini, invece, se ne accorge eccome).

Tralasciando l’aspetto legale dell’appropriazione di ogni res derelicta trovata in giro, come una patologia che si aggravasempre più anche l’hoarding tende a peggiorare col passare del tempo; in molti casi, avvisato dai vicini dell’accumulatore seriale, chi è intervenuto si è trovato davanti scene degne di un film horror: accumuli di feci (degli animali domestici e, spesso, umane), cibi scaduti ed avariati, rifiuti ormai decomposti con le finestre spesso coperte da masserizie, rifiuti, mobili.

E’ evidente che sia quasi impossibile parlare di prevenzione in questi casi; il soggetto che diventa accumulatore seriale non si rende conto della pericolosità del suo stile di vita anche perché spesso il disagio mentale da cui è affetto lo rende avulso dalla realtà.

Come ho già avuto modo di scrivere in passato, la soluzione più efficace è il buon vicinato, l’azione sociale di amicizia, vigilanza, conforto che i vicini di casa, sempre, dovrebbero esercitare: non vedi da alcuni giorni il tuo vicino, oppure non lo vedi uscire a gettare l’immondizia ma solo rientrare dalla spesa, il suo aspetto denota trascuratezza? Perché non parlargli, o contattare i suoi figli o, nei casi accertati, un assistente sociale?

Si può evitare l’insorgere di patologie più gravi per chi sia vittima di quello stile di vita e gli / le si permette di vivere in un ambiente idoneo.

La società attuale da un lato si chiude a guscio nei confronti delle richieste di aiuto, anche tacite, che ci provengono quotidianamente da chi ci circonda ma dall’altro è pronta a giudicare, criticare, reprimere a parole ogni comportamento anche se, in ultima analisi, è identico al nostro.

Mentre nei decenni scorsi la famiglia, pur con i distacchi dovuti a matrimoni e impegni di lavoro, rimaneva comunque in contatto quotidiano ora, complice un lavoro che spesso ci porta addirittura a migliaia di chilometri e l’aumento delle famiglie mononucleari, è facile diradare i contatti e non riconoscere richieste di aiuto che si manifestano anche solo con la tristezza della voce, con il cambiamento di orari dei pasti o delle telefonate o con palesi manifestazioni di alterazione.

La famiglia patriarcale, pur con i difetti che ogni società reca con sé, aveva il pregio di unire sotto un unico tetto gli educatori, le baby sitter, le badanti, la cuoca; ora, ritenendo di aver realizzato una evoluzione con l’indipendenza, il lavoro all’esterno e l’aumento dell’età media ci accorgiamo che, in realtà, siamo più soli, più fragili, più poveri.

Sergio Motta

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

“Torino, un PO”, parole e musica sulle rive del Grande Fiume

Articolo Successivo

Halloween in realtà aumentata 

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta