Con la nascita dell’alternativa centrista si dà il potenziale inizio ad una nuova stagione politica che, a seconda degli scenari politici successivi al 25 Settembre, potrebbe portare al superamento di quel bipolarismo mai realmente esistito e che si è trasformato, negli anni, in un bipopulismo dannoso per il Paese.
Crediamo però che in politica debbano esistere dei limiti, crediamo che la dignità e la coerenza debbano essere sempre perseguiti, crediamo che quando un leader di partito inizia ad apparire come appartenente ad altro partito, per dignità e coerenza, prima dovrebbe lasciare il partito di cui indossava il simbolo. Sopratutto se quel partito non è nato dal singolo e non è nato, almeno nell’apparenza, come comitato elettorale di quel singolo. Crediamo che esistendo uno Statuto lo si dovrebbe seguire e, da Statuto, i tesserati di altri partiti dovrebbero essere espulsi. Sempre che partito, Statuto e valori non siano stati unicamente un bluff per ritagliarsi un po’ di visibilità.
Crediamo che seguire il vento in balìa delle onde, innamorandosi del “forte”di turno, non sia politica. Crediamo che essere passati dalla politica “alta ed altra” alla fase Contiana, poi Draghiana, poi Calendiana, passando dalla retorica antifascista del fronte antisovranista fino all’indignazione verso la stessa retorica utilizzata dai compagni di viaggio di 24 ore prima, sia indice di un progetto che può essere identificato con tutto, tranne che con una buona politica. Crediamo che i limiti ed i desiderata del singolo siano venuti alla luce, sostenuti dai pochi senza costrutto che si allineerebbero con chiunque. Crediamo che da sognatori di una rivoluzione culturale e politica, ricca di valori, di visione a lungo termine, di progetti e proposte concrete si sia arrivati a farsi andare bene tutto, adattandosi anche alle ripetute contraddizioni ed al populismo dell’antipopulismo.
La dignità e l’agibilità politica del nostro progetto sono state sconfessate e sacrificate in nome di non si sa bene cosa, con una totale perdita di quell’identità valoriale e coerenza con noi stessi che nel tempo ci aveva contraddistinto, pur con tutte le sfumature del nostro percorso.
Non volendo pensare alla malafede, sicuramente si evidenzia un’incapacità politica che è esplosa nel momento in cui si è dovuto passare dalla teoria alla pratica, quando la barra del timone sarebbe dovuta essere tenuta da mani salde ci si è ritrovati allo sbando più totale e la rotta è stata persa. Ora che la strada intrapresa coincide con quella che noi non avevamo mai lasciato, vedere festeggiare chi ha diametralmente cambiato la propria posizione ci strappa più di un sorriso.
Se per alcuni la politica si riduce ad un mero esercizio di politologia da social o in una tifoseria contro il nemico di turno, beninteso che il contrasto alla “politica contro” fosse una base fondante della nascita della Buona Destra, per altri la serietà, la coerenza e la dignità sono capisaldi non in vendita per uno scranno parlamentare o per un posto nella direzione di un altro partito.
Se per alcuni, casualmente coloro che meno hanno dato, meno hanno fatto, meno si sono esposti pubblicamente per questo percorso, l’identità ed i valori si possono quotidianamente cambiare più volte al giorno, altri, fortunatamente i più, non sono disposti a tanto.
Di fronte ad un’evidente suicidio politico del singolo e del gruppo, non si può chiudere gli occhi o voltare la testa, ma si può decidere con dignità di non partecipare allo spettacolo in scena. Quella casa della quale abbiamo contribuito a gettare le fondamenta, ad arredarla, a renderla accogliente, abitabile e sempre più abitata, è stato deciso più o meno razionalmente di renderla un rudere cadente e decadente, una scatola vuota.
La politica è decisione. La politica è coraggio. Il coraggio che ci ha contraddistinto da sempre e che ci ha spinto a sostenere la nascita di un’alternativa che fosse seme per il futuro.
Purtroppo, davanti ad una serie di prese di posizione contrastanti tra loro e che si sono rivelate sbagliate non si è avuto il coraggio di ammettere l’errore, il coraggio di correggerlo.
Questa casa, a cui rimarremo sempre affezionati come ad un bel sogno svanito, non è più la nostra casa. Non la riteniamo nemmeno più una casa, ma un salotto di 4 amici del si a tutto, del si anche a sconfessare se stessi senza contenuti, senza valori. Che se la suonano e se la cantano, in solitudine, compiacendosi.
In ragione di questo, Il Segretario Regionale, il Direttivo Regionale, il Coordinamento Regionale e tutti i Referenti Locali della Buona Destra del Piemonte, rassegnano le proprie dimissioni da tutte le cariche ricoperte fin qui nel partito. Proseguiremo con coerenza il nostro percorso che mira a costruire un’alternativa concreta, forte e competitiva, che dia una nuova via e visione al futuro del
Paese. Una strada che abbiamo intrapreso e, a differenza d’altri, mai lasciato e sulla quale continueremo la nostra attività ritenendola l’unica via per ridare dignità alla politica attraverso la concretezza delle idee e la fattibilità di proposte serie e lontane dalla fascinazione del momento. La politica non può ridursi al mero esercizio della denigrazione “dell’avversario” o limitarsi al lancio di slogan di facile consumo, ma deve farsi guida attraverso cultura e competenza tramite le quali elaborare proposte, idee ed una visione concreta del futuro del Paese. Questo era un nostro caposaldo, questo noi in Piemonte abbiamo sempre fatto e su questa strada continueremo.
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