Gianluca Gavazza, oggi consigliere segretario del Consiglio regionale del Piemonte, è uno degli esponenti della Lega, eletti a Palazzo Lascaris. Residente a Torrazza Piemonte è stato eletto nel collegio di Torino e Città Metropolitana.
Con lui ‘Canavesanoedintorni.it’ ha avuto un lungo colloquio nel suo ufficio a Torino, affrontando molti temi, a partire, naturalmente dal territorio, non mancando di affrontare quello sul quale si è particolarmente impegnato, la ‘battaglia’ per la riapertura della linea ferroviaria Chivasso-Asti. Ed è stata davvero una chiacchierata a tutto tondo, nella quale Gavazza non si è mai sottratto alle risposte.
Consigliere a Ivrea la questione ‘calda’ è quella dell’ospedale …
Sarà un investimento importante per una struttura ospedaliera che dirà la sua, andando anche a servire la Valle d’Aosta. Attualmente è aperta la questione sulla scelta del sito, da un lato c’è l’area Montefibre che consentirebbe un recupero di una zona industriale dismessa e si troverebbe a 400 metri dalla stazione ferroviaria e ad un chilometro della bretella autostradale e in questo modo ci sarebbe un collegamento anche in direzione di parte del Vercellese e del Biellese, dall’altro c’è l’ipotesi di Pavone Canavese.
Per Chivasso, invece, cosa bolle in pentola ?
Il ponte di Sant’Anna che lo chiede da tempo. E’ stato fatto nel 1870 per essere percorso da carretti con cavalli. Dal 2007 c’è un progetto che rimbalza da una parte all’altra. E’ un’opera che va fatta perché, a largo raggio, collega Aosta con Genova per la logistica. Il territorio si sviluppa quando ci sono le strutture.
In questa ottica possiamo vedere anche il collegamento ferroviario Chivasso – Asti, interrotto da anni ?
Si lavora per fare partire un progetto pilota che durerà per un anno per riattivare questa tratta sino a Montiglio Monferrato. Il principio è lo stesso del ponte, che nello specifico interessa in prima persona i Comuni di Verolengo e di Crescentino, la Città Metropolitana di Torino e la Provincia di Vercelli. Dicevo il principio è lo stesso: è inutile parlare di insediamenti industriali se non ci sono le infrastrutture. Ecco perché serve la linea ferroviaria attiva. Poi c’è il discorso che questa è utile anche per il turismo con i treni storici: nulla vieta di caricare le bici sui treni e poi seguire dei percorsi dalle stazioni ai bricchi.
Pur essendo un consigliere eletto in Città Metropolitana, che legami ha con la Valcerrina ?
Quando ero giovane e lavoravo nel settore commerciale/agricolo caricavo uva, fieno, paglia, bestiame in Valle. Ero spesso a caricare fieno a Casalino di Mombello e la pesatura era a Cerrina, ma andavo anche ad Odalengo Grande, Odalengo Piccolo. E poi avevamo la terra a Grana, in Provincia di Asti e d’estate ero sempre lì.
Ritiene che il Canavese sia penalizzato come territorio rispetto alla Città Metropolitana. Cosa ne pensa dell’ipotesi di una Provincia del Canavese che ogni tanto riaffiora ed è stata in passato anche oggetto di proposte di legge al Parlamento, mai però approdate ad una discussione ?
Il mio partito ha una suddivisione territoriale che fa capo da un lato a Torino, dall’altro al Canavese che è una realtà di circa 400mila persone. Ritengo che le tradizioni, le identità territoriali, vadano sempre e comunque rispettate. Ma quando si va a parlare in contesti di grandi dimensioni non è opportuno andare a frazionare. Settimo Torinese ha bisogno di Balme come Balme ha bisogno di Settimo Torinese.
A cosa sta lavorando sotto l’aspetto legislativo ?
Una proposta di legge che porti l’Iva sull’acqua naturale, non quella gassata, al 4% anziché al 22%. Poi si sta mettendo mano ad una normativa sul benessere animale. Se è vero che si vuole abolire la catena al cane, con qualche problema per le aziende agriocole è giusto però che chi lo vuole tenere in appartamento gli metta a disposizione degli spazi minimi per legge. Naturalmente sarebbe una disposizione che non tocca chi è già proprietario di un cane ma troverebbe applicazione dalla sua approvazione in poi. Certamente è un argomento che va approfondito con tutta la serietà e la cautela del caso.
Massimo Iaretti
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