Al teatro Astra è in scena “La stanza di Remo”

 

Prodotta dai Saveria Project e dal Teatro Piemonte Europa, una riflessione transgenerazionale sulla Resistenza

 

 

Andrà in scena da lunedì 25 a sabato 30 aprile prossimi al teatro Astra uno spettacolo di teatro civile firmato e prodotto dal collettivo artistico Saveria Project, insieme a TPE (Teatro Piemonte Europa), dal titolo “La stanza di Remo – I can’t breathe”. In questo lavoro teatrale, partendo dalle vicende di vita del partigiano Remo, si intreccia un racconto transgenerazionalesui temi della lotta e della Resistenza.

A partire dal lontano ’43 a Bologna e in Emilia Romagna molti giovani e ragazze decisero da quale parte stare, rinnegando l’inconsapevole infanzia da Balilla e entrando nelle fila della Resistenza. Tra loro ci furono anche Remo e le Staffette Lina Tinti e Germana Masi. Remo venne deportato e, come molti altri partigiani, oggi vive in una casa di riposo, un luogo di memorie e dimenticanze, uno spazio che è anche diventato simbolo di un passato che non vogliamo ricordare ma che, per fortuna, resiste alla rimozione .

“La stanza di Remo” diventa così il luogo in cui i ricordi di un partigiano, prigioniero politico nel campo di concentramento di Bolzano, si intrecciano con le esperienze di altre donne e uomini che hanno fatto la Resistenza. Ma si tratta anche di un contenitore di lotte, del passato e del presente, in cui a trovare spazio è il bisogno di giustizia dei ventenni afrodiscendenti, che si battono contro le discriminazioni razziali e di genere, esprimendo una rabbia personale, che diventa anche collettiva.

“Abbiamo  messo in scena – spiega Stefano Moretti, tra i fondatori del collettivo artistico e interprete –  in forma di drammaturgia l’incontro tra generazioni diverse, attuando un’ampia riflessione sulla memoria. Tutto parte dal desiderio di incontrare il partigiano Remo, di andarlo a trovare nella stanza in cui oggi vive, per farsi raccontare che cosa rappresentò  per lui la Resistenza. Non voleva essere semplicemente una commemorazione dei partigiani e della Resistenza ma, partendo dalla loro esperienza, ci siamo interrogati su chi siamo noi oggi. Abbiamo compreso anche alcuni di loro non avevano un’idea politica precisa, ma che aderirono alla Resistenza per seguire un desiderio di libertà, come reazione alle ingiustizie e ai soprusi. Molti di loro sono nati e cresciuti durante il regime, erano indottrinati, ma si sono ribellati. Quindi si può  essere critici e opporsi a ciò che non va bene. L’altro aspetto che ci interessava riguardava l’istruzione negli anni Trenta, durante la guerra in Etiopia, quale punto di partenza per una più  ampia riflessione sul razzismo, che pare endemico nel nostro Paese.

Tra gli attori Luca Carboni, Stefano Moretti, Giulia Valenti e Rebecah Commey, giovane attivista afrodiscendente di “Black Lives Matter Bologna”, che provano a portare questa stanza a teatro. Un rappresentante del pubblico potrà entrare in questoluogo sospeso e, con un dispositivo di realtà  aumentata, abiterà  no spazio che risulta essere non un unico luogo, ma un coacervo di memorie e storie.

Anticipa il debutto torinese dello spettacolo “Odio gli indifferenti- I can’t breathe”, l’installazione in realtà  aumentata, sempre curata dai Saveria Project, che sarà fruibile da sabato 23 aprile a venerdì  6 maggio prossimo dalle 14 alle 19.30 presso la Sala ‘900 del Polo del Novecento, in via del Carmine 14, con ingresso gratuito in occasione dell’anniversario della Liberazione, lunedì  25 aprile, dalle 9.30 alle 19.30.

La stanza del partigiano Remo, deportato nel ’45 nel campo di concentramento di Bolzano, diventa, così,  oggetto di una mostra interattiva in cui, attraverso l’ausilio di un tablet, oggetti, fotografie, libri, televisori e altri elementi si animano per narrare la vita quotidiana. Il visitatore che entra nella stanza potrà vedere comparire una realtà aumentata di altre immagini, ascoltando voci di donne e uomini che, come Remo, sono cresciuti sotto il fascismo e hanno lottato per la libertà.

La stanza raccoglie anche le testimonianze di chi ha vissuto il G8 di Genova e di chi oggi ha vent’anni ed è  nato in Italia da genitori immigrati.

L’installazione è presentata in collaborazione con il Polo del Novecento e il Museo Diffuso della Resistenza,  della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e delle Liberta, con il sostegno Comitato della Regione Piemonte.

MARA MARTELLOTTA

 

Teatro Astra

Orario spettacoli : ore 21.

Mercoledì ore 19

Info e biglietti www.fondazionetpe.it

Biglietteria Teatro Astra, Via Rosolino Pilo

Tel 011/5634352

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