Al Museo Accorsi Ometto le luci e i colori dei costumi teatrali di Caramba

In scena in una mostra di grande fascino

Il mese di aprile si apre al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto con una mostra di eccellenza, dal titolo “In scena! Luci e colori nei costumi di Caramba”. Si tratta di un omaggio alla bellezza intesa non soltanto come eleganza delle forme, ma anche preziosità dei tessuti e cura dei particolari, attraverso un’esposizione dedicata al maestro dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba.

La mostra mette in risalto l’elevato livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di suoi costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. La Casa d’Arte Caramba fu fondata a Milano nel 1909. Tra i pezzi più iconici da lei realizzati figurano preziosi esemplari per il dramma dannunziano “Parisina” e per la prima rappresentazione della Turandot di Puccini, avvenuta nel 1926, con la direzione del maestro Arturo Toscanini al teatro alla Scala di Milano. Figurano anche i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani nel film intitolato “La corona di ferro”, realizzato dal regista Alessandro Blasetti nel 1941.
Sono presenti in mostra anche diversi tessuti della manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti, che prese avvio all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, in cui si riunivano molteplici professionalità, dalle ricamatrici ai sarti, dai calzolai ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di grande valore artistico.
Sono anche presenti i bozzetti della collezione della Sartoria teatrale Pipi di Palermo, che mostrano raffinati dettagli dal punto di vista pittorico rispetto alla consueta produzione di Caramba.
Ricerche e studi intrapresi per la realizzazione dell’esposizione hanno permesso di compiere entusiasmanti scoperte, tra cui quella dello splendido manto piumato esposto in mostra che, fino a oggi, non si sapeva per quale opera fosse stato realizzato. Finalmente è stato assegnato alla “Parisina” di Pietro Mascagni su libretto di Gabriele d’Annunzio. E stesso destino è capitato al manto usato da Elisa Cegani nel film “La corona di ferro”, che ha ricevuto una corretta attribuzione. È stato indossato dalla celebre soprano Maria Callas per il Nabucco, andato in scena al teatro San Carlo di Napoli, il 20 dicembre 1949.
Caramba fu un vero e proprio “Mago del costume”, artista e imprenditore, capace di rivoluzionare il campo dei costumi teatrali. Aboli’ la tradizione del “trovarobato”, figura cui era affidata la scelta de costume di scena, fondando la propria Casa d’Arte omonima e imponendo la sartoria teatrale come un autonomo atelier e vestendo con abiti nuovi dai protagonisti fino all’ultima comparsa.
Caramba, nome d’arte di Luigi Sapelli, nacque a Pinerolo nel 1865 e morì a Milano nel 1936. Costumista e scenografo, iniziò la sua carriera da autodidatta come caricaturista a Torino, disegnando poi gli allestimenti per le compagnie d’opera Dalla Guardia, Vitale, Marchetti. Quando fondò la Casa d’Arte Caramba, iniziò a fornire abiti di scena ai maggiori teatri, La Scala, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, l’Opera di Roma, il Metropolitan di New York, realizzando costumi storici e contemporanei e collaborando anche con il Vate. Fu il vero interprete del costume di scena in chiave moderna e innovativa, rivoluzionandone la concezione. Direttore dell’allestimento scenico alla Scala dal 1923 fino alla morte, realizzò anche costumi di fantasia liberamente ispirati alla storia, curati nei particolari, nella scelta dei colori, nei disegni e nel taglio. Oggi sono conservati nei depositi del Teatro alla Scala o al teatro dell’Opera di Roma. Ispirati alcuni all’antico Egitto, altri al costume esotico, al Settecento e Ottocento, i suoi abiti di scena, pur ricalcando un’epoca, la interpretano in maniera assolutamente innovativa. Fu amico dell’artista e scenografo catalano Mariano Fortuny e fu capace di usare formule nuove per i tessuti e creare effetti di luce per valorizzare la scena. La sua bravura consisteva nella capacità di curare i particolari, da un bottone a un’asola.
La sua vita fu anche ricca di rapporti con importanti personalità del mondo artistico e musicale dell’epoca, quali Toscanini, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Eleonora Duse, Emma Gramatica, Guido Marchetti, Ruggero Ruggeri, il coreografo Massine, Marco Praga, Sem Benelli e gli artisti Wildt e Bistolfi.

Mara Martellotta

La mostra sarà aperta dal 7 aprile al 4 settembre 2022 presso il Museo Accorsi Ometto in via Po 55.
Orari: martedì, mercoledì, venerdì dalle 10 alle 18
Giovedì dalle 10 alle 21
Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Chiusura il lunedì.
Tel 011837688

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