Nella mostra Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa
Torino rende omaggio a Carmelo Bene nel ventennale della scomparsa con diversi appuntamenti tra cui la mostra “Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa” a cura di Mario Serenellini al centro PHOS in Via Giambattista Vico 1 a Torino.L’esposizione si concentra sulle stagioni teatrali di fuoco degli anni 1966-1968 con una selezione di scatti d’autore (Gianfranco Mantegna, “Stephan”, Riccardo Orsini, Claudio Abate) scelte dal curatore ed esposte per la prima volta nel 2017 al MAV di Ercolano e al Festival Magma di Acireale/Milo.
L’artista dalla personalità straripante con il vizio della provocazione e una instancabile volontà di sperimentare l’arte come attore, regista, drammaturgo, scrittore e poeta, trovò un terreno fertile nella Torino degli anni Sessanta, percorsa da unfervido spirito avanguardistico. A vivacizzare la scena culturale torinese indipendente tra la metà degli anni Sessanta e Ottanta spiccava Edoardo Fadini, fondatore del Cabaret Voltaire, con unasensibilità artistica vicina a quella di Carmelo Bene, con il quale portò avanti un sodalizio artistico trentennale.
Il “sommo Bene” nel 1966, il 17-18 maggio, porta per la prima volta a Torino il suo Pinocchio e, sostenuto dall’Unione culturale Franco Antonicelli, animata da Edoardo Fadini, e con la mediazione del futuro sindaco Diego Novelli, lo spettacolo viene ospitato al Teatro Alfieri, e il 18 pomeriggio Bene lo presenta incontrando il pubblico nella sede storica di Palazzo Carignano dell’Uc. L’anno successivo, nel giugno 1967, il “Primo Convegno Nazionale per un Nuovo Teatro” di Ivrea promosso da Fadini e dall’Uc accoglie interventi e spettacoli di Eugenio Barba e dell’Odin Teatret, di Leo De Berardinis e Perla Peragallo, di Carlo Quartucci e Carmelo Bene, le cui contestazioni segnano fortemente lo svolgersi degli incontri. Nel 1968, l’8-9 e 11 marzo, l’Unione culturale e il Piper Pluri Club (che lo ospita) organizzano lo spettacoloconcerto di Carmelo Bene e Vittorio Gelmetti dal titolo Majakovskij. L’8 dicembre 1968, all’Unione culturale, va in scena Don Chisciotte di Carmelo Bene (con Bene, Mancinelli, De Berardinis e Peragallo), replicato dal 9 al Teatro Gobetti grazie alla co-organizzazione dello spettacolo tra Uc e Teatro Stabile. Il 14 gennaio 1969, Torino ospita quella che viene presentata come la prima nazionale di Nostra signora dei Turchi al Cinema Gioiello. Anche in questo caso si organizza a Palazzo Carignano un incontro pomeridiano di presentazione del film con Bene. Nei decenni successivi, Bene tornerà poi in città nell’ambito del progetto Toreat, realizzato sempre dall’inesauribile Fadini con il suo Cabaret Voltaire, l’Uc e le Università di Torino e Cagliari e verrà ricordato nell’anno della sua scomparsa dal convegno Le arti del Novecento e Carmelo Bene (GAM, ottobre 2002) organizzato da Fadini e i cui atti sono stati recentemente stampati da Kurumuny editore con il titolo Il sommo Bene.
La mostra, realizzata in collaborazione tra Le Plateau de la Méduse di Parigi, MAV (Museo Archeologico Virtuale) di Ercolano, Unione culturale Franco Antonicelli, Teatro Stabile di Torino e PHOS – Centro per la Fotografia e le Arti Visive, è stata inaugurata il 21 marzo alla presenza del curatore Mario Serenellini. È aperta da lunedì a venerdì, dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento fino all’8 aprile.
Mario Serenellini, giornalista, critico (“France Culture/Radio France”, “la Repubblica”, “Alias–il manifesto”, “la Gazzetta del Popolo”), cura rassegne e mostre internazionali con la sua associazione Le Plateau de la Méduse. Già direttore artistico di Cinéma italien Nouvel Air all’Espace Pierre Cardin, Capolavori d’un giorno all’Institut Culturel Italien, AniMav a Ercolano e Napoli, Sottosopra18 a Torino, guida a Parigi con Ysé Brisson il FDFC-Festival Droits des Femmes & Cinéma. Traduttore (da Proust, Lewis Carroll, Tim Burton, Hitchcock), autore di pièces e video, ha pubblicato tra l’altro Max Ernst dada e surrealista, Le figure incrociate, L’AnNez Pinocchio/Il NasoMese, François Truffaut: il ragazzo salvato.
PHOS è un centro culturale polifunzionale in cui confluiscono molteplici attività incentrate sullo studio, la promozione e la produzione della fotografia e delle arti visive. Fondato nel 2011 da un collettivo di artisti, fotografi e professionisti legati al mondo della fotografia Fine Art, ha come finalità quella di costituire un punto d’incontro per chiunque si interessi al mondo dell’immagine. Il Centro offre supporto alla realizzazione e valorizzazione di progetti fotografici, iniziative editoriali (tirature in edizione limitata e libri d’artista) e mostre, con particolare attenzione al lavoro di giovani autori. Propone inoltre percorsi di riflessione e mostre di grandi maestri della fotografia come Michael Ackerman, Lisette Model, Jacob Aue Sobol, Luigi Ghirri, Mario Cresci e Mario Giacomelli. Il Centro opera poi per l’istituzione di concorsi, l’organizzazione di residenze per artisti provenienti dall’Italia e dall’estero e per l’attivazione di collaborazioni e scambi con istituzioni analoghe.
GIULIANA PRESTIPINO
Contatti: tel. 011 7604867; web: www.phosfotografia.com; email: phos@phosfotografia.it
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