DA PALAZZO CIVICO
Dopo la relazione relativa al Dup e al Bilancio, da parte dell’assessora Gabriella Nardelli il Consiglio Comunale ha dato vita al dibattito con gli interventi di consiglieri di maggioranza e opposizione e la conclusione da parte del sindaco Stefano Lo Russo.
Nadia Conticelli (Partito Democratico) ha evidenziato come questo Dup e questo Bilancio rappresentino un cambio di tendenza dato non solo da una situazione finanziaria che potrà beneficiare di nuove risorse ma dall’idea di dare alla Città un ruolo propulsivo, nel rapporto con i cittadini e con il privato. La Città recupera l’orgoglio di essere perno di sviluppo, di innovazione sociale, tecnologica e ambientale. Ha scelto di non dismettere le quote di aziende pubbliche, di investire su decentramento, scuola, verde pubblico. Conticelli ha quindi illustrato la mozione di accompagnamento proposta dal Pd con la quale si sottolinea la necessità che il Consiglio riprenda la funzione di programmazione, soprattutto su temi legati al welfare, al funzionamento della macchina amministrativa e al patrimonio dove occorre individuare quali siano i luoghi strategici e quelli che si possono dismettere
Andrea Russi (M5S) ha rimarcato che per la prima volta viene messo nero su bianco che il disavanzo arriva da lontano, dalle precedenti Amministrazioni di Centro-sinistra. Ha quindi evidenziato che il Patto per Torino per ripianare il debito è un piano finanziario ed impegna per più anni la Città e quindi avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio Comunale. Il Patto, inoltre, è ancora in fase di formazione, non si è perfezionato – ha aggiunto – ed è quindi una violazione di legge inserirlo nel bilancio previsionale. Ha perciò proposto di stralciare dal bilancio le entrate (e le conseguenti uscite) derivanti dal Patto per Torino, per poi inserirle in un successivo assestamento di bilancio. Inoltre, in mancanza di politiche di contenimento della spesa, ha sostenuto che nel 2026 non sarà possibile coprire le spese ripetibili. Infine, ha chiesto di mantenere la gratuità dei dehor sino alla fine della stagione estiva.
Giovanni Crosetto (FdI) ha evidenziato come il Dup non preveda azioni significative nel settore automobilistico, settore che sviluppa un giro d’affari di 18-20 miliardi l’anno pari al 15 per cento del PIL piemontese con sessantamila addetti; il Documento di programmazione si concentra invece a dismisura sul mondo della mobilità ciclabile. Il Dup trascura anche la questione dei costi della transizione energetica e il rischio di perdere la permanenza di Stellantis nel territorio è sempre più elevato. La critica più forte del consigliere è rivolta all’aumento dell’Irpef definita una scelta politica e non tecnica perché – ha spiegato – c’erano tanti altri modi per reperire i fondi e non aumentare le tasse dopo che il governo le aveva abbassate ma l’assessora Nardelli, ha sottolineato, non ha fornito informazioni e risposte dettagliate.
Anna Maria Borasi (PD) si dichiara consapevole di cosa si accinge a votare. Convinta che il dibattito non possa prescindere dal contesto internazionale e dal conflitto Russo-Ucraino alle porte dell’Europa, dagli esiti non prevedibili e dalle conseguenze già visibili in città sia per gli aumenti dei costi energetici sia per la tenuta del sistema produttivo e della coesione sociale. Al netto di varianti non controllabili, alla presidente della commissione Bilancio sembra essenziale specificare gli elementi di discontinuità, capaci di fare ripartire la città, renderla attrattiva, senza lasciare indietro nessuno. Anche il DUP riporta una scelta di spesa corrente precisa, la scelta politica di non variare le tariffe e i canoni dei servizi educativi, degli impianti sportivi, delle aree mercatali, e delle concessioni patrimoniali per il terzo settore, mantenendo per le famiglie le medesime agevolazioni ISEE.
Caterina Greco (PD) ha sottolineato come il DUP sia uno strumento per la realizzazione delle linee programmatiche. Nuove assunzioni, nell’attuale scarsità di personale, consentiranno di far fronte agli adempimenti richiesti dal PNRR. Torino non è strutturalmente deficitaria ma servono forti azioni per ridurre il debito: l’accordo col governo, ha ricordato Greco, ci impegna a reperire una quota di fondi per poter ottenere i contributi statali. Con essi finanzieremo welfare, assunzioni, cultura e altro, senza tagli. Il nostro bilancio, ha aggiunto Greco, è in pareggio, con la scelta politica dell’invarianza delle tariffe per i servizi a domanda individuale: servono politiche per le famiglie, per frenare il calo demografico.
Elena Apollonio (Lista civica per Torino) sottolinea come la Città dovrà affiancare alle nuove risorse e ai sacrifici dei cittadini per l’aumento dell’Irpef una forte progettualità necessarie per contrastare le disuguaglianze che il periodo pandemico ha accentuato e le disparità fra i generi. Ritiene necessario rimettere al centro la cittadinanza, investire in partecipazione civica e in ascolto, con un coinvolgimento attivo dei territori, sostenendo progetti inclusivi dal basso, come primo passo di una città che sappia curarsi e prendersi cura dei suoi cittadini, perché una città che cura e accoglie è anche più attrattiva.
Simone Fissolo (Moderati) evidenzia come in questi 5 mesi di consiliatura si sia fatta una vera e propria maratona, sia dal punto di vista amministrativo che della discussione, a partire dalla delibera 155 del dicembre 2021, che ha riconosciuto 888 milioni di disavanzo e 4,2 miliardi di debito. Un percorso – ha specificato – fatto con tre compagni di strada: l’Unione Europa, il Pnrr, la presidenza del Consiglio dei Ministri con il Patto per Torino, il Ministero delle Infrastrutture per la linea 2 della metro. Finalmente si potrà ripartire – ha spiegato – realizzando biblioteche, scuole, impianti sportivi, investendo nelle manutenzioni e facendo nuove assunzioni. Ha quindi ringraziato l’assessora Salerno per aver messo fine al massimo ribasso negli appalti delle mense scolastiche e ha proposto più formazione del personale della Città per prevenire attacchi hacker. Infine, ha chiesto un maggior sostegno al Terzo settore, duramente colpito dalla pandemia e ora dal caro energia.
Elena Maccanti (Lega) ha dichiarato che il proprio gruppo rinuncia all’ostruzionismo plaudendo l’azione governativa del patto di Bilancio che consente di chiudere un previsionale senza conseguenze gravi a carico dei cittadini. Maccanti ricorda che i problemi di Torino, amministrazione più indebitata d’Italia, risalgono alle gestioni delle giunte Castellani e Chiamparino. La Lega voterà contro la delibera, ha detto la consigliera, e ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’Irpef; per le previsioni di aumento degli introiti dalla multe (15 per cento) e delle strisce blu (1.700 posti). Decisioni, ha aggiunto, che demonizzano i possessori delle auto e penalizzano il settore automobilistico.
Giuseppe Catizone (Lega) da cittadino prova un senso di colpa, per i troppi torinesi che si vedranno aumentare l’Irpef comunale. Un contributo che non può essere definito, come fa il Sindaco, di solidarietà, perché la solidarietà non viene imposta. Con riferimento al DUP, il consigliere della Lega ha centrato la sua analisi sugli aspetti politici del provvedimento. A preoccuparlo è il trend in calo dei residenti: Torino manca di attrattività, qualità della vita e sicurezza. E i torinesi preferiscono spostarsi verso la prima cintura. Un esodo che comporta anche una perdita dovuta a minore gettito e minori entrate. Superare il contrasto fra periferia e centro non deve rimanere solo uno slogan elettorale e per farlo servono risorse e interventi mirati.
Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso l’appoggio a un Bilancio che riduce spese di funzionamento amministrativo per incrementare quelle di servizi educativi, sociali, culturali, politiche giovanili e dello sport, difesa dell’ambiente, dei diritti di mobilità, Circoscrizioni. Per una rivoluzione del welfare, ha affermato Ciampolini, occorre che sia comunitario, plurale e reticolare, con una solida governance pubblica. Occorrono “servizi al servizio dei cittadini” per metterli in grado di vivere con dignità, abitare, relazionarsi e lavorare con qualità
Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha evidenziato come non si possa spendere più di quanto ci si possa permettere, mentre ora, osservando i bilanci, si prevedono ulteriori disavanzi per il futuro. Nel bilancio non si riscontrano risorse a favore dei più bisognosi ha sottolineato, ma si mettono le mani nelle tasche dei cittadini con l’aumento delle tasse e l’incremento delle multe, scelte che sul lungo periodo determineranno l’attrattività della città, per viverci o per investire. Infine, citando i giochi d’acqua previsti in alcuni giardini che richiedono frequenti manutenzioni, ha concluso, occorre investire per far crescere la città e non per incrementare le spese.
Fabrizio Ricca (Lega) ha definito il Dup un libro dei sogni, anche se sono mancate scelte coraggiose. Sarebbero serviti – ha affermato – esenzioni dal pagamento delle tasse per chi lavora nei pressi dei cantieri delle grandi opere pubbliche, ad esempio in corso Grosseto, e un iter più rapido per il rilascio della carta di identità: otto mesi per ottenerla non è un tempo degno di un Paese civile – ha denunciato. Abbiamo però condiviso con un emendamento – ha aggiunto – l’aumento dei trasferimenti alle Circoscrizioni.
Claudio Cerrato (Partito Democratico) ha definito il Bilancio in approvazione un documento di programmazione improntato a una svolta per materie e settori chiave come il verde pubblico, le manutenzioni del suolo pubblico e le Circoscrizioni. Dopo parecchi lustri, ha aggiunto, si torna a vedere il segno ‘più’ su voci di bilancio molto ridimensionate in passato.
Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) è convinta che la città sia ad un punto di svolta. Con il Patto per Torino si può uscire da un quadro a tinte fosche anche perché non comporta anzi riduce la possibilità di fare nuovi debiti. La capogruppo di Sinistra Ecologista considera equa la misura dell’aumento dell’Irpef e positivo non dismettere ulteriori quote di partecipate, così come non aumentare il costo degli spazi per le associazioni del Terzo settore. Si deve poi insistere sulla lotta all’inquinamento, anche attraverso la mobilità dolce, per avere una città con qualità dell’aria superiore e un impatto ambientale minore. Significativa, in tal senso, la scelta della Giunta di non inserire, nel piano alienazioni della città, il prato Parella.
Giuseppe Iannò (Torino Bellissima) ha definito “una fortuna”, dovuta in realtà al forte disavanzo della Città, l’arrivo dei fondi governativi di Patto per Torino e PNRR. Ha poi criticato la mancanza di una politica industriale e di attenzione all’innovazione. Iannò ha anche giudicato negativamente la tariffazione degli impianti sportivi, sottolineando infine la necessità di incrementare le risorse destinate al welfare.
Paolo Damilano (Torino Bellissima) ritiene che il bilancio sia da un lato il libro dei sogni, dall’altro lo scontro con la dura realtà perché se fondi PNRR e Patto per la città rappresentano boccate d’ossigeno, non c’è certezza per i bilanci futuri. Ritiene necessario che aumenti il reddito della città creando posti di lavoro duraturi nel tempo perché si ricrei la voglia di tornare a vivere a Torino. E’ d’accordo con la costruzione delle linee della metro ma bisogna frenare l’emorragia di popolazione, ritiene indispensabile portare Torino nel mondo per attirare imprenditori e ed esprime critiche sulla riduzione di spesa per la sicurezza. Considera il bilancio scritto da due entità distinte, una che ha fatto i proclami che non vengono tradotti in numeri, l’altra che redige i conti senza tenere conto delle progettualità.
Lorenza Patriarca (PD) ha ringraziato sindaco, assessora Nardelli, giunta e consiglieri di maggioranza per il cambio di passo. Ha evidenziato l’aumento delle risorse per la cultura (+11%), con un incremento di 2 milioni di euro rispetto al 2021 e gli stanziamenti per la fondazione per la Cultura triplicati (da 570mila a 1.800.000 euro). Anche le risorse per il turismo sono aumentate (+16%) – ha aggiunto. Ha poi evidenziato l’investimento su progettualità e azioni integrate per la ricerca di risorse. Ha anche spiegato che le tasse non sono un furto, ma sono il contributo che ogni cittadino deve sostenere per i servizi e il benessere di tutti, e che i debiti della Città vengono certamente da lontano, ma perché Torino ha subito in maniera più profonda di Milano la crisi industriale.
Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) si è detto sconcertato dal programma di bilancio che ha definito ragionieristico e noioso, senza novità e progetti per il futuro. Si è detto dispiaciuto per l’importanza di Torino, una città che dovrebbe essere innovativa per l’importanza che riveste e invece manca di una connotazione definita. Torino, ha aggiunto, è una città con tante potenzialità non sfruttate.
Antonio Ledda (PD), ritiene che il Bilancio rappresenti il passaggio di consegne tra questa e la precedente amministrazione. Costruito con fatica, con la necessità di acquisire i fondi europei e governativi necessari per mettere in salvo il Bilancio e progettare un futuro importante per la città, serviranno per investimenti che aiuteranno a crescere. Allo stesso tempo, Ledda sottolinea soddisfatto l’assenza di polemiche verso la situazione trovata e le gestioni precedenti. Un atteggiamento del Sindaco, della Giunta e di tutta la maggioranza che dimostrano responsabilità e serietà per il ruolo assunto. Giusto guardare avanti lavorando per il bene della città.
Silvia Damilano (Torino Bellissima) ha auspicato per Torino un turismo più intenso e reiterato, spazi più sicuri per il gioco dei bambini, l’attenzione all’ambiente e alle energie alternative, l’educazione al rispetto delle donne, poi una migliore edilizia scolastica e l’impegno per una città che sappia trattenere i suoi giovani. Sarebbero alcuni dei progetti che Torino Bellissima realizzerebbe se governasse la città, ha concluso la consigliera.
Vincenzo Camarda (Partito Democratico) respinge le accuse di mancanza di attenzione alle famiglie e sottolinea come, invece, siano stati previsti interventi per minori, disabilità, anziani e diritto alla casa. Ha evidenziato l’attenzione al Terzo Settore per il quale non sono stati aumentati i canoni per gli spazi utilizzati e al decentramento e alle manutenzioni. E’ un bilancio non tecnico, ha sostenuto, ma politico che guarda al futuro.
Pierino Crema (PD) ha elogiato la scelta dell’Amministrazione di non procedere a ulteriori dismissioni di quote di aziende partecipate, visto il loro valore strategico, e di procedere a un’attenta valorizzazione del patrimonio per liberare risorse per investimenti. La macchina comunale si rimetterà in moto – ha spiegato – anche grazie alle assunzioni di 2.100 giovani, che permetteranno di offrire più servizi e opportunità di creazione di posti di lavoro.
Silvio Viale (Lista civica per Torino) ritiene che l’Amministrazione comunale dovrebbe ragionare come un condominio, dedicandosi alle cose concrete. E invece, ha aggiunto, si ascoltano proposte di aumenti di spesa e riduzioni di entrate. Per nostra fortuna il Bilancio in approvazione è pragmatico grazie all’ottimo lavoro svolto dalla giunta e dall’assessore – ha aggiunto – augurandosi che in prospettiva l’opposizione ragioni come se fosse in maggioranza e viceversa.
Enzo Liardo cita Don Sturzo “Un programma politico non si inventa, si vive”, per segnalare il pericolo di ripetere gli stessi errori del passato, con questo Bilancio che rappresenta la restaurazione del Sistema Torino che ci ha portato ad essere una delle città più indebitate d’Italia. Per il consigliere di Fratelli d’Italia, le linee programmatiche citano spesso la mobilità dolce e fanno scomparire la grande industria automobilistica, significativa per il territorio: la città è a un bivio “ma stiamo andando dalla parte sbagliata”. Infine si sofferma sul problema delle tasse: “sarà anche brutto sentire dire che la Città mette le mani nelle tasche dei cittadini, ma i cittadini vorrebbero avere un riscontro, una ricaduta nei servizi. E la Città non ha risposto”. Chiusura d’intervento per criticare l’enfasi con cui viene citata come grande conquista la linea due della Metropolitana quando a Milano sono arrivati alla quarta.
A conclusione del dibattito, la replica del sindaco Stefano Lo Russo, che ha ricordato come a fronte di una situazione difficile la nuova amministrazione comunale si sia mossa rapidamente, discutendo in aula le linee di indirizzo che hanno portato a questo bilancio. L’azione del governo Draghi, con il Patto per Torino, è stata positiva per la città. L’interlocuzione con il governo ha portato a un’entrata – stimata, come stimate sono molte entrate, salvi poi gli spostamenti di bilancio – pari un miliardo: il presidente del Consiglio dei ministri verrà in Sala Rossa a firmare il Patto per Torino. Lo Russo ha definito il bilancio come un’inversione al trend degli scorsi anni, quando la scarsità di fondi imponeva scelte di un certo tipo. Un bilancio, ha detto il sindaco, che dice la verità sul disavanzo e ne limita le quote con i fondi statali in arrivo nei prossimi anni. Sullo stock del debito, più di 4 miliardi con tassi di interesse oggi fuori mercato: rinegoziare il debito per dare alla città gli standard di servizi che merita. L’opposizione dia una mano in questo senso.
Nell’ambito del risanamento, ha specificato Lo Russo, si sono fatte scelte precise su come co-finanziare il 25% del Patto per Torino, come non dismettere quote di partecipazione societarie, pur essendoci mercato. Aumentare addizionale Irpef è stata una scelta, come lo è stato l’escludere da essa i redditi più bassi. Era prioritario evitare il dissesto e rimettere risorse in circolo, ha sottolineato il sindaco, spiegando che comunque questo bilancio non risolve tutti i problemi della città. I servizi AMIAT sono costosi rispetto alla loro qualità, ad esempio.
Il bilancio non comprende i fondi PNRR legati a progetti speciali. Quando arriveranno i fondi per la metro 2 sarà un successo per la città intera, non solo dell’amministrazione, che pure ci ha lavorato, ha proseguito Lo Russo, spiegando che si sta lavorando alla riorganizzazione dell’ente. Il sindaco ha quindi espresso la propria disponibilità a raccogliere proposte costruttive, definendo il DUP come ambizioso e importante, ringraziando Giunta e maggioranza per l’impegno comune sugli obiettivi, per accompagnare la ripartenza della città, che ha tante potenzialità.
Dopo la relazione relativa al Dup e al Bilancio, da parte dell’assessora Gabriella Nardelli il Consiglio Comunale ha dato vita al dibattito con gli interventi di consiglieri di maggioranza e opposizione e la conclusione da parte del sindaco Stefano Lo Russo.
Nadia Conticelli (Partito Democratico) ha evidenziato come questo Dup e questo Bilancio rappresentino un cambio di tendenza dato non solo da una situazione finanziaria che potrà beneficiare di nuove risorse ma dall’idea di dare alla Città un ruolo propulsivo, nel rapporto con i cittadini e con il privato. La Città recupera l’orgoglio di essere perno di sviluppo, di innovazione sociale, tecnologica e ambientale. Ha scelto di non dismettere le quote di aziende pubbliche, di investire su decentramento, scuola, verde pubblico. Conticelli ha quindi illustrato la mozione di accompagnamento proposta dal Pd con la quale si sottolinea la necessità che il Consiglio riprenda la funzione di programmazione, soprattutto su temi legati al welfare, al funzionamento della macchina amministrativa e al patrimonio dove occorre individuare quali siano i luoghi strategici e quelli che si possono dismettere
Andrea Russi (M5S) ha rimarcato che per la prima volta viene messo nero su bianco che il disavanzo arriva da lontano, dalle precedenti Amministrazioni di Centro-sinistra. Ha quindi evidenziato che il Patto per Torino per ripianare il debito è un piano finanziario ed impegna per più anni la Città e quindi avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio Comunale. Il Patto, inoltre, è ancora in fase di formazione, non si è perfezionato – ha aggiunto – ed è quindi una violazione di legge inserirlo nel bilancio previsionale. Ha perciò proposto di stralciare dal bilancio le entrate (e le conseguenti uscite) derivanti dal Patto per Torino, per poi inserirle in un successivo assestamento di bilancio. Inoltre, in mancanza di politiche di contenimento della spesa, ha sostenuto che nel 2026 non sarà possibile coprire le spese ripetibili. Infine, ha chiesto di mantenere la gratuità dei dehor sino alla fine della stagione estiva.
Giovanni Crosetto (FdI) ha evidenziato come il Dup non preveda azioni significative nel settore automobilistico, settore che sviluppa un giro d’affari di 18-20 miliardi l’anno pari al 15 per cento del PIL piemontese con sessantamila addetti; il Documento di programmazione si concentra invece a dismisura sul mondo della mobilità ciclabile. Il Dup trascura anche la questione dei costi della transizione energetica e il rischio di perdere la permanenza di Stellantis nel territorio è sempre più elevato. La critica più forte del consigliere è rivolta all’aumento dell’Irpef definita una scelta politica e non tecnica perché – ha spiegato – c’erano tanti altri modi per reperire i fondi e non aumentare le tasse dopo che il governo le aveva abbassate ma l’assessora Nardelli, ha sottolineato, non ha fornito informazioni e risposte dettagliate.
Anna Maria Borasi (PD) si dichiara consapevole di cosa si accinge a votare. Convinta che il dibattito non possa prescindere dal contesto internazionale e dal conflitto Russo-Ucraino alle porte dell’Europa, dagli esiti non prevedibili e dalle conseguenze già visibili in città sia per gli aumenti dei costi energetici sia per la tenuta del sistema produttivo e della coesione sociale. Al netto di varianti non controllabili, alla presidente della commissione Bilancio sembra essenziale specificare gli elementi di discontinuità, capaci di fare ripartire la città, renderla attrattiva, senza lasciare indietro nessuno. Anche il DUP riporta una scelta di spesa corrente precisa, la scelta politica di non variare le tariffe e i canoni dei servizi educativi, degli impianti sportivi, delle aree mercatali, e delle concessioni patrimoniali per il terzo settore, mantenendo per le famiglie le medesime agevolazioni ISEE.
Caterina Greco (PD) ha sottolineato come il DUP sia uno strumento per la realizzazione delle linee programmatiche. Nuove assunzioni, nell’attuale scarsità di personale, consentiranno di far fronte agli adempimenti richiesti dal PNRR. Torino non è strutturalmente deficitaria ma servono forti azioni per ridurre il debito: l’accordo col governo, ha ricordato Greco, ci impegna a reperire una quota di fondi per poter ottenere i contributi statali. Con essi finanzieremo welfare, assunzioni, cultura e altro, senza tagli. Il nostro bilancio, ha aggiunto Greco, è in pareggio, con la scelta politica dell’invarianza delle tariffe per i servizi a domanda individuale: servono politiche per le famiglie, per frenare il calo demografico.
Elena Apollonio (Lista civica per Torino) sottolinea come la Città dovrà affiancare alle nuove risorse e ai sacrifici dei cittadini per l’aumento dell’Irpef una forte progettualità necessarie per contrastare le disuguaglianze che il periodo pandemico ha accentuato e le disparità fra i generi. Ritiene necessario rimettere al centro la cittadinanza, investire in partecipazione civica e in ascolto, con un coinvolgimento attivo dei territori, sostenendo progetti inclusivi dal basso, come primo passo di una città che sappia curarsi e prendersi cura dei suoi cittadini, perché una città che cura e accoglie è anche più attrattiva.
Simone Fissolo (Moderati) evidenzia come in questi 5 mesi di consiliatura si sia fatta una vera e propria maratona, sia dal punto di vista amministrativo che della discussione, a partire dalla delibera 155 del dicembre 2021, che ha riconosciuto 888 milioni di disavanzo e 4,2 miliardi di debito. Un percorso – ha specificato – fatto con tre compagni di strada: l’Unione Europa, il Pnrr, la presidenza del Consiglio dei Ministri con il Patto per Torino, il Ministero delle Infrastrutture per la linea 2 della metro. Finalmente si potrà ripartire – ha spiegato – realizzando biblioteche, scuole, impianti sportivi, investendo nelle manutenzioni e facendo nuove assunzioni. Ha quindi ringraziato l’assessora Salerno per aver messo fine al massimo ribasso negli appalti delle mense scolastiche e ha proposto più formazione del personale della Città per prevenire attacchi hacker. Infine, ha chiesto un maggior sostegno al Terzo settore, duramente colpito dalla pandemia e ora dal caro energia.
Elena Maccanti (Lega) ha dichiarato che il proprio gruppo rinuncia all’ostruzionismo plaudendo l’azione governativa del patto di Bilancio che consente di chiudere un previsionale senza conseguenze gravi a carico dei cittadini. Maccanti ricorda che i problemi di Torino, amministrazione più indebitata d’Italia, risalgono alle gestioni delle giunte Castellani e Chiamparino. La Lega voterà contro la delibera, ha detto la consigliera, e ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’Irpef; per le previsioni di aumento degli introiti dalla multe (15 per cento) e delle strisce blu (1.700 posti). Decisioni, ha aggiunto, che demonizzano i possessori delle auto e penalizzano il settore automobilistico.
Giuseppe Catizone (Lega) da cittadino prova un senso di colpa, per i troppi torinesi che si vedranno aumentare l’Irpef comunale. Un contributo che non può essere definito, come fa il Sindaco, di solidarietà, perché la solidarietà non viene imposta. Con riferimento al DUP, il consigliere della Lega ha centrato la sua analisi sugli aspetti politici del provvedimento. A preoccuparlo è il trend in calo dei residenti: Torino manca di attrattività, qualità della vita e sicurezza. E i torinesi preferiscono spostarsi verso la prima cintura. Un esodo che comporta anche una perdita dovuta a minore gettito e minori entrate. Superare il contrasto fra periferia e centro non deve rimanere solo uno slogan elettorale e per farlo servono risorse e interventi mirati.
Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso l’appoggio a un Bilancio che riduce spese di funzionamento amministrativo per incrementare quelle di servizi educativi, sociali, culturali, politiche giovanili e dello sport, difesa dell’ambiente, dei diritti di mobilità, Circoscrizioni. Per una rivoluzione del welfare, ha affermato Ciampolini, occorre che sia comunitario, plurale e reticolare, con una solida governance pubblica. Occorrono “servizi al servizio dei cittadini” per metterli in grado di vivere con dignità, abitare, relazionarsi e lavorare con qualità
Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha evidenziato come non si possa spendere più di quanto ci si possa permettere, mentre ora, osservando i bilanci, si prevedono ulteriori disavanzi per il futuro. Nel bilancio non si riscontrano risorse a favore dei più bisognosi ha sottolineato, ma si mettono le mani nelle tasche dei cittadini con l’aumento delle tasse e l’incremento delle multe, scelte che sul lungo periodo determineranno l’attrattività della città, per viverci o per investire. Infine, citando i giochi d’acqua previsti in alcuni giardini che richiedono frequenti manutenzioni, ha concluso, occorre investire per far crescere la città e non per incrementare le spese.
Fabrizio Ricca (Lega) ha definito il Dup un libro dei sogni, anche se sono mancate scelte coraggiose. Sarebbero serviti – ha affermato – esenzioni dal pagamento delle tasse per chi lavora nei pressi dei cantieri delle grandi opere pubbliche, ad esempio in corso Grosseto, e un iter più rapido per il rilascio della carta di identità: otto mesi per ottenerla non è un tempo degno di un Paese civile – ha denunciato. Abbiamo però condiviso con un emendamento – ha aggiunto – l’aumento dei trasferimenti alle Circoscrizioni.
Claudio Cerrato (Partito Democratico) ha definito il Bilancio in approvazione un documento di programmazione improntato a una svolta per materie e settori chiave come il verde pubblico, le manutenzioni del suolo pubblico e le Circoscrizioni. Dopo parecchi lustri, ha aggiunto, si torna a vedere il segno ‘più’ su voci di bilancio molto ridimensionate in passato.
Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) è convinta che la città sia ad un punto di svolta. Con il Patto per Torino si può uscire da un quadro a tinte fosche anche perché non comporta anzi riduce la possibilità di fare nuovi debiti. La capogruppo di Sinistra Ecologista considera equa la misura dell’aumento dell’Irpef e positivo non dismettere ulteriori quote di partecipate, così come non aumentare il costo degli spazi per le associazioni del Terzo settore. Si deve poi insistere sulla lotta all’inquinamento, anche attraverso la mobilità dolce, per avere una città con qualità dell’aria superiore e un impatto ambientale minore. Significativa, in tal senso, la scelta della Giunta di non inserire, nel piano alienazioni della città, il prato Parella.
Giuseppe Iannò (Torino Bellissima) ha definito “una fortuna”, dovuta in realtà al forte disavanzo della Città, l’arrivo dei fondi governativi di Patto per Torino e PNRR. Ha poi criticato la mancanza di una politica industriale e di attenzione all’innovazione. Iannò ha anche giudicato negativamente la tariffazione degli impianti sportivi, sottolineando infine la necessità di incrementare le risorse destinate al welfare.
Paolo Damilano (Torino Bellissima) ritiene che il bilancio sia da un lato il libro dei sogni, dall’altro lo scontro con la dura realtà perché se fondi PNRR e Patto per la città rappresentano boccate d’ossigeno, non c’è certezza per i bilanci futuri. Ritiene necessario che aumenti il reddito della città creando posti di lavoro duraturi nel tempo perché si ricrei la voglia di tornare a vivere a Torino. E’ d’accordo con la costruzione delle linee della metro ma bisogna frenare l’emorragia di popolazione, ritiene indispensabile portare Torino nel mondo per attirare imprenditori e ed esprime critiche sulla riduzione di spesa per la sicurezza. Considera il bilancio scritto da due entità distinte, una che ha fatto i proclami che non vengono tradotti in numeri, l’altra che redige i conti senza tenere conto delle progettualità.
Lorenza Patriarca (PD) ha ringraziato sindaco, assessora Nardelli, giunta e consiglieri di maggioranza per il cambio di passo. Ha evidenziato l’aumento delle risorse per la cultura (+11%), con un incremento di 2 milioni di euro rispetto al 2021 e gli stanziamenti per la fondazione per la Cultura triplicati (da 570mila a 1.800.000 euro). Anche le risorse per il turismo sono aumentate (+16%) – ha aggiunto. Ha poi evidenziato l’investimento su progettualità e azioni integrate per la ricerca di risorse. Ha anche spiegato che le tasse non sono un furto, ma sono il contributo che ogni cittadino deve sostenere per i servizi e il benessere di tutti, e che i debiti della Città vengono certamente da lontano, ma perché Torino ha subito in maniera più profonda di Milano la crisi industriale.
Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) si è detto sconcertato dal programma di bilancio che ha definito ragionieristico e noioso, senza novità e progetti per il futuro. Si è detto dispiaciuto per l’importanza di Torino, una città che dovrebbe essere innovativa per l’importanza che riveste e invece manca di una connotazione definita. Torino, ha aggiunto, è una città con tante potenzialità non sfruttate.
Antonio Ledda (PD), ritiene che il Bilancio rappresenti il passaggio di consegne tra questa e la precedente amministrazione. Costruito con fatica, con la necessità di acquisire i fondi europei e governativi necessari per mettere in salvo il Bilancio e progettare un futuro importante per la città, serviranno per investimenti che aiuteranno a crescere. Allo stesso tempo, Ledda sottolinea soddisfatto l’assenza di polemiche verso la situazione trovata e le gestioni precedenti. Un atteggiamento del Sindaco, della Giunta e di tutta la maggioranza che dimostrano responsabilità e serietà per il ruolo assunto. Giusto guardare avanti lavorando per il bene della città.
Silvia Damilano (Torino Bellissima) ha auspicato per Torino un turismo più intenso e reiterato, spazi più sicuri per il gioco dei bambini, l’attenzione all’ambiente e alle energie alternative, l’educazione al rispetto delle donne, poi una migliore edilizia scolastica e l’impegno per una città che sappia trattenere i suoi giovani. Sarebbero alcuni dei progetti che Torino Bellissima realizzerebbe se governasse la città, ha concluso la consigliera.
Vincenzo Camarda (Partito Democratico) respinge le accuse di mancanza di attenzione alle famiglie e sottolinea come, invece, siano stati previsti interventi per minori, disabilità, anziani e diritto alla casa. Ha evidenziato l’attenzione al Terzo Settore per il quale non sono stati aumentati i canoni per gli spazi utilizzati e al decentramento e alle manutenzioni. E’ un bilancio non tecnico, ha sostenuto, ma politico che guarda al futuro.
Pierino Crema (PD) ha elogiato la scelta dell’Amministrazione di non procedere a ulteriori dismissioni di quote di aziende partecipate, visto il loro valore strategico, e di procedere a un’attenta valorizzazione del patrimonio per liberare risorse per investimenti. La macchina comunale si rimetterà in moto – ha spiegato – anche grazie alle assunzioni di 2.100 giovani, che permetteranno di offrire più servizi e opportunità di creazione di posti di lavoro.
Silvio Viale (Lista civica per Torino) ritiene che l’Amministrazione comunale dovrebbe ragionare come un condominio, dedicandosi alle cose concrete. E invece, ha aggiunto, si ascoltano proposte di aumenti di spesa e riduzioni di entrate. Per nostra fortuna il Bilancio in approvazione è pragmatico grazie all’ottimo lavoro svolto dalla giunta e dall’assessore – ha aggiunto – augurandosi che in prospettiva l’opposizione ragioni come se fosse in maggioranza e viceversa.
Enzo Liardo cita Don Sturzo “Un programma politico non si inventa, si vive”, per segnalare il pericolo di ripetere gli stessi errori del passato, con questo Bilancio che rappresenta la restaurazione del Sistema Torino che ci ha portato ad essere una delle città più indebitate d’Italia. Per il consigliere di Fratelli d’Italia, le linee programmatiche citano spesso la mobilità dolce e fanno scomparire la grande industria automobilistica, significativa per il territorio: la città è a un bivio “ma stiamo andando dalla parte sbagliata”. Infine si sofferma sul problema delle tasse: “sarà anche brutto sentire dire che la Città mette le mani nelle tasche dei cittadini, ma i cittadini vorrebbero avere un riscontro, una ricaduta nei servizi. E la Città non ha risposto”. Chiusura d’intervento per criticare l’enfasi con cui viene citata come grande conquista la linea due della Metropolitana quando a Milano sono arrivati alla quarta.
A conclusione del dibattito, la replica del sindaco Stefano Lo Russo, che ha ricordato come a fronte di una situazione difficile la nuova amministrazione comunale si sia mossa rapidamente, discutendo in aula le linee di indirizzo che hanno portato a questo bilancio. L’azione del governo Draghi, con il Patto per Torino, è stata positiva per la città. L’interlocuzione con il governo ha portato a un’entrata – stimata, come stimate sono molte entrate, salvi poi gli spostamenti di bilancio – pari un miliardo: il presidente del Consiglio dei ministri verrà in Sala Rossa a firmare il Patto per Torino. Lo Russo ha definito il bilancio come un’inversione al trend degli scorsi anni, quando la scarsità di fondi imponeva scelte di un certo tipo. Un bilancio, ha detto il sindaco, che dice la verità sul disavanzo e ne limita le quote con i fondi statali in arrivo nei prossimi anni. Sullo stock del debito, più di 4 miliardi con tassi di interesse oggi fuori mercato: rinegoziare il debito per dare alla città gli standard di servizi che merita. L’opposizione dia una mano in questo senso.
Nell’ambito del risanamento, ha specificato Lo Russo, si sono fatte scelte precise su come co-finanziare il 25% del Patto per Torino, come non dismettere quote di partecipazione societarie, pur essendoci mercato. Aumentare addizionale Irpef è stata una scelta, come lo è stato l’escludere da essa i redditi più bassi. Era prioritario evitare il dissesto e rimettere risorse in circolo, ha sottolineato il sindaco, spiegando che comunque questo bilancio non risolve tutti i problemi della città. I servizi AMIAT sono costosi rispetto alla loro qualità, ad esempio.
Il bilancio non comprende i fondi PNRR legati a progetti speciali. Quando arriveranno i fondi per la metro 2 sarà un successo per la città intera, non solo dell’amministrazione, che pure ci ha lavorato, ha proseguito Lo Russo, spiegando che si sta lavorando alla riorganizzazione dell’ente. Il sindaco ha quindi espresso la propria disponibilità a raccogliere proposte costruttive, definendo il DUP come ambizioso e importante, ringraziando Giunta e maggioranza per l’impegno comune sugli obiettivi, per accompagnare la ripartenza della città, che ha tante potenzialità.
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