Riciclaggio di oro e preziosi Sei arresti nella maxi operazione dei Carabinieri

Asti, i carabinieri stroncano un’associazione dedita al riciclaggio di oro e preziosi con un’operazione che ha coinvolto anche le Province di Torino, Pavia, Alessandria e Piacenza. Sei arresti  un milione di euro e 37 chili d’oro sequestrati

Persone assolutamente anonime che vivevano in case senza alcun lusso, guidavano utilitarie normalissime, vestivano abiti normali, con un taglio di capelli come tanti altri, insomma persone come se ne incontrano decine per strada, in un ufficio, sul tram ogni giorno. Ma, pur essendo nulla facenti, avevano a disposizione una quantità enorme di denaro e di oggetti preziosi in oro e di argento. Nella mattinata di venerdì sei persone, cinque uomini e una donna, tutti di età matura, sono finiti nei guai con la giustizia, destinatari di un provvedimento cautelare della Procura della Repubblica di Asti che ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere dedita al riciclaggio di oro, con un giro che andava dal Nord Italia alla Svizzera. L’indagine che ha portato in carcere quattro persone e le rimanenti due agli arresti domiciliari – mentre c’è anche un filone aperto dalla Polizia Cantonale e dell’autorità giudiziaria elvetica – era nata ad Asti nel settembre del 2021 e si è focalizzata in particolare, ed in prevalenza, su persone della comunità sinti dimoranti nelle Province di Asti, Pavia, Torino, ma ha interessato anche Alessandria e Piacenza. Nella mattinata ei sabato il comandante provinciale dei carabinieri di Asti, Pierantonio Breda, il comandante del Reparto operativo, tenente colonnello Vittorio Baldo ed il maggiore Alessio Gallucci, in un incontro con gli organi di informazione hanno reso noto gli esiti dell’operazione ed il meccanismo criminoso scoperto.

Complessivamente sono stati sequestrati un milione di euro in contanti, 37 chili d’oro (del valore di due milioni di euro) e 15 pistole oggetto di furto, oltre ad un quantitativo di argento, 1500 proiettili, due moto di ingente valore e biciclette di pregio, frutto di furti compiuti prevalentemente in Piemonte ed in Lombardia, non compiuti dagli arrestati. L’oro ed i metalli preziosi, secondo quanto accertato dagli investigatori dell’Arma, arrivavano al sestetto attraverso ricettatori, poi si provvedeva a fonderli in Italia per trasformarli in lingotti più facilmente occultabili e trasferirli, a bordo di normalissime auto, in Svizzera dove, in accordo con altri due soggetti residenti in territorio elvetico, il metallo prezioso veniva rivenduto. Insomma uno scambio tra ricettatori tra ricettatori di alto profilo e ricettatori di massimo profilo (il sestetto nei guai con la giustizia) con i destinatari in Svizzera a collocare il materiale illecito. I soldi e l’oro sequestrati sono stati rinvenuti a San Giusto Canavese all’interno di un garage, più precisamente nel cofano di un’auto che, a prima vista, sembrava abbandonata, mentre le pistole erano state occultate in un deposito non facilmente identificabile nella città di Alessandria. I carabinieri sono già al lavoro per restituire, ove possibile, la refurtiva  (ci sono targhe, medagliette ricordo, fedi nuziali e le pistole non sono state manomesse) ai legittimi proprietari. Complessivamente le consegne di metallo prezioso, uno o due viaggi alla settimana, ammontano ad un peso complessivo di circa 100 chili d’oro per un valore intorno ai cinque milioni di euro.

Massimo Iaretti

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo Precedente

Il Carnevale nel Medioevo Visita guidata alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Articolo Successivo

Un giovane chef nel nuovo progetto di rilancio della storica Villa Sassi

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta