Bocciato aumento IRAP a colossi logistica / e-commerce. Grimaldi (LUV): La Giunta rinuncia a un gesto di giustizia fiscale

“Davvero Amazon ci vuole far credere che il sito di Torrazza sia solo un garage deposito?”

“Di fatto Amazon fa 85 miliardi di euro di utili nel mondo, più di 4.8 solo in Italia, eppure dichiara un valore di produzione di poco più di 18 milioni, che consente al colosso di pagare solo 710.352 euro di IRAP e solo in Lombardia. Perché Amazon non versa nulla al Piemonte e a tutte le altre Regioni? Perché il centro di Torrazza e tutti gli altri sono considerati ‘depositi’, ovvero unicamente magazzini che non sviluppano produzione. Spero che le autorità competenti facciano le giuste verifiche” – ha dichiarato il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, primo firmatario della Proposta di legge n. 123 “Disposizioni in materia di IRAP per commercio di prodotti via internet, rimodulazione per grandi imprese dell’e-commerce”, oggi bocciata in Aula dal centrodestra, con 26 voti contrari e 18 favorevoli.

“Lega e soci si rimangiano la parola per non dividersi ancora. ‘TeleCirio’ ahimè ha cambiato programma e per l’ennesima volta questa maggioranza rinuncia a compiere un gesto di giustizia” – prosegue Grimaldi. – “In Piemonte la recessione causata dalla pandemia ha avuto effetti quantitativi paragonabili alla grande crisi finanziaria del 2007-2008: sono cresciuti il rischio di povertà per le famiglie e l’indice di Gini sulle diseguaglianze. Nel dilagare dell’ingiustizia sociale, vorremmo solo un po’ di giustizia fiscale. Aumentare ad Amazon (e alle altre imprese di commercio al dettaglio via Internet il cui valore della produzione netta sia superiore a 1 milione di euro) l’aliquota IRAP dello 0,92% sarebbe una goccia nel mare dei suoi profitti e un gesto dovuto per chi – come Jezz Bezos – durante la pandemia ha visto il suo patrimonio aumentare di 81,5 miliardi di dollari, l’equivalente del costo stimato della vaccinazione completa di tre cicli per l’intera popolazione mondiale”.

“Ma non solo” – conclude Grimaldi: – “chiediamo che vi siano accertamenti da parte degli uffici e, se necessario, della Procura della Repubblica e della Guardia della finanza. Davvero Amazon ci vuole far credere che il sito di Torrazza con centinaia di addetti sia solo un garage deposito?”

Qui il link dell’intervento.

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