“Siamo preoccupati per l’incremento del numero di impianti di trattamento dei rifiuti in Piemonte e per l’ipotesi di nuovi termovalorizzatori.
Chiediamo che su questo tema si effettui una pianificazione regionale, attraverso la definizione di un nuovo piano regionale sui rifiuti, considerando i bisogni reali dei territori, senza lasciare all’imprenditoria privata la programmazione degli impianti”. Così ha affermato Daniele Gamba di Legambiente Biella durante l’audizione svolta in Quinta Commissione (Ambiente), della Regione presieduta da Angelo Dago. L’audizione ha espresso la posizione di una serie di associazioni ambientaliste del nord-est e sud-est del Piemonte e precisamente Pro Natura Piemonte, Rifiuti Zero Piemonte, Legambiente del Vercellese e della Valsesia, Italia Nostra Vercelli e Biella, Lipu Biella-Vercelli, Legambiente Dora Baltea, Associazione culturale Valledora, Associazione CARP Novara, Associazione Semi di serra, Comitato Salussola Ambiente è futuro, SOS Santhià, Comitato AST Lozzolo, Comitato Lago di Viverone, Legambiente Ovadese Valli Orba e Stura, Legambiente Val Lemme e Comitato Torrente Orba.
Le associazioni hanno manifestato contrarietà in merito all’ipotesi di realizzazione di un inceneritore con recupero energetico nel territorio di Novi ligure che, secondo gli auditi, sarebbe stato annunciato dall’assessore regionale all’Ambiente e rispetto a un inceneritore a Cavaglià, nel Biellese, proposto con un progetto già avviato dall’azienda multiutility A2A. “È necessario che sia seguito l’iter corretto, ovvero che sia la pianificazione regionale a valutare le effettive necessità impiantistiche, partendo dalla Vas e attraverso un percorso ad evidenza pubblica”, aggiunge Gamba, che sottolinea come l’attuale Piano regionale di gestione dei rifiuti non preveda la realizzazione di ulteriori impianti di incenerimento e recupero energetico. Inoltre, le associazioni ambientaliste precisano che il Piemonte dovrebbe soprattutto agire sulla riduzione nella produzione di rifiuti, mentre gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dal legislatore dal 2012 non sono mai stati raggiunti in Piemonte.
Anna Andorno del Movimento Valledora ha illustrato le criticità di un ristretto territorio al confine fra le province di Biella e Vercelli, dove già insistono numerose discariche, nate dalla trasformazione di ambienti di cava: “l’inceneritore di Cavaglià andrebbe a inserirsi in un’area dove c’è già una forte pressione di impianti di gestione dei rifiuti. Ci sentiamo colonizzati dalle imprese che pianificano al posto del pubblico e stiamo toccando con mano un problema che non è solo ambientale ma anche economico, per un’area a forte vocazione agricola”.
Da Piero Mandarino del circolo Legambiente della Val Lemme sono invece state espresse forti perplessità circa l’ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel territorio di Novi ligure, fra i torrenti Orba e Scrivia, che dovrebbe servire anche per il trattamento dei rifiuti della Liguria.
Sono poi intervenuti per chiedere alcuni approfondimenti i commissari Marco Grimaldi (Luv), Sean Sacco (M5s), Giorgio Bertola (M4o), Carlo Riva Vercellotti (Fdi) e Domenico Rossi (Pd).
In chiusura il presidente Dago ha precisato che nel novembre scorso la Giunta ha approvato una delibera sui criteri di localizzazione degli impianti di gestione e smaltimento dei rifiuti, propedeutica all’approvazione del nuovo Piano regionale dei rifiuti, che verrà esaminato in Commissione consiliare nei prossimi mesi e sul quale le associazioni potranno esprimere le loro osservazioni.
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