Caro direttore,
quando una tragedia come quella di sabato 18 dicembre accade nella provincia dove vivi e lavori, quando a quel “bar dell’angolo” ci hai fatto più volte colazione, quando conosci bene il manovratore ferito che vive nel tuo stesso comune ecco che, nella tua mente – con ancora più forza – nascono molte riflessioni.
Queste disgrazie non sono solo figlie del destino cinico e neppure dell’ esasperata concorrenza del “libero mercato”: il libero mercato, infatti, si sarebbe autoregolamentato meglio, facendo crescere le professionalità necessarie, anche per prevenire situazioni di pericolo.
Purtroppo invece la nostra generazione ha gestito e governato per emergenze con ideologie dirigiste: non è un caso che i due più recenti disastri a Torino (l’incendio del palazzo in Piazza Carlo Felice di inizio settembre e il crollo della gru di sabato) siano accaduti in cantieri di ristrutturazione, spinti da agevolazioni fiscali che hanno dato alle imprese lo stesso effetto da “sostanza stupefacente” che il reddito di cittadinanza ha dato al mondo del lavoro dipendente (in un caso di iper eccitazione, nell’altro di sedazione).
Premesso che, al momento, non sono state accertate responsabilità, è impressionante constatare che entrambi i cantieri fossero della medesima Impresa torinese, dato statisticamente rilevante.
In questi mesi, i giornali ci hanno raccontato della mancanza di materie prime, di scarsità di tubolari per i ponteggi, di polistirolo per le coibentazioni e vogliamo credere – in generale – che non si debba far ricorso a maestranze necessariamente formate in fretta?
Occorre deregolamentare il mercato del lavoro ma – contemporaneamente – intensificare i controlli su poche fondamentali regole, potenziando gli ispettorati che vigilano sulla sicurezza. Non possiamo pensare che ci siano funzionari per recuperare da Palermo a Vicenza 0,01 euro pagati in meno su una multa stradale e non vi siano sufficienti professionisti, “consulenti pubblici”, che vigilino e coordinino la sicurezza sul lavoro!
Lo Stato non riesce a realizzare il grattacielo della Regione Piemonte in oltre 10 anni e propone (esagerati) vantaggi fiscali ai quali si deve accedere con una corsa ad ostacoli.
Ecco, le tre vittime sono cadute perché “correvano” in un percorso ad ostacoli, e non per un caso.
Carlo Nicosia
Chivasso
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