“Lo scorso settembre si è tenuto un Consiglio regionale straordinario dedicato alla grave crisi della ex Embraco, seduta richiesta e fortemente voluta dal Partito Democratico. Questo momento è stato utile per poterci confrontare con i soggetti interessati per cercare di comprendere quali possano essere le soluzioni per il futuro dei lavoratori e delle loro famiglie.
Su questa linea si colloca l’atto di indirizzo approvato dal Consiglio regionale, sintesi di diversi atti di indirizzo, con il quale chiediamo che Il Presidente Cirio e il Consiglio regionale si facciano promotori direttamente presso il Premier Mario Draghi di un nuovo tavolo di concertazione tra parti sociali, che possa affrontare efficacemente la questione prima della data limite del 22 gennaio, data in cui termineranno gli ammortizzatori sociali” e ancora “di sostenere dinanzi al MISE la richiesta dei sindacati per l’utilizzo di ciò che resta del fondo ESCROW verso quei lavoratori che decidono di trovare altra strada per il loro futuro e o per gli imprenditori che vogliono assumere del nuovo personale” in ultimo “di avviare attraverso l’Assessorato al lavoro della Regione Piemonte, un percorso di politiche attive per il lavoro per trovare soluzioni occupazionali per gli ex lavoratori Embraco” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno, primo firmatario di uno degli ordini del giorno su ex Embraco.
“Sulla vicenda ex Embraco Il Ministro Giorgetti – prosegue l’esponente dem – non ha portato avanti gli impegni presi, non è riuscito neanche a convocare il tavolo di concertazione. Quello del 23 di aprile infatti è stato prima convocato e poi immediatamente sconvocato senza avere successivamente alcun tipo di nuova calendarizzazione da parte sua, (ultimo tavolo a Roma risale al mese di novembre) a questo si aggiunge il fatto che, nei mesi scorsi, il Ministro abbia dichiarato non perseguibile la proposta Italcomp ha pesato come un macigno sul futuro di quasi 400 dipendenti. La crisi deve essere affrontata e risolta e riteniamo che debba partire dal Piemonte la richiesta di riaprire con il Governo un dialogo finalizzato a vagliare tutte le possibili ipotesi e a individuare finalmente una soluzione che tuteli il lavoro”.
“Italcomp rappresentava una soluzione – conclude Sarno – e il fatto che sia stata bocciata senza una proposta alternativa ci lascia sgomenti. Ecco perché ci uniamo ai lavoratori per chiedere al Mise un’alternativa chiara e definitiva”.
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