Tutti abbiamo seguito con palpitante attenzione le settimane di gare olimpiche a Tokyo, abbiamo ascoltato i commenti delle imprese azzurre, abbiamo letto centinaia di pagine di cronache, conosciamo (o crediamo di conoscere) tutto quanto avvenuto su pedane, piste, stadi, piscine… E invece…
Invece non conoscete la vera storia di questo evento, descritta dagli atleti stessi, con i loro nomi. Una storia che questo giornale vi offre in anteprima assoluta; siate grati al direttore ed all’autore!
Partenza da Roma (preferita a MILAN) con sorvolo dell’ISOLA di Rodi (abitata dai RODINI) e via verso il Giappone, paese dei NESPOLI in fiore che crescono in paesini e BORGHINI sperduti.
Nella delegazione che accompagna gli atleti ci sono vari personaggi: un BOTTARO (che porta il Prosecco in un FRIGO per festeggiare le vittorie), un imprenditore della seta comasco con alcuni preziosi BACOSI da seta per l’imperatore ed un contadino con alcuni CIPRESSA per l’imperatrice che adora pregare all’ombra di questi alberi (noi italiani siamo delle VOLPI, ci arruffianiamo tutti…). C’è anche Maria Teresa RUTA per le telecronache. L’acqua della spedizione è stata offerta dalle Terme di BOARI.
Alla cerimonia d’apertura, bellissima la sfilata di CENTOFANTI allineati in fila per quattro a formare una QUADARELLA. Pubblico scarsissimo causa COVID, tutti fuori dallo stadio per restare vivi e vegeti (anzi, VIVIANI e vegetariani…). Qualche irriducibile ha cercato di guardare da un BUSA’ della serratura ma è stato arrestato.
E finalmente le gare!
Nella lotta CONYEDO ha battuto un atleta FIAMINGO ed ha ringraziato il santo patrono della sua città, SANTANDREA.
Nel tiro con l’arco il nostro campione ha fatto sempre CENTRACCHIO con le sue frecce. Nonostante la vittoria è rimasto modesto, quando gli han fatto i complimenti ha detto: “Non sono mica CECCON, ci vedo benissimo e miro bene, tendendo l’arco con le TITA della mano destra!”
Nel salto in alto il nostro atleta si RIZZA in vetta con grande agilità, il suo salto sembra il volo DELL’AQUILA verso il cielo, con la sua ZAZZERI di capelli al vento.
Nel canottaggio bravi gli equipaggi che remavano ritmando il grido “Op, op, op, OPPO!”
Sfortunato invece il nostro campione nel salto in LONGO. Pare abbia avuto un malore DURANTI la gara: “Purtroppo non MIRESSI in piedi…”. Ha vinto uno svizzero nato in un paesino del lago DI COSTANZO.
E niente medaglie per la pallanuoto; gli atleti sono stati puniti con l’obbligo di restare seduti VICINO al BURDISSO della piscina a guardare gli altri.
Eroe dell’atletica JACOBS, che di nome si chiama Marcell perché nato in USA dove le vocali finali non le scrivono; infatti i suoi fratelli si chiamano Filipp e Giusepp…
Nell’ippica poca gloria, i cavalli sembravano dormire CONSONNI profondi. E nonostante siano stati CURATOLI dal veterinario, non si sono svegliati. Ha vinto uno spagnolo proveniente dalla NAVARRIA, dove fin da piccoli i bambini MONTANO a cavallo.
Grandi vittorie nel ciclismo dove siamo fortissimi: avremmo vinto anche correndo con un elefante sulla GANNA della bicicletta…
Nella staffetta 4×100 gli italiani hanno beffato gli inglesi in “zona CESARINI”, che ci sono rimasti DESALU, piangendo sul BORDIGNON della pista. Ora STANO ingoiando il rospo nel garGAROZZO.
Per distrarsi, alla sera musica italiana; molto richiesto “Ci vuole un fiore” di Sergio ERRIGO, un ritornello che resta nella TESTA di tutti. E poi uno “spaghetti western”; il preferito è Per un pugno di dollari, con al scena finale ed il grido “Al cuore, Ramon!”; ma siccome a Tokyo c’era solo la versione doppiata in cinese, il grido era: “Al cuole, LAMON!”. In alternativa, un filmetto con Lino BANTI o con gli indimenticabili ZANNI e Pinotto. Prima di dormire, una bella TORTU di (SA)MELE ed un bel bicchiere di vin SANTUCCIO per prendere sonno.
All’arrivo a Roma, grandi premi per tutti, con un sacchetto con tanti MAR(tin)ENGHI ! La banda suonava l’inno di Mameli al ritmo di TAMBERI speciali della Sardegna (suonati dal mitico “Tamberino sardo” ricordato dal De Amicis…). E per i vincitori, un regalo strabiliante: una FERRARI rossa fiammante con un biglietto del presidente del CONI: “Ti LODO per i tuoi splendidi risultati!”. Altri tempi quando gli atleti erano dilettanti e si accontentavano di una PATTA sulle spalle da parte dell’allenatore…
PS Scusate amici PALMISANO, PALTRINIERI, PIZZOLATO, BATINI,CASTALDO, GIUFFRIDA, MAURELLI E MOGUREAN, ma avete dei cognomi talmente unici che non si riesce a piazzarvi da nessuna parte… Ma anche voi avete scritto la storia di queste fantastiche Olimpiadi di Tokyo! GRAZIE.
Chi volesse saperne di più sui vari paesi partecipanti ai Giochi, sulle vere specialità sportive e sui profili degli atleti italiani può utilmente leggere il fondamentale libro ABC DELLE OLIMPIADI DI TOKYO, di Gianluigi De Marchi, reperibile su Amazon libri o contattando l’autore alla mail
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Gianluigi De Marchi
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