Giovedì scorso gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno arrestato un cittadino italiano di 66 anni, incensurato, per atti persecutori.
Oggetto delle sue attenzioni una giovane donna, inquilina di un appartamento il cui balcone affaccia sullo stesso cortile condominiale dell’uomo. Attraverso le imposte, il sessantaseienne, per mesi, spia la giovane ogni qual volta questa si trovi sul terrazzo o in camera da letto. Ben presto la vittima prende consapevolezza delle attenzioni a lei riservate e decide di intervenire, “disturbando” la visuale con l’installazione di tende nelle stanze interessate. Lo stratagemma messo in atto non muta l’atteggiamento dell’uomo, bensì lo ossessiona ulteriormente. In alcune occasioni questi, dopo averla vista prepararsi, era poi sceso rapidamente in strada e l’aveva seguita, cercando di approcciarla. Episodi che generano nella giovane uno stato d’ansia e paura, sentendosi costretta a lasciare la propria casa per qualche giorno, a cambiare tragitto per andare a lavoro e a farsi accompagnare nelle proprie commissioni.
Dopo l’ennesimo episodio, la denuncia al personale del commissariato Dora Vanchiglia. Gli agenti effettuano una serie di servizi di osservazione, volti ad appurare il comportamento dell’uomo.
Giovedì, l’arresto. La vittima, poco prima di uscire di casa, si reca sul balcone ma, a differenza delle altre volte, non trova nessuno affacciato. Pochi attimi ed un movimento involontario lo tradisce: il sessantaseienne è lì, dietro la porta finestra, che la sta spiando. La donna esce, dopo poco l’uomo si fa trovare in strada; l’ha anticipata nella speranza di farle credere che l’incontro sia casuale. Immediata la telefonata al 112 NUE. Alla vista dei poliziotti, il reo tenta di dileguarsi, senza successo.
Nel perquisire l’abitazione, gli agenti rinvengono diverso materiale informatico contenente anche fotografie della vittima sul proprio balcone.
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