Stellantis, Grimaldi (LUV): “Per ora FCA è prima solo per cassa integrazione”

“Gli azionisti di Fca e Psa votano la fusione, che sarà perfezionata il 16 gennaio, nasce Stellantis e noi siamo tra i pochi a vedere anche i tanti rischi:

la maggioranza del board è composta dall’amministratore delegato e da membri di origine Psa e questo è un fatto che dovrebbe ovviamente preoccupare tutti eppure sono tutti silenziosi, i sovranisti per primi” – è il commento a caldo di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte.

“Alcune cose però non cambiano – attacca Grimaldi – Stellantis avrà la propria sede in Olanda pertanto sarà probabilmente un grande colosso nei profitti ma rimarrà, come FCA, indigente per quanto riguarda l’IRAP e le tasse pagate in Italia e in Piemonte. Dobbiamo almeno augurarci che riportino la produzione a livelli di piena e buona occupazione nella Penisola e nella nostra Regione, almeno per ripagare gli investimenti che il nostro Paese ha garantito negli ultimi anni: altro che “Fabbrica Italia”, FCA è stata ‘Cassa (integrazione) Italia’, e i risultati che il Presidente di Exor, John Elkann, ha vantato oggi – negli ultimi 10 anni il valore del Gruppo Fiat è aumentato di 5 volte – lo deve anche ai contributi statali e ai soldi delle nostre tasse”.

“Il punto principale della questione – prosegue Grimaldi – è che da un lato si teorizzano grandi risultati che porterebbero Stellantis ad essere il terzo costruttore in termini di fatturato e il quarto in volume di produzione, dall’altro si dimentica di dire che FCA è stata solo leader per quanto riguarda la cassa integrazione, record negativo che ha indebolito l’intera filiera produttiva e l’indotto costituito di piccole e medie imprese che, a causa degli stabilimenti rimasti aperti ma che spesso hanno girato a vuoto, rischiano l’osso del collo. Non basta infatti puntare sui settori Premium e Luxury – conclude Grimaldi – anche le auto di massa vanno fatte in Italia se si vuole garantire capacità produttiva e occupazione e salvare la componentistica; a questo proposito speriamo che la promessa di non chiudere le fabbriche italiane diventi la premessa per riportare produzione e innovazione nel nostro Paese”.

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